C’era un Mondiale: Messico ’70, Italia – Germania 4-3 – “El partido del siglo”

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I Mondiali del 1970 portarono all’assegnazione definitiva della Coppa Rimet al Brasile, prima squadra a vincere tre edizioni del trofeo. Di lì in poi, il trofeo cambiò il proprio titolo in “Coppa del mondo”. Il destino della Coppa Rimet apparve segnato sin da quando nelle semifinali approdarono Italia, Uruguay e Brasile (oltre alla Germania), già due volte vincitrici in passato.

Ma la memoria collettiva di quell’edizione è indissolubilmente legata, oltre che alla vittoria finale del Brasile di Pelé, alla semifinale tra Italia e Germania Ovest, giocata allo stadio Azteca di Città del Messico. Una targa celebrativa ancora oggi celebra il ricordo di quella che la stampa messicana prontamente ribattezzò come “El partido del siglo”.

Partita inizialmente quasi noiosa, poi rocambolesca, emozionate e infinita, entrò nella memoria collettiva degli spettatori italiani (ma non solo), acquisendo un significato epocale. Sublimata in evento generazionale, la partita ispirò libri, film e rappresentazioni teatrali, reiterando nel tempo la propria carica emotiva ed emanando il proprio fascino anche sulle generazioni successive a quelle direttamente coinvolte.
L’Italia allenata da Valcareggi era giunta sin lì superando i padroni di casa del Messico. Nella rosa di Valcareggi spiccavano i nomi di campioni assoluti, quali Gianni Rivera, Pallone d’Oro nel 1969 nonché campione d’Europa e del Mondo nello stesso anno, Sandro Mazzola, in precedenza già due volte campione d’Europa e del mondo con l’Inter e Gigi Riva, detto “Rombo di tuono”, fresco trascinatore del Cagliari verso l’impresa storica dello scudetto. In squadra anche altri campioni, come Giacinto Facchetti e Roberto “Bonimba” Boninsegna. L’abbondanza qualitativa aveva costretto il Ct Valcareggi a mettere in atto una discussa staffetta tra Rivera e Mazzola, che aveva alimentato le polemiche tra tifosi e stampa.
Da parte sua, la Germania era arrivata in semifinale a spese dell’Inghilterra, ribaltando con 3 gol uno 0-2 a venti minuti dal termine e vendicando la discussa finale persa quattro anni prima.
Tra le fila dei tedeschi, campioni come Gerd Muller, Seeler e soprattutto il “kaiser” Franz Beckenbauer.

Si giocò in notturna, di fronte a 102.444 spettatori presenti allo stadio. In Italia più di 30 milioni di spettatori seguirono la telecronaca di Nando Martellini o la radiocronaca di Gianni Ameri.

Dopo otto minuti, Boninsegna, al termine di una combinazione con Riva, portò avanti gli azzurri. Poi, salì in cattedra il portiere azzurro Albertosi, rintuzzando tutte le offensive tedesche, fino al 90’. Tuttavia, la partita durò un paio di minuti in più e fu proprio allora che il tedesco Schnellinger, terzino del Milan poco pratico del gol, decise di siglare la sua unica rete in Nazionale, tra la disperazione dei tifosi azzurri e le recriminazioni del solitamente compostissimo Nando Martellini per il recupero concesso dall’arbitro messicano: “Questo Yamasaki! Due minuti e mezzo dopo la fine del tempo regolamentare!”.

targa-partita-del-secolo-italia-germania-4-3I tempi supplementari servirono per dipanare una trama che la storia avrebbe accolto come canovaccio dell’epica calcistica. Il bomber tedesco Gerd Muller, al 94’ approfittò di un’ingessatura della nostra difesa, andando a siglare il gol del primo vantaggio tedesco.
Ma anche questa volta, tuttavia a parti invertite, al gol di un attaccante avrebbe risposto inaspettatamente un difensore solitamente poco avvezzo: Tarcisio Burgnich.

Ma prima della fine del primo tempo supplementare, un contropiede di Riva fece esplodere l’Italia: 3-2, nuovo vantaggio a quindici minuti dal termine. Partita che sembrava ormai conclusa, tanto più che Beckenbauer rientrò in campo nel secondo tempo supplementare con un braccio fasciato introno al collo, in seguito alla lussazione di una spalla.
Eppure, Beckenbauer non intendeva mollare e fu proprio lui a guidare la nuova carica teutonica, che prese corpo al 5’ del secondo tempo supplementare, quando su calcio d’angolo Seeler impattò di testa un pallone che, destinato a finir fuori, fu corretto da un guizzo da cobra di Gerd Muller. Su Rivera, appostato sul palo, esplose l’ira di Albertosi. “Ora scendo giù e segno”. “Ti conviene”, rispose il portiere.

E fu proprio il Golden Boy del Milan, giusto tempo di rimettere la palla al centro, a piazzare sessanta secondi dopo il 4-3, con il più famoso dei suoi gol: un colpo di piatto preciso che si insaccò, definitivo e finale, alle spalle del portiere Maier. Malgrado l’ora tarda, l’Italia calcistica scese in piazza a festeggiare e a dar sfogo alla propria gioia.

Contro il Brasile di Pelè non ci fu scampo (nonostante la resistenza opposta nel primo tempo), ma ormai il miracolo sportivo si era già compiuto in semifinale.
Così, le testimonianze di alcuni protagonisti:

Riva: “Era difficile correre per tutto il campo, l’altura lo impediva: dopo uno scatto veniva voglia di sedersi. Mancava l’ossigeno ed il fisico ne risentiva. Nonostante tutto, sia noi che la Germania, riuscimmo a dar vita ad una partita indimenticabile”.

Boninsegna: “E’ una gara indelebile nelle nostre memorie. Una sfida ricordata come una delle più emozionanti dell’intera storia del calcio. Non fu una bella partita a dire il vero, almeno per quel che riguarda i tempi regolamentari. Vincevamo 1-0 e stavamo difendendo il risultato. Fu il pareggio della Germania a spalancare la via verso dei supplementari spettacolari”.

Rivera: “Quella è stata la partita più bella nella storia della Coppa del Mondo”.

Di seguito il tabellino e un video della sfida.

Italia: Albertosi; Burgnich, Facchetti, Bertini, Rosato (dal 1° del pt suppl Poletti), Cera; Domenghini, Mazzola (dal 46’ Rivera), Boninsegna, De Sisti, Riva. Allenatore: Valcareggi.

Germania Ovest: Maier; Vogts, Patzke (dal 65° Held); Schenellinger, Schultz, Beckenbauer; Grabowoski, Overath, Seeler, Muller, Lohr (dal 51° Libuda). Allenatore: Schon.
Arbitro: Yamasaki (Messico)

Marcatori: Boninsegna 8°; Schnellinger 90°; Muller 4° pts; Burgnich 8°pts; Riva 14° pts; Muller 5°sts; Rivera 6° sts.

Qui, il video.

Leggi anche le precedenti puntate di “C’era un Mondiale”:

1 Camerun – Colombia e i colori di Italia 90;
2 Uruguay 1930 e il primo gol della Coppa del Mondo;
3 Corea e Giappone 2002, un mondiale di… cose turche;
4 Germania 1974, “E tu dov’eri, quando segnò Sparwasser?”;
5 Italia 1934, il “Wunderteam” austriaco si arrende agli azzurri;
6 Cile 1962, il torneo di Garrincha. E di Masopust;
7 Francia 1938, la semifinale di Marsiglia e il bis dell’Italia.

Paolo Chichierchia
Paolo Chichierchia
Nasce nel 1972 a Roma, dove vive, lavora e tifa Fiorentina. Come Eduardo Galeano, ritiene che per spiegare a un bambino cosa sia la felicità, il miglior modo sia dargli un pallone per farlo giocare.

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