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MondoPallone Racconta… Bruno Metsu ed il suo Senegal

Nella notte tra lunedì e martedì è scomparso Bruno Metsu, che conobbe fama nel 2002 alla guida del Senegal. Un tuffo nella memoria per rivivere la storia di un tecnico francese giramondo e della sua creatura più famosa.

Da calciatore

Nato a Coudekerque-Village (Francia) il 28 gennaio 1954, Bruno Jean Metsu disputa una discreta carriera da calciatore. Centrocampista, si forma nell’Hazebrouck ed in Belgio nell’Anderlecht. DEbutta da professionista in seconda divisione con il Dunkerque nella stagione 1973-74 ed in quella seguente ritorna all’Hazebrouck, militante nello stesso campionato. 7 reti in 35 partite convincono il Valenciennes neopromosso in Ligue 1 a puntare su di lui: Metsu gioca 5 tornei tutti in massima divisione tra il 1975 ed il 1979, con uno score di 134 presenze e 14 reti. Tra i suoi compagni di squadra in quegli anni ci sono Didier Six e Roger Milla.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel 1979 passa per un biennio al Lilla e poi per ulteriori due anni al Nizza. Chiude con un campionato nel Roubaix e poi con le ultime tre annate nel Beauvais. Le sue cifre da professionista in partite ufficiali parlano di 394 gare e 32 reti.

In panchina

Proprio nel Beauvais inizia la parabola di tecnico, accettando prima la guida del centro di formazione del club e poi quella della prima squadra nel 1987: porta il club ai quarti di finale della Coppa di Francia nel 1988. Nel 1992 ritorna in Ligue 1 dall’altra parte della barricata, con il Lilla. Sarà la sua unica esperienza in massima divisione. Da quel momento in poi, si dividerà tra seconda e terza serie sulle panchine di Valenciennes, Sedan e Valence.

La favola Senegal

Nel febbraio 2001 viene contattato dalla federcalcio del Senegal per prendere le redini della Nazionale. Gli africani si qualificano per la Coppa d’Africa 2002 e disputano una brillante cavalcata spingendosi fino alla finalissima: il sogno dei Leoni del Teranga si infrange ai rigori contro il Camerun. E’ il preambolo all’esordio mondiale del Senegal, che alla rassegna iridata di Corea/Giappone giungono da perfetti sconosciuti o poco più sulla scena internazionale. L’esordio è di fuoco, contro i campioni in carica della Francia. Una partita nella partita, visto che quasi tutti i membri della nazionale senegalese militano in Francia. La rete di Pape Bouba Diop, in scivolata, schianta i transalpini per 1-0, che non sanno di iniziare un disgraziato Mondiale. La squadra di Metsu, guidata in campo dalle prodezze di El Hadji Diouf, Henri Camara ed il citato Bouba Diop passerà il girone A come seconda dietro alla Danimarca e davanti a Francia e Uruguay. Negli ottavi la doppietta di Henri Camara elimina la Svezia ai supplementari e nei quarti, sempre all’extra time, una rete del turco Ilhan Mansiz spegne il sogno dell’accesso alla semifinale di una nazione africana, come il Camerun nel 1990. Bruno Metsu, con i lunghi capelli ricci, gli occhi azzurri e la maglia bianca sotto la giacca, diventa un personaggio.

 

 

 

 

 

 

 

 

Vagabondo per l’Asia

Dopo la felice avventura con il Senegal, affronta numerose avventure – anche vincenti – tra Emirati Arabi Uniti e Qatar, in cui guida sia alcuni club che entrambe le Nazionali. In mezzo una parentesi in Arabia Saudita con l’Al Ittihad Djeddah.

La malattia

Il 26 ottobre 2012 si dimette per motivi di salute dalla guida dell’Al Wasl Dubai. Il cancro lo colpisce a vari organi e scompare nella sua città natale all’età di 59 anni. Si ricongiunge idealmente a Jules Bocandé, ex bomber senegalese degli anni 80 che era stato suo assistente al Mondiale 2002 e deceduto nel 2012.

 

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