Figurine Panini e Topolino: quel sottile confine tra realtà e sogno

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Giovedì 16 gennaio è stato un giorno a suo modo storico per la Serie A: nei palazzi della Lega, s’è consacrato un triumvirato che unisce realtà, sogno e gioia infantile come nessun altro.

Le figurine Panini, infatti, in occasione del lancio dell’album 2013/2014, hanno unito le forze con la redazione di Topolino per dare il via a un nuovo progetto che ha l’obiettivo non solo di rafforzare reciprocamente questi due marchi storici nel nome del pallone ma anche di sensibilizzare il giovanissimo pubblico (anche se non sempre l’età degli aficionados dell’uno e dell’altro totem della nostra cultura è poi così verde a livello di cartà d’identità) al rispetto reciproco e alla lotta alla discriminazione.

Ci si sarebbe potuti aspettare una conferenza stampa volta all’autocelebrazione e al più totale orgasmo autoindotto dalla mastodontica unione d’intenti (aiutata anche dal fatto che Panini è da poco editore della rivista a fumetti più famosa d’Italia, va detto), tenuta a battesimo dalla Lega di Serie A, e invece niente di tutto questo: per una volta, il nostro calcio ha saputo cercare una via nuova (e si spera efficace) per “formare” quelle generazioni che oggi leggono Topolino ma che un giorno potranno andare allo stadio. Formare i ragazzi quindi, ma con quale obiettivo?

Semplicemente, la costruzione di un clima più mite attorno a quella palla che rotola inseguita, come dicono i profani, “da ventun cretini che corrono: ventuno perché non si contano i portieri ma l’arbitro sì!” (dimostrando forse che del tutto profani non sono ma semplicemente il calcio non è di loro gusto). Insomma, la ricerca di un messaggio positivo attraverso un canale che, in quanto a potenza e attrattiva, ha ben poco da invidiare persino a radio e televisione.

TopoGOL parte da qui: un’aspirazione nobile che culmina in una realizzazione visionaria ma che può riunire in sé tre delle passioni maggiormente coltivate dai ragazzi italiani: il calcio, Topolino e le figurine, che, come faceva notare Aldo Sallustro, non hanno perso il loro tocco fascinatorio sulle verdi menti dei bambini nonostante il livello tecnologico sia ormai decadi indietro rispetto a quello che i nostri teneri virgulti sono soliti respirare.

Spesso si dice che lo stadio non è mai stato un posto per famiglie né mai lo sarà: probabilmente è tutto vero ma non è detto che sia al contempo giusto. Vista la deriva presa ultimamente, della quale i reali o presunti razzismi sono solo la punta dell’iceberg di una cultura sportiva italiana capace solo di esaltare chi vince e denigrare gli sconfitti, spesso fino quasi a vederli come ‘nemici’, era lecito provare a cambiare le cose. Viviamo in un clima di perenne ostilità tra tifoserie che spesso trascende la pur sana goliardia (e talvolta si ritorce assurdamente verso ‘il nemico supremo’, ossia le forze dell’ordine): per cambiare, qualcosa andava fatto.

Ma non certo i soliti pistolotti moralistici sul “tifo a oltranza per le italiane” nelle competizioni europee, non certo le multe comminate a bambini seduti in curva che altro non facevano che emulare gli adulti, non certo i soliti patetici slogan che ormai suonano più vuoti degli stacchi pubblicitari durante una gara di Champions decisiva e tirata fino al 90′. No, ci voleva qualcosa di diverso.

E, sorprendentemente ammetterete, è stato fatto. Bene, tra l’altro. Unendo due linguaggi che sanno parlare dritti al nostro cuore di bimbo ma anche al nostro cervello di adulti: i fumetti e le figurine. Due forme d’intrattenimento ormai quasi vetuste ma sempre ammalianti e capaci di trascinarci oltre, in un Iperuranio dove allo stadio, probabilmente, potremmo anche portare nostro figlio di cinque anni senza che debba assistere insulti pesanti, bestemmioni o, peggio, cariche della Polizia.

Un Iperuranio che, forse, ieri ha posto la prima mattonella che parli efficacemente alle prossime generazioni. Una mattonella a forma di Topolino che, al posto della calce, per incollarcene sopra un’altra, ha il retro di una figurina Panini. Forse rimarrà solo un sogno ma, da ieri, il futuro appare un pochino più roseo e il cielo un pochino più fatato.

Chissà, forse è un pezzo di cielo che arriva direttamente da Topolinia o Paperopoli o magari più semplicemente è un regalo di Umberto Panini, scomparso poco più di un mese fa e a cui è stata dedicata l’iniziativa.

Giorgio Crico
Giorgio Crico
Laureato in Lettere, classe '88. Suona il basso, ascolta rock, scrive ed è innamorato dei contropiedi fulminanti, di Johan Cruyff, della Verità e dello humour inglese. Milanese DOC, fuma tantissimo.

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