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MondoPallone Racconta… Lucidio Sentimenti IV, da una porta all’altra

Pochi giorni fa è mancato all’età di 94 anni Lucidio Sentimenti, più conosciuto semplicemente come Sentimenti IV. Tra i migliori estremi difensori italiani di sempre, viene ricordato ancora oggi non solo per le sue doti tra i pali: fu infatti il primo portiere goleador della Serie A. La sua fu una carriera ricca di aneddoti gustosi, d’altri tempi. Ripercorriamo la sua storia.

Fratelli nel pallone

Nato a Bomporto (Modena) il 1° luglio 1920, ha il calcio nel sangue già in giovanissima età. Lucidio è il quarto di cinque maschi, in una famiglia molto numerosa che comprende nove figli. Nella loro vita, i maschietti diventeranno tutti calciatori professionisti anche in massima serie. In alcuni casi, saranno addirittura compagni di squadra. Si tratta di Ennio (che arrivò fino alla Serie C), Arnaldo (portiere del Napoli prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale), Vittorio detto “Ciccio” (centrocampista col vizio del gol di Modena, Juventus, Lazio e Torino) e Primo detto “Pagaia” (difensore di Modena, Bari, Lazio e Udinese).

Una semplice lettera

Con una famiglia così appassionata al pallone, Lucidio “Cochi” non può che esserne attratto a sua volta. E’ un grande ammiratore di Giampiero Combi, portiere della Juventus e della Nazionale iridata 1934. A quattordici anni, secondo la leggenda, tutto inizia quando decide di farsi avanti e scrive una lettera che recita: “Ho quasi quindici anni, faccio il garzone calzolaio a quindici lire a settimana, vorrei giocare. Va bene qualsiasi ruolo. Anche portiere“. Entra nel Modena, che all’epoca milita in cadetteria. Lucidio Sentimenti non è altissimo per il ruolo, ma è agilissimo e sa disimpegnarsi bene con i piedi, ha coraggio nelle uscite (spesso a piedi uniti). Inizialmente non ha un ruolo definito. Si affermerà tra i pali.

 

 

 

 

 

 

 

Avventura a Torino

Nel 1942, esattamente il 17 maggio, è protagonista di un evento singolare. Realizza su rigore contro il fratello Arnaldo, mandandolo su tutte le furie. Arnaldo, grande para-rigori, era reduce da un filotto di ben nove penalty parati. Fu proprio Lucidio ad interrompere la serie. Al termine del campionato, Sentimenti IV viene acquistato dalla Juventus, reduce da una complicata stagione per quanto riguarda il ruolo di portiere: ne ha utilizzati ben cinque, tra cui gli ex nazionali Peruchetti e Ceresoli. Dopo un derby della Mole in cui subisce cinque reti, viene accantonato e poi rispolverato per non uscire mai più di squadra. Addirittura, nel campionato di guerra 1943-44, viene utilizzato come ala destra a causa di una mano fratturata. E va in rete quattro volte! Per lui doppietta contro il Casale e gol ad Asti e Varese. Sono gli anni del dominio del Grande Torino e la Juve non può che cedere lo scettro cittadino appartenutole il decennio precedente.

In azzurro

L’11 novembre 1945 esordisce in azzurro, ma è un debutto traumatico: Italia-Svizzera termina 4-4. L’amichevole di Zurigo resterà la sua unica presenza per più di un anno. Nel 1947 ha comunque l’onore di difendere la porta della Nazionale contro l’Ungheria, nella gara che vede il Torino vestito d’azzurro per 10/11. Partecipa anche alla Coppa Rimet 1950 in Brasile, ed è in porta nel 3-2 a favore della Svezia che ci risulta fatale. Gioca la sua ultima partita internazionale quasi tre anni più tardi, a Roma contro l’Ungheria. Il suo score con l’Italia non è lusinghiero: ben 21 reti subìte in 9 presenze, senza mai mantenere inviolata la propria porta.

 

Ultime parate

Lascia Torino nel 1949 per approdare alla Lazio, dove avrà modo di giocare con i fratelli Vittorio e Primo. Un altro aneddoto gustoso: durante Lazio-Milan i rossoneri passarono in vantaggio grazie ad un autorete di Vittorio Sentimenti III. Il pareggio laziale fu firmato su rigore dal laziale Primo Sentimenti V e poi Lucidio Sentimenti IV parò dagli undici metri salvando l’1-1. Il giorno dopo, la stampa nazionale enfatizzò la partita particolare “tutta in famiglia“. Nel 1951 venne citato in una scena del film comico “La famiglia Passaguai” di e con Aldo Fabrizi. Lucidio passò poi al Vicenza, dove vinse un torneo di B e poi Cenisia in quarta serie e Talmone Torino (per sole tre gare in A nel 1959). Chiuse la sua longeva carriera nel 1960.

Bianconero eterno

Al termine della parabola agonistica, si dedica alla guida delle giovanili prima al Cenisia e poi rientrando alla Juventus. Seguiranno quasi trent’anni alle dipendenze del club, in vari ruoli: tecnico del vivaio, allenatore dei portieri della prima squadra ed allenatore in seconda di Rabitti e poi Vycpalek. Nel 2011 è il più anziano bianconero insignito di una stella d’oro nel nuovo Juventus Stadium. Muore a Torino il 28 novembre 2014.

 

 

 

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