In risposta a Carlo Sassi è già intervenuto Gianfranco De Laurentis: “Moviola su Turone truccata? Impossibile. La moviola si faceva a Milano, Roma non c’entra a livello tecnico: bisogna tenere conto del fatto che solo dal 1990 la Capitale è entrata nel merito della moviola. Solo qualche anno dopo quel gol con il Telebeam [ndr era una versione “evoluta” della moviola, oggi ricordo folkloristico della tecnologia andata, come i videogame di space invaders] si è riusciti ad introdurre una tecnologia più complessa nella moviola: grazie ad una ricostruzione grafica delle posizioni dei giocatori in campo si poteva produrre un’analisi più dettagliata delle azioni ma questo sicuramente non significava una manipolazione o una modifica dei contenuti.”
“Er gò de Turone” (così Massimo Zampini ha intitolato un suo libro, dedicato alle vicende di uno juventino a Roma) sarebbe un falso storico. Riabilitato anche Prandelli: l’odierno CT della Nazionale, all’epoca dei fatti non teneva in gioco il difensore giallorosso. Vicenda assurta a dimensione mitica, come gli Ufo nell’Area 51, è diventato per antonomasia l’episodio che avrebbe dovuto dimostrare la natura tiranna e padronale della Juventus e la persecuzione calcistica della società romana. Quella partita, considerata dai tifosi romanisti come la madre di tutti i furti bianconeri, avrebbe risolto a favore dei giallorossi la volata allo scudetto del 1980 – ’81. Invece, di quell’incontro rimasero i parastinchi di Falcao spezzati da un’entrata di Furino, la famosa frase dell’Ing. Viola, presidente giallorosso, “Abbiamo perso lo scudetto per una questione di centimetri” e un righello d’oro che Boniperti fece recapitare al Presidente giallorosso. Ad alimentare indirettamente la polemica, l’anno successivo fu la Fiorentina, sentitasi defraudata per un gol annullato a Graziani nell’ultima decisiva giornata, coniando lo slogan “meglio secondi che ladri” e poi il Verona, per gli episodi capitati in un “derby” di Coppa Campioni contro la Juventus. Ma la vera vittima della vicenda fu Maurizio Turone, detto “Ramon” ma ancor più noto ai posteri come “Quello del gol annullato”. A lui, da quella volta, non è passato giorno in cui qualcuno non abbia chiesto la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità su “er gò de Turone”.
Del resto, ancora oggi, a rivederlo a velocità naturale, restano forti dubbi. O no?