Un calcio alla SLA (e a Blatter)

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Non so se la notorietà sia una bella cosa o meno: la mia è prossima allo zero, quindi il problema non mi riguarda. So soltanto che tutti la cercano e pochi la raggiungono davvero; e che spesso e volentieri si rivela un’arma a doppio taglio (sempre al centro dei riflettori… succede di stancarsi).

Uno che non si stanca mai, lo sappiamo, è Sepp Blatter: sulla tolda di comando del calcio mondiale dal lontano 1998, ma alla FIFA era entrato già nel 1977 (il giorno che se ne andrà in pensione, a noi piacerà ricordarlo così, il giorno della prima vittoria), e ancora oggi è pronto a vedersi confermato. Un altro mondo, un altro calcio… che lui ha contribuito a plasmare.

Non sempre per il meglio, se devo dire la mia: dal golden gol (poi ritirato, e pensiamoci bene: Italia-Germania 4-3 sarebbe finita 1-2 al 94′, gol di Gerd Müller e tutti a casa) all’ostracismo contro la tecnologia in campo, ma soprattutto la malsana tentazione (riuscita) di seguire il denaro sopra tutto: ancora comprensibili le scelte di Brasile e prima Sudafrica, in quanto nazioni emergenti; decisamente più incerta la situazione per quello che riguarda il Qatar.

E (qui sta il punto) non arrivano buone notizie, dal Qatar: se ne parla già da mesi, ma le condizioni di lavoro per la costruzione degli stadi (avveniristici, climatizzati, direttamente dal futuro) sembrano essere terribili, al punto che le notizie parlano di numerose morti dall’inizio dei lavori. Tutto ciò ha ancora qualcosa a che vedere con i valori dello sport?

Altro punto, differente ma non meno importante. Cristiano Ronaldo, sulla sua bacheca di Facebook (a un passo dai 77 milioni di iscritti), ha condiviso questo messaggio:

[quote]Ho saputo di Stefano Borgonovo da Carlo Ancelotti, che gli era molto vicino. Stefano è stato un grande attaccante e un vero combattente — dentro e fuori dal campo. Amava il calcio quanto amava la vita. Per questo ho deciso di aiutare la Fondazione Borgonovo, e di combattere contro la SLA: invito tutti a fare lo stesso.[/quote]

Per pensare male anche qui, in realtà, basta porsi una sola domanda: beneficenza e spirito umano, o soltanto marketing e pubblicità? Sinceramente: voglio augurami che su una cosa del genere non si voglia speculare. Anzi: che si voglia sfruttare la proprio notorietà per cederne, di riflesso, un po’ a una causa che si pensa che meriti.

E poi: quando sei così famoso, anche uno starnuto o un malditesta sono fonte di pubblicità (“Cristiano Ronaldo usa MalditestAlt”, mi pare già di sentirli). Qualsiasi azione (e qualsiasi mancata azione) rimane sotto gli occhi di tutti. Si può essere spregiudicati a sufficienza da pensare soltanto al proprio tornaconto (niente tecnologia in campo), oppure a qualcosa che va oltre (aiutiamo una causa irrisolta).

Nel dubbio, personalmente, consiglio di stare dalla parte di quelli come la Fondazione Borgonovo. Anche se il mio pulpito è insospettabilmente basso.

Pietro Luigi Borgia
Pietro Luigi Borgia
Cofondatore e vicedirettore, editorialista, nozionista, italianista, esperantista, europeista, relativista, intimista, illuminista, neolaburista, antirazzista, salutista – e, se volete, allungate voi la lista.

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