Serenissimi

-

Chissà com’è a entrare nello stadio da 1 miliardo di euro. Cosa penseranno davanti al capitano da 300 mila sterline a settimana. Come si adegueranno all’ennesima partita contro una squadra di professionisti.

Loro sono la nazionale che non vince mai, quella che nei sorteggi fa tirare un sospiro di sollievo. Se ne è occupato Four Four Two, il celebre magazine britannico dedicato al calcio, e sono emerse cose interessanti. Soprattutto una massima, che viene dalla bocca dell’ex ct Giampaolo Mazza, tragica quanto filosofica: “La sconfitta è il nostro destino”.

Il riferimento è alla nazionale di San Marino, che rappresenta la Serenissima Repubblica nelle competizioni FIFA e UEFA, specificamente nelle qualificazioni mondiali ed europee. Parliamo di una squadra di amatori, dilettanti, al massimo semiprofessionisti: gente tosta, umile ma orgogliosa. Gente che ci mette la faccia.

Perché poi è facile pensare ai viaggi, all’emozione di giocare negli stadi delle grandi leghe europee, ma la faccia ce la devi mettere. Devi periodicamente presentarti al palcoscenico del calcio internazionale consapevole che hai 999 possibilità su 1000 di perdere, di perdere con grande scarto.

Informandomi sulla partita, in vista della sfida di stasera all’Inghilterra a Wembley, ho provato a mettermi nei panni di questi giocatori. Che giocano nel piccolo campionato locale (qua si può vedere la finale dell’edizione 2013) e nella vita svolgono altri mestieri. Un po’ curioso, certo, il confronto con gli stipendi degli sportivi professionisti, o col valore complessivo dell’avversario di stasera.

Dati di transfermarkt alla mano, l’intero valore valore di mercato di questa nazionale equivale a 225 mila euro, contro i 319 milioni di Wilshere e compagni. Viene giusto un po’ spontaneo parteggiare per gli sfavoriti, per la piccola nazione la cui popolazione riempirebbe sì e no un terzo dello stadio di oggi, il cui sogno è sempre limitare i danni, alleggerire il risultato.

Viene da ringraziare, da amanti del pallone quali siamo, questi giocatori e tutta la Federazione per il coraggio di mettersi in gioco e mostrare l’orgoglio. Altro che codice etico, polemiche e isterismi: qua si soffre e si fa sul serio, si onora il calcio.

Alle 20:45, a squadra che, nella sua storia, ha vinto solo una volta (col piccolo Liechtenstein), scende nell’arena più importante del mondo. “Com’è giocare per San Marino?” chiedeva Four Four Two: è semplicemente metterci la faccia. Sempre.

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

Quella volta che il Lugano sbancò San Siro, facendo lo sgambetto...

In assenza di calcio giocato, con lo stadio di Lugano (e non solo deserto), vale la pena di rispolverare qualche ricordo, anche di carattere...
error: Content is protected !!