Brasile 2014 – Germania-Argentina: undici sfide nella sfida, in attesa della grande finale

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Cresce l’attesa per la finalissima di stasera al Maracanã fra Germania e Argentina. Prima che sia il campo a parlare, ci siamo divertiti nel “giocare” la finale a tavolino e in maniera, diciamo così, “teorica”. Fermo restando che nel calcio c’è poco spazio per la teoria e che le sorprese sono sempre dietro l’angolo, abbiamo analizzato i probabili 22 in campo attraverso delle sfide a distanza fra giocatori dello stesso ruolo, assegnando un punto al vincitore di ogni sfida. Ecco il risultato finale:

NEUER vs ROMERO – Un mese fa non ci sarebbe stata storia. Ancora oggi, in realtà, il portierone tedesco è il numero 1 al mondo, ma Romero ha stupito tutti, mettendo a tacere le numerose critiche ricevute prima del torneo. I due rigori parati contro l’Olanda, inoltre, l’hanno consacrato eroe nazionale. Vince la sfida Neuer, ma Romero potrà essere la nuova sorpresa.

LAHM vs ZABALETA – Per quanto l’argentino del City sia fra i migliori nel suo ruolo, Philipp Lahm è un campione assoluto. Terzino, centrocampista, ala, il tedesco è in grado di interpretare tutti i ruoli, meno quello del portiere probabilmente, risultando sempre decisivo e fra i migliori in campo. Da dieci anni a questa parte è una sicurezza.

BOATENG vs DEMICHELIS – Sfida molto equilibrata stavolta, con due giocatori che, se in giornata, si equivalgono. Entrambi forti fisicamente e bravi nel gioco aereo, il tedesco ha dalla sua l’età (25 anni contro i 33 dell’argentino). Ma non ce la sentiamo di decretare un vincitore.

HUMMELS vs GARAY – Mats Hummels è fra i migliori difensori del panorama calcistico internazionale. Fortissimo in marcatura e nel gioco aereo, spesso risultando decisivo in fase di realizzazione con i suoi inserimenti. I due gol segnati contro Portogallo e Francia lo testimoniano e la candidatura fra i dieci migliori giocatori del Mondiale ci fa propendere per il tedesco. Ma occhio che Ezequiel Garay è cresciuto tanto nell’ultima stagione e, per caratteristiche tecniche, è molto simile al suo avversario.

HÖWEDES vs ROJO – Nonostante il tedesco abbia interpretato un torneo in maniera diligente e ordinata, la vera sorpresa della competizione è Marcos Rojo. Entrambi nascono come centrali, ma sono stati adattati a esterni di difesa, con ottimi risultati, dimostrando dunque grande duttilità. Stavolta, però, vince la sfida a distanza Rojo. La sua freschezza atletica gli garantisce una spinta maggiore sulla sinistra e la rete messa a segno contro la Nigeria è la ciliegina di un gran Mondiale per il ventiquattrenne dello Sporting Lisbona.

SCHWEINSTEIGER vs DI MARÍA – Dando per scontato il recupero dell’argentino, questa è fra le sfide a distanza (mica tanto, in termini di posizione in campo) più emozionanti. Il tedesco ha recuperato alla grande da un infortunio ed è un giocatore squisito, sia tecnicamente, che atleticamente. Ma Di María ha qualcosa in più, è meno centrocampista, questo è vero, ma è in grado di cambiare passo come pochi al mondo. Sabella farà di tutto per recuperarlo, se non dovesse farcela, giocherà Enzo Pérez. In questo caso, non ci sarebbe sfida.

KHEDIRA vs MASCHERANO – El Jefecito è, al pari di Messi, l’anima e il trascinatore di questa Argentina. La sua duttilità e la grinta con cui sta giocando questi Mondiali sono ammirevoli. Se l’Albiceleste è a un passo dal titolo lo deve soprattutto a Mascherano: il salvataggio prodigioso su Robben al novantesimo e oltre della semifinale contro l’Olanda vale più di un gol. Non ce ne voglia l’ottimo Khedira, gran Mondiale anche per lui, ma la sfida, stavolta, è appannaggio dell’argentino.

KROOS vs BIGLIA – Qui non c’è storia. Biglia è un buon gregario, che è stato bravo a farsi trovare pronto quando Sabella ha avuto bisogno di lui, ma non è decisivo come il dirimpettaio teutonico. Toni Kroos è il prototipo del giocatore moderno: tecnico, bravo a impostare e a interdire, forte fisicamente e letale in conclusione. Chiedere al Brasile, sommerso dalla doppietta del presunto futuro giocatore del Real Madrid. Lui è uno che stasera potrà fare la differenza.

ÖZIL vs LAVEZZI – Tecnica e inventiva da un lato, contro rapidità, dribbling e imprevedibilità dall’altro. C’è grande equilibrio in questo confronto e non ce la sentiamo di assegnare il punto all’uno o all’altro. Per diverse ragioni, i due non hanno inciso particolarmente in questo Mondiale. Ma la partita più importante dev’essere ancora giocata.

MÜLLER vs HIGUAÍN – Sono due attaccanti diversi, che vedremmo bene assieme in un attacco da sogno, ma simili dal momento che vedono la porta come pochi al mondo. Decontestualizzando la sfida, nessuno dei due risulterebbe vincitore sull’altro. Ma stasera scenderanno in campo per la finale dei Mondiali, terreno su cui Müller ha dimostrato di trovarsi a suo agio (10 gol in due Mondiali giocati, con una partita ancora da giocare). Per questa ragione, scegliamo il tedesco, ma occhio al Pipita, che si è sbloccato proprio nei quarti di finale contro il Belgio e ha i numeri per vincere sul campo la sua sfida a distanza.

KLOSE vs MESSI – È vero che come Miro nella storia dei Mondiali non c’è nessuno, ma come si fa a non premiare Lionel Messi in questo duello a distanza? Giocatori diversissimi, sia per posizione e movimenti in campo, che per caratteristiche tecniche. Ci leviamo il cappello al cospetto di Klose: 36 anni portati alla grande e una carriera indimenticabile. Ma Messi è Messi, lui è il calcio in tutta la sua essenza. L’impressione, a poche ore dalla finale, è che le poche speranze dell’Argentina delle grosse individualità contro la Germania del gioco di squadra passino proprio attraverso i piedi della Pulce. Con lui in campo, nessun risultato è scritto prima del fischio finale.

Risultati alla mano, vincerebbe la Germania 5-4, con reti di Lahm, Hummels, Kroos e doppietta di Müller per i tedeschi e le firme di Rojo, Di María, Mascherano e Messi per l’Argentina. In mezzo alla girandola di gol, decisivo il rigore parato da Manuel Neuer, magari ad Agüero, entrato a gara in corso. Non sarebbe male eh?

Francesco Cucinotta
Francesco Cucinotta
Sardo di origini sicule, ama il calcio dalle “notti magiche” di Italia ’90. Laureato in Comunicazione con una tesi sulla lingua del calcio e pubblicista dal 2010. Per anni inviato al seguito del Cagliari Calcio per Radio Sintony.

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