ESCLUSIVA MP – Alia Guagni: “Sarò sempre legata a Firenze”

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Continuiamo la nostra indagine nel mondo femminile e questa volta intervistiamo Alia Guagni, stella del Firenze Calcio Femminile. Una chiacchierata sincera ed amichevole con una atleta che da anni calca i campi di calcio e che ha giurato fedeltà ad una città ed ad una maglia.
Buongiorno Alia, cominciamo la nostra intervista. Presentati ai nostri lettori.
Ciao sono Alia Guagni e sono una ragazza che ama giocare a calcio. Tra le altre cose sono anche una studentessa laureanda in scienza e tecnica dello sport e laureata in scienze motorie. Lavoro come istruttrice nelle scuole elementari e in palestra. Come hobby ho la lettura e il cinema. Amo la mia famiglia più di ogni altra cosa al mondo.
Tu sei una calciatrice che può essere definita senza dubbio di smentita una bandiera, in quanto giochi nel Firenze Primadonna Calcio Femminile dalle giovanili. Che significa per te questa maglia? Che rapporto c’è con la città?

Beh ho iniziato a giocare a 9 anni e dopo un primo anno con i maschi sono arrivata all’ACF Firenze e vi sono rimasta fino ad adesso. Firenze è la mia città e in Italia non credo esista posto più bello. La squadra per me é come una seconda famiglia… con alcune siamo cresciute insieme e mi sono state accanto nei momenti più belli e in quelli più brutti. Sarò sempre legata a questa maglia e alle mie compagne.

Hai avuto anche la possibilità di giocare in Nazionale, dove ti sei fatta valere sia nelle categorie Under 17 e Under 19 che in quella Maggiore. Cosa significa per te la maglia azzurra? Hai qualche ricordo in particolare di quelle esperienze?

Ho iniziato a giocare a 14 anni in nazionale under 19(a quei tempi non esisteva la nazionale under 17) ed è sempre stata una grandissima emozione.poi finite le giovanili sono arrivata in prima squadra riuscendo a ritagliarmi un po’ di spazio con grandi sacrifici. Indossare quella maglia significa essere tra le migliori e quindi grande responsabilità verso le altre ragazze che non hanno la solita fortuna. I ricordi più belli li ho a giro per il mondo…visitando ogni città e solcando ogni campo per fare la cosa più bella del mondo…giocare a pallone!

Hai avuto modo di andare a giocare in America nella WPSL, dove ti sei fatta valere nel Seattle di mister Antonio Cincotta. Cosa ti ha colpito di questa tua parentesi calcistica a stelle e strisce?

Fin da quando ero bambina avevo il sogno di andare a giocare in America. Poterlo realizzare é stato il massimo. Un esperienza fantastica coronata da grandi successi. Giocare a calcio nella patria del calcio femminile é stato bellissimo. In ogni campo si trovavano bambine che giocavano a calcio e le persone che incontravamo in pulman ci salutavano e ci facevano i complimenti per la partita,anche se non sapevamo chi fossero.

Guardando i meri numeri, sei una centrocampista con il vizio del gol, visto che hai segnato quasi 120 gol in 200 partite. Come ti descriveresti a livello di ruolo e di posizione in campo?

Il mio ruolo è sempre stata una risposta che mi metteva in difficoltà. Nasco come difensore adattata a giocare attaccante per necessità…poi visto che fare gol mi veniva abbastanza bene ho mantenuto quella posizione…!anche se in nazionale ho sempre giocato difensore sono una calciatrice abbastanza duttile e pur di giocare faccio qualsiasi ruolo…!

E’ cominciata una sorta di rivoluzione nel calcio femminile con la creazione del Dipartimento e con le sei retrocessioni di quest’anno per formare un campionato a 10 squadre più competitivo e più piccolo. Secondo te questa è la strada giusta?

Ritengo che un campionato a meno squadre per alzare il livello possa essere una buona idea ma tuttavia il metodo scelto per le retrocessioni non lo è affatto. Far scendere 6 squadre dalla serie A per farne salire 4 dalla serie B mi sembra eccessivo. É risaputo che c’è un divario incredibile tra le due categorie e quindi era preferibile far salire meno squadre.

Si parla tanto di antagonismo maschile-femminile, anche nel calcio. Quali sono i rapporti con la compagine dell’altro sesso? C’è scambio di informazioni e di idee oppure ognuno sta in disparte?

Il calcio maschile e il calcio femminile per ora sono due mondi diversi. Spero con tutto il cuore che in un futuro possa esserci più collaborazione in quanto potrebbe essere la vera svolta per rilanciare il nostro sport.

Da poco abbiamo pubblicato un editoriale sugli arbitraggi nella Serie A Femminile. Tu cosa ne pensi da calciatrice e parte in causa?

Credo che fare l’arbitro sia un mestiere difficile. Ne ho avuto tanti in carriera,alcuni migliori ed alcuni peggiori. Non sono il tipo che colpevolizza e incolpa troppo l’arbitro per l’esito di una partita,perché gli errori li commettiamo noi come loro e voglio credere nella buona fede di tutti. La cosa più importante è il rispetto e sono inammissibili colori che offendono solo perché siamo donne e calciatrici,e purtroppo (anche se in rari casi per fortuna) abbiamo avuto anche quella categoria di arbitri.

Il Firenze è a cinque punti dalla zona salvezza per evitare i playout. Secondo te è un traguardo raggiungibile, considerando che dovrete lottare contro due formazioni come Res Roma e Mozzanica?

Il Firenze sta attraversando un anno transitorio e molto difficile. Siamo una squadra molto giovane e ne paghiamo a volte il prezzo per inesperienza, mentre altre volte è ciò che ci spinge a dare e fare di più. Credo che la salvezza sia realizzabile e faremo di tutto per ottenerla evitando i playout.

Ultima domanda per te: cosa vede Alia Guagni nel suo futuro?

Cerco di non pensarci troppo e di guardare giorno per giorno. Calcisticamente vorrei portare il Firenze a livelli ancora più alti. Personalmente spero un giorno di riuscire a crearmi una famiglia bella come la mia.

Stefano Pellone
Stefano Pellone
Parte-nopeo e parte bolognese, ha collaborato a vari progetti editoriali e sul web (Elisir, Intellego, Melodicamente). Ha riscoperto il piacere del calcio guardando quello femminile.

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