Seedorf: “Lascio il calcio giocato. Non avrei mai potuto dire no al Milan”

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Alle 16.28 (ore italiane) ha inizio la conferenza stampa voluta da Clarence Seedorf per fare chiarezza sul suo futuro. Davanti a una schiera di giornalisti, accompagnato dalla sua manager Deborah Martin e in presenza del presidente del Botafogo, Mauricio Assumpção, l’ormai ex calciatore olandese ha così esordito: “Voglio annunciare che smetterò di giocare dopo 22 anni. E’ stata una notte difficile, ma sono molto soddisfatto di quello che ho ottenuto nella mia carriera“.

Segue immediatamente un pensiero al “suo” Botafogo Avrò ancora il tempo di abbracciare tutti i giocatori, voglio ringraziare tutti al Botafogo. Siamo migliorati non solo a livello tecnico, ma anche come gruppo. Lascio una squadra che ora può tornare a sognare. Questa esperienza mi aiuterà nel prossimo passo che sarà come allenatore del Milan. Volevo chiudere con questo club in maniera elegante e corretta.”

Prende la parola il presidente del Botafogo, che commenta così la scelta dell’olandese: Volevamo che restasse ancora con noi, ma il calcio guadagna un grande allenatore. In molti dovranno inseguire il Milan in futuro”.

Domande sul futuro da allenatore, a cui Seedorf risponde: “Per i miei rapporti con il presidente Berlusconi, quando ieri mi ha chiamato non ho potuto dirgli di no”. Poi, volendosi concentrare sulla fine della sua carriera e non sul futuro da allenatore risponde così “È una nuova sfida, ma sono tranquillo. Non ne voglio parlare oggi, perché questo è il momento di celebrare la fine della mia avventura al Botafogo. Ho preso questa decisione di giorno, ma la notte è stata difficile. L’ho detto a cena alle mie figlie e tutte erano d’accordo. Sono felice di tornare al Milan e ribadisco: ho preso la decisione in pochi giorni. I miei obiettivi col Milan? Mi piacerebbe tornare a giocarmi un Mondiale per Club.”

Continuano le parole dell’olandese sul Botafogo, sul calore dei tifosi e sul gruppo che lascia, sul motivo che l’hanno spinto al ritiro e sul valore del calcio nella sua vita: “Se avessi potuto giocare altri cinque anni sarei rimasto, perché qui al Botafogo il gruppo è giovane e competitivo. Ma la carriera di un giocatore non è eterna. Il calcio è parte della mia vita, ma non tutta la mia vita. Sapevo che prima o poi sarebbe finita. Ho scelto il Botafogo perché era una sfida tornare a far brillare questa stella. Mi piacciono questo genere di sfida, come poteva essere quella con il Torino in Italia o il Chelsea di dieci anni fa. Questo non è un addio, ringrazio i tifosi e mi piacerebbe abbracciarli uno ad uno. L’ultima partita, segnando un gol, è stata fantastica”

La manager di Seedorf conferma le indiscrezioni uscite questa mattina: l’olandese firmerà col Milan un contratto di due anni e mezzo, con scadenza quindi nel 2016.

Il futuro allenatore del Milan decide di concludere la conferenza parlando della sua scelta di diventare allenatore: “Quando sono in un club do sempre il cento per cento. E il Milan è la società in cui sono rimasto di più, dieci anni. Ed è normale che ci siano grandi sensazioni nel rapporto con questo club: è qualcosa di speciale. Ho sempre avuto l’idea di diventare allenatore, anche se non sapevo quando. E’ un passo naturale, ed è anche un modo per proseguire la mia missione nella vita, cercare di rendere il mondo migliore attraverso il calcio. Non più come attore in prima persona, ma allenando gli attori, i giocatori, che sono un modello per i giovani. Bisogna seguire il cuore. La testa può farti prendere decisioni sbagliate, ma il cuore non sbaglia”.

Luca Ghigliani
Luca Ghigliani
Nato a Voghera il 17 febbraio dello stesso anno in cui Del Piero approda alla Juventus, bianconero dalla nascita, ammira il calcio offensivo e gli allenatori che adottano questo stile di gioco.

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