Udinese, Guidolin: “L’applauso del Bentegodi mi ha toccato il cuore”

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Sereno. Questo l’aggettivo adatto per descrivere Francesco Guidolin dopo la partita pareggiata per 2-2 con l’Hellas Verona. Il tecnico si è dilungato molto sul suo passato tra le file degli scaligeri.

Queste le dichiarazioni del tecnico dell’Udinese in conferenza stampa:

L’applauso dei tifosi dell’Hellas nei miei confronti? Mi ha toccato il cuore. Pensavo si fossero dimenticati del ragazzo di una volta che ha passato dieci anni bellissimi qui. Ricevere quell’applauso da quella che è stata la mia curva mi ha fatto molto piacere, anche se tanti dei ragazzi che ci sono ora quella volta probabilmente non erano neanche nati. Non tornavo qui da dieci anni, da quando ci sono venuto col Palermo in Serie B.

Corsa al sesto posto? Io ho pronosticato il Torino, ma ovviamente ho sempre tifato per il Verona: questa è stata la mia squadra da calciatore, mi ricordo quando ho fatto il provino per loro, allo stadio Bentegodi: per me era stato come toccare il cielo con un dito.

I ragazzi mi hanno regalato un libro bellissimo. Per me che sono comunque una persona schiva e rieservata,  fa piacere ricevere certi attestati di stima.

Mandorlini all’Udinese? Mandorlini è un grande allenatore, gli faccio i miei complimenti. Sono contento che abbia avuto la soddisfazione di fare un campionato come gli ultimi tre che abbiamo fatto noi, anche se non arriverà in Europa. Sono contento di aver visto i miei ragazzi giocare così oggi.

Ormai è un bel po’ che stiamo facendo buone cose, tralasciando la partita di Torino. Oggi hanno fatto bene tutti, abbiamo giocato alti, poi abbiamo un signore davanti che trasforma in oro ogni palla che tocca.

Oggi avevo bisogno di un altro attaccante e non ce l’avevo, perché li ho mandati ieri a giocare in primavera (Bruno Fernandes e Zielinski). Ha segnato Badu, sono contento per lui, quest’anno ha fatto 5 gol. Alla fine siamo riusciti a creare problemi al Verona con i nostri centrocampisti. Ci abbiamo creduto fino alla fine.

Lazzari? C’è stato un periodo in cui non l’ho utilizzato perché sapevo che al primo passaggio sbagliato la gente lo fischiava. Lui è stato penalizzato anche da questo ma io ho sempre pensato che lui sia un signor giocatore.

Se siamo più rilassati ultimamente? Vedete, ci siamo salvati un mese e mezzo prima della fine del campionato, siamo sempre stati lontani dai guai. Ora siamo sicuramente tranquilli di testa.

Nella parte destra della classifica sono stati cambiati tutti gli allenatori, tutti. Io devo ringraziare la mia società che mi ha dato la possibilità di essere colui che ha tenuto il timone della nostra squadra in momenti particolari, difficili.

Se quella piccola rissa in campo ci ha dato la svolta? Non credo sia stato quello, ha forse alzato un po’ l’adrenalina ma non è stato determinante. A noi quest’anno non è mancato carattere, forse solo un po’ di cattiveria.

Se mi piacerebbe un giorno allenare il Verona? Beh, certamente mi piacerebbe chiudere il cerchio, ma ci andrei piano perché spesso è meglio dare spazio ai giovani.

Stefano Tomat
Stefano Tomat
Nasce nel 1987 a Udine, gioca a calcio da quando ha 6 anni. Laureato in Relazioni Pubbliche e Comunicazione Integrata per le Imprese e le Organizzazioni.

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