Il Gran Premio di Austin nella storia

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La denominazione Gran Premio delle Americhe per qualsiasi appassionato o spettatore della Formula 1, riporta automaticamente alla mente il nome Indianapolis.
Il circuito dell’Indiana, The Racing Capital of the World (la capitale mondiale delle corse), con  il suo magico anello, lo Speedway, rappresenta la cornice dell’omonima 500 Miglia. Gara entrata nella leggenda e nell’immaginario comune, complici anche alcuni omaggi da parte del mondo dello spettacolo, il più famoso dei quali resta il film con Paul Newman del 1969, grazie al quale l’attore scoprì la passione per le corse automobilistiche.

La Formula 1 ha incrociato il suo destino con Indianapolis per otto edizioni, dal 2000 al 2007. Il re incontrastato è Michael Schumacher, con ben cinque trionfi, ottenuti tutti su Ferrari. Gli altri tre allori sono stati conquistati da Mika Häkkinen nel 2001, su McLaren, da Rubens Barrichello l’anno dopo su Ferrari e da Lewis Hamilton su McLaren nel 2007, ultimo anno in cui l’Indiana fece da palcoscenico alla Formula 1.

Dal 2008 fino al 2011 il Gran Premio delle Americhe non venne disputato, per poi ritornare nel 2012, a Austin, in Texas su un circuito sviluppato espressamente per la Formula 1.
L’artefice del progetto è l’architetto Hermann Tilke, autore di altre recenti piste quali Sepang in Malesia, Shangai in Cina e il nuovissimo autodromo in Russia, inaugurato due settimane fa.
L’ubicazione in Texas riporta alla memoria il Gran Premio di Dallas, svoltosi nel 1984 in condizioni proibitive per le temperature all’esterno e, soprattutto, all’interno degli abitacoli delle monoposto. L’edizione venne vinta da Keke Rosberg, ma l’immagine che più iconicamente rappresentò la fatica dei corridori resta quella di un Nigel Mansell sfinito che, nel tentativo di spingere la sua vettura fino al traguardo, svenne sulla pista.

Il cammino per giungere all’inaugurazione di Austin fu piuttosto travagliato: dal 2010 vennero approntati i lavori per la creazione della nuova pista, ma l’anno seguente si assistette alla loro improvvisa sospensione a causa di una disputa sorta fra le due principali compagnie appaltatrici. Il gruppo Circuit of the Americas, addetto alla creazione materiale del circuito e delle relative infrastrutture, si ritrovò contrapposto alla Full Throttle di Tavo Hellmund, deputata all’organizzazione e promozione dell’evento, in un fuoco di accuse incrociate su reciproci abusi di competenza. A ciò si aggiunse la decisione del Governatore del Texas di bloccare i 25 milioni di dollari già stanziati per l’inaugurazione, nell’attesa di comprendere come sarebbero stati investiti i soldi degli elettori.

Il risolutore di questa vicenda fu, come già accaduto in passato in occasione di altre diatribe, il capo supremo del Circus della Formula 1: Bernie Ecclestone. Cancellò il contratto con la Full Throttle, utilizzò tutta la sua abilità diplomatica per convincere l’amministrazione del Texas a svincolare i fondi congelati per il Gran Premio e, nel frattempo, continuò a tessere la sua trama per la creazione di un Gran Premio in New Jersey. Il quale, secondo previsioni, potrebbe comparire nel calendario del 2015.

La storia di Austin si limita per ora a due sole annate, con diversi vincitori: nel 2012 Lewis Hamilton su McLaren fu il primo a scrivere il suo nome nell’intonso albo d’oro, seguito l’anno successivo da Sebastian Vettel su Red Bull. Questa domenica la scuderia favorita appare essere la Mercedes, con un Lewis Hamilton in cerca di un bis, sebbene una possibile sorpresa potrebbe essere rappresentata dalla Red Bull. Fra i piloti che potrebbero sorprendere spicca Sergio Pérez, deciso a dimostrare alla Force India di meritare una riconferma, il quale considera Austin quasi su un circuito “casalingo”, stante i pochissimi chilometri che distanziano il Texas dal “suo” Messico.

Enrica Panzeri
Enrica Panzeri
Nata e cresciuta a Lecco. Attualmente impiegata in cerca di impiego. Ama Milano, l'Inter, il cinema, la letteratura, il disegno e i gatti. Non necessariamente in questo ordine.

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