C’era in Europa: gli anni d’oro del Borussia Mönchengladbach

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Il periodo aureo del calcio tedesco attuale, sia a livello di Nazionale che di club, ha un precedente altrettanto splendente al principio degli anni ’70. Nel 1974, la Germania Ovest si laureò campione del Mondo, dopo aver già vinto il titolo europeo nel ’72. Mentre dal ’74 al ’77, per tre edizioni di fila il Bayern Monaco portò a casa la Coppa dei Campioni (subentrando ad un terna di vittorie dell’Ajax).

Ma sia nella competizione nazionale che in Europa, accanto alla squadra bavarese, brillò un’altra stella, quella del Borussia Mönchengladbach, che si affermò campione di Bundesliga nel ’70, nel ’71, nel ’75, nel ‘76 e nel ’77.

Nell’arco di un decennio, indossarono la maglia del club confinante con l’Olanda grandissimi giocatori, allenati da tecnici di spessore assoluto. Tra i calciatori, spiccano i nomi Günter Netzer, sopraffino regista, Jupp Heynckes, prolifico attaccante e Berti Vogts, capitano e marcatore arcigno (nonché futuro allenatore della Germania europea del ’96). Con loro, il centrocampista e libero Uli Stielike (memorabile il suo duello con l’azzurro Oriali, ai Mondiali ’82), e l’attaccante danese Simonsen, capace di grandi dribbling e Pallone d’oro ’77. In particolare il biondo Netzer, dopo essere stato protagonista assoluto con la maglia della Nazionale all’Europeo del ’72, partecipò anche al successo mondiale successivo, ma come comprimario, scontando la rivalità con il “Kaiser” Franz Beckenbauer. Alle radici della divergenza, la rivalità tra i due club. Il dualismo assunse anche connotati sociologici, identificandosi il Bayern Monaco come squadra dal gioco tradizionale, innervato dal carisma dei singoli, e il Borussia Mönchengladbach come club dei “giovani”, dalla mentalità offensiva e con un piglio ribelle.

In panchina si alternarono due tecnici che diedero al Borussia la propria identità di gioco, basata sulla velocità, la tenacia e la vocazione estremamente offensiva. Dapprima fu Hennes Weisweiler, che impostò per mentalità e tecnica di base i giovani talenti della squadra. A riprova del gioco travolgente della squadra, alcune vittorie-record in campionato, come il 12-0 al Borussia Dortmund, l’11-0 allo Schalke 04 e il 10-0 al Borussia Neunkirchen. Poi, prese in mano la squadra il più tattico Udo Lattek, allenatore tra i più vittoriosi della storia del calcio, l’unico insieme a Giovanni Trapattoni a trionfare in tutte e tre le competizioni europee per club, con tre club diversi.

Nelle prime esperienze europee del Borussia Mönchengladbach, rimane indelebile la rocambolesca eliminazione in Coppa dei Campioni contro l’Inter del ’72, nella famigerata “partita della lattina”.

Accadde infatti che nell’incontro di andata disputato a Mönchengladbach, una lattina lanciata dagli spalti colpì l’attaccante nerazzurro Boninsegna, costretto ad abbandonare il terreno di gioco e sostituito da Ghio. Mentre un poliziotto recuperò la lattina, nascondendola sotto la divisa, contemporaneamente Sandro Mazzola fu lesto ad individuare due tifosi nerazzurri con una coca in mano, richiedergliela e consegnarla all’arbitro come referto. A fine incontro, il Borussia aveva vinto per 7-1. Mariolino Corso, espulso dopo aver rifilato una pedata all’arbitro per un rigore concesso sul 6-1, portò a casa anche una lunga squalifica.
Ci volle tutta la abilità forense dell’Avvocato Prisco per ottenere la ripetizione del match, non essendo prevista all’epoca la responsabilità oggettiva nei regolamenti UEFA. Intanto nella partita di ritorno, l’Inter aveva già vinto per 4-2. Nella ripetizione, un giovane Ivano Bordon parò tutto, incluso un rigore, fornendo una prestazione memorabile. Sul neutro di Berlino, finì 0-0 e fu la prima delle delusioni europee del Borussia Mönchengladbach.

Nel 1973, per la prima volta il Borussia arrivò a disputare una finale europea, in Coppa UEFA. Tuttavia, di fronte al Liverpool di Keegan fu costretta a cedere per 3-0 in Inghilterra e a nulla valse il 2-0 interno nella partita di ritorno.

Fu nel ’74 che la squadra di Weisweiler vinse la prima coppa europea, sconfiggendo in UEFA gli olandesi del Twente (0-0 all’andata in casa e poi 5-1 in Olanda, con tre reti di Heynckes e due di Simonsen).

Nel ’77 tuttavia, il Borussia visse un’altra grande delusione, ancora per mano del Liverpool, ma stavolta in Coppa dei Campioni. Nella finale disputatasi a Roma, nonostante un buon gioco espresso, i giocatori di Lattek capitolarono per 3-1.

Evidentemente, era la Coppa UEFA il trofeo più adatto alla squadra. Nel 1979, il Borussia concesse il bis, battendo in casa la Stella Rossa di Belgrado (dopo uno 0-0 in Serbia) per 1-0, rete di Simonsen.
Con quella vittoria si concluse un ciclo. Dopo una parentesi a Dortmund, il tecnico Lattek passò ad allenare i rivali del Bayern Monaco, mentre un giovane promettente centrocampista del vivaio, Lothar Matthäus, fece altrettanto nel 1984, meritandosi l’appellativo di traditore da parte dei tifosi. La sua cessione fu anche l’indicazione che si era chiuso un periodo forse irripetibile. Per un decennio il Borussia Mönchengladbach aveva tuttavia espresso un gioco di altissimo livello, raccogliendo forse ancor meno di quanto meritasse, nonostante i due successi in UEFA.

Di seguito, il tabellino della partita in cui il Borussia Mönchengladbach di Weisweiler vinse la sua prima coppa, nella sfida di ritorno contro il Twente.

21 maggio 1975 – Diekman, Enschede
FC Twente Enschede: Gross, van Ierssel, Drost, Overweg, Oranen, Thyssen, van der Vall, Bos (53′ Mühren), Pahlplatz (75′ Acheterberg), Jeuring, Zuidama. Allenatore: Kohn.

Borussia Mönchengladbach: Kleff, Vogts, Surau (13′ Schäffer), Wittkamp, Bonhof, Klinkhammer, Jensen, Simonsen, Wimmer (75′ Köppel), Danner, Heynckes. Allenatore: Weisweiler

Marcatori: Simonsen 2′ e 86′ (pen.), Heynckes al 9′, 50′, 60′, Drost (T) 76′.

Qui, il video della gara contro il Twente

Paolo Chichierchia
Paolo Chichierchia
Nasce nel 1972 a Roma, dove vive, lavora e tifa Fiorentina. Come Eduardo Galeano, ritiene che per spiegare a un bambino cosa sia la felicità, il miglior modo sia dargli un pallone per farlo giocare.

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