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MondoPallone Racconta… L’annus horribilis dell’Inter

Come tutti gli appassionati italiani sanno, l’Inter sta per concludere una delle più travagliate e sfortunate stagioni della sua storia. La catena impressionante di infortuni, in alcuni casi riguardanti giocatori chiave, non ha certo aiutato il tecnico Stramaccioni nel proprio lavoro. Se si aggiunge il fatto che i nerazzurri sono fuori dalle Coppe Europee per la prima volta dalla stagione 1998-99, salta all’occhio un’annata particolarmente infausta per i tifosi interisti. Mettiamo a confronto queste due stagioni.

 

 

 

 

 

 

 

Risulta quasi incredibile come nel torneo 1998-99 l’Inter non sia riuscita ad andare oltre l’ottavo posto, considerando la grande qualità della rosa a disposizione di Luigi Simoni, che nel campionato precedente aveva guidato i milanesi al secondo posto ed alla vittoria in Coppa UEFA. Parlavamo di qualità della rosa: valori di gran lunga superiori alla squadra attuale.

In porta Gianluca Pagliuca faceva da chioccia ad un giovanissimo Sébastien Frey. La difesa forse può essere considerato il reparto più “anonimo” del team, con West, Milanese, Galante, Mezzano, Silvestre, Fresi, Colonnese ed un Beppe Bergomi all’ultima stagione di una gloriosa carriera. In questa Inter si delineano già i connotati di un gruppo poco italiano e molto… Internazionale.

Il settore di centrocampo annoverava tra le sue file l’attuale capitano e leggenda Javier Zanetti, Dabo, Paulo Sousa, Cauet, Zé Elias, Simeone, Cristiano Zanetti, un acerbo Andrea Pirlo, Moriero e Winter.

L’attacco, dal punto di vista qualitativo e numerico, avrebbe fatto parecchio comodo a Stramaccioni, ma anche a tutti gli altri allenatori.

Ronaldo, reduce da uno scintillante esordio farcito da 25 reti ma anche da un Mondiale in chiaro-scuro, era la stella assoluta della prima linea. Ma dove mettiamo Zamorano, Roberto Baggio, Djorkaeff, Recoba, Ventola e Kanu?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Senza dubbio una squadra costruita da Moratti per primeggiare e strappare il tricolore alla Juventus, per vendicarsi anche degli strascichi velenosi della stagione prima.

Invece? Cosa accadde?

Alla prima giornata il pareggio in rimonta a Cagliari con doppietta di Ventola. Poi, dopo tre successi consecutivi, tre tonfi pesanti: sconfitte  per 3-5 in casa con la Lazio, 1-0 a Torino con la Juventus e soprattutto, un altro rovescio interno che fa notizia. Quello a San Siro, dove il Bari trionfa per 3-2 grazie alle reti di Zambrotta e Masinga. Nella testa di Moratti, probabilmente, comincia a suonare un rumoroso campanello d’allarme. Nel turno successivo i nerazzurri, due volte in vantaggio, si fanno riprendere dal Milan nel derby. Vittoria liberatoria per 3-0 sulla Sampdoria e nuova caduta a Firenze. La vittoria al cardiopalmo ottenuto sulla Salernitana al 95° non basta a Simoni per mantenere la panchina. E’ il 30 novembre: al tecnico bolognese subentra il romeno Mircea Lucescu. Ma gli alti e bassi non si fermano. Il 21 marzo il patron nerazzurro cambia di nuovo la guida tecnica in corsa, prima con la soluzione interna di “Giaguaro” Luciano Castellini e poi con l’inglese Roy Hodgson.

Roy Hodgson

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ultimo treno per l’Europa, per salvare una stagione travagliata, passa per lo spareggio UEFA con il Bologna, semifinalista come l’Inter in Coppa Italia. In un periodo in cui esiste anche la Coppa Intertoto, i nerazzurri falliscono l’obiettivo. Se si pensa che proprio il Bologna aveva chiuso in campionato dietro ai milanesi… oltre al danno, la beffa.

In Champions League la corsa termina ai quarti di finale per mano del Manchester United, che vince all’andata e pareggia al ritorno in Italia. Da ricordare, la vittoria sul Real Madrid nella notte del 3-1 grazie alla doppietta del subentrato Roberto Baggio.

All’Inter non basta avere avuto il maggior sostegno di pubblico di tutta la Serie A 1998-99: 68.459 spettatori di media.

Per riscattare in minima parte questa stagione disgraziata ed affrancarsi leggermente dal passato, occorre non peggiorare l’ottava piazza in classifica.

 

 

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