Grecia, cronaca: nervi tesi a Giannina, ma il Panathinaikos resta in coma

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Il Panathinaikos arriva allo Zosimades di Giannina sotto la sassaiola di alcuni tifosi locali, che danno il benvenuto a Fabri Gonzalez per la sua prima gara di Super League. La vittoria è il risultato che cercano entrambe le formazioni: il PAS per approfittare della sconfitta del Levadiakos e rubargli il posto nella zona playoff, il Pana per lasciarsi indietro i fantasmi del passato e portarsi a -1 dall’Europa. Christopoulos cambia le carte in difesa: fuori Lila e Dasios, dentro Michail e Oikonomou, mentre si rivede Keita in mediana. Fabri mette a punto un 4-2-3-1 con il rientrante Andre Pinto in difesa, con il redivivo Stelios Marinos, mentre a centrocampo preferisce Habib Sow a Zeca.

 

TANTO AGONISMO, MA IL GOL NON ARRIVA. I fan club del PAS Giannina sono presenti al gran completo e, dalle in quadrature sul campo, si notano curiose scene che ritraggono le sommità dei palazzi che abbracciano lo stadio ionico gremite di tifosi, che incitano i loro beniamini dal loro personale “terzo anello” al risparmio. Lo spettacolo che vedono non è però da raccontare ai nipoti. Malgrado il cuore messo in campo dalle due formazioni, il risultato non si sblocca e la lotta per il pallone a centrocampo occupa buona parte dei primi quarantacinque minuti. L’inizio sembrava promettente, con un rapido tris di conclusioni tra il 9′ e il 12′ minuto che hanno avuto come protagonisti Georgiou, che ha sprigionato un gran bolide spentosi di poco sopra l’incrocio dei pali, Sissoko, che ha costretto Fegrouche ad allungarsi, e Brana Ilic, che è fuggito via in contropiede, prima di trovare un ottimo Karnezis a chiudergli la traiettoria del tiro. La gara è poi proseguita tra interventi difensivi in chiusura e strenue battaglie per il possesso di palla, con le stesse conclusioni a rete che sapevano più di rabbia, che di tecnica. Poco brillante finora il Panathinaikos targato Spagna, più in partita il PAS Giannina.

 

SARA’ IL NUMERO DI SCARPATE A DETERMINARE IL VINCITORE. A inizio ripresa, il nervosismo in campo cresce e il pubblico amplifica ogni decisione arbitrale con urla e muggiti, la cui carica emotiva sa passare via etere e farsi sentire anche davanti allo schermo. Un paio di ammonizioni per proteste e diversi interventi fallosi sono il risultato di questo cocktail. Al 68′ si verifica anche un’interruzione di gioco per le incessanti e crescenti proteste del nutrito gruppo di ultras presente allo stadio, ma ci pensa De Vincenti a riportare per qualche secondo la partita sul piano dello spettacolo, grazie a un meraviglioso tiro al volo dal lato destro dell’area, trovando però Karnezis pronto. “Lo spettacolo deve continuare”, direbbe qualcuno. Purtroppo quel qualcuno non è sceso in campo allo Zosimades e il deleterio mix di agonismo, nervi tesi e tacchetti impazziti continua fino allo sfinimento. Verso l’85’, i giocatori buttano per la prima volta l’occhio sul tabellone, notano che il risultato è ancora sullo 0-0 e si precipitano alla rinfusa verso le rispettive aree di attacco. Il gran tiro di Korovesis all’87’ è, insieme a quello di De Vincenti, la migliore emozione della gara. Forse non sarà  la partita adatta per giudicare l’operato dell’allenatore, forse l’eccessivo agonismo ha rovinato qualche piano o strategia, ma il Panathinaikos di Fabri Gonzalez non farà sicuramente saltare di gioia Alafouzos e soci.
PAS GIANNINA – PANATHINAIKOS: 0-0.
PAS Giannina (4-2-3-1): Fegrouche; Michail, Kolovetsios, Pantos, Oikonomou; Tsoukalas, Keita; Georgiou (82′ Giakos), De Vincenti, Korovesis (89′ Niklitziotis); Ilic (76′ Vila). A disp.: Tabasis, Berios, Avgenikou, Dasos. All.: Christopoulos.
Panathinaikos (4-2-3-1): Karnezis; Seitaridis, Andre Pinto, Velazquez, Marinos; Vitolo, Sow; Mavrias (82′ Fornaroli), Sissoko (89′ Barbarouses), Quincy (58′ Zeca); Toché. A disp.: Lagos, Fourlanos, Kapino, Triandafillopoulos. All.: Fabri.
Arbitro: Marios Labropoulos.
Note: ammonizioni: Korovesis, Keita (PAS), Andre Pinto, Sow, Quincy, Toché, Sissoko (PAN).

Francesco Piacentini
Francesco Piacentini
Pavese classe '91, laureato in scienze politiche, per lui lo sport è uno specchio su cui si riflette la storia di un popolo. Stregato dal calcio inglese e greco, ama la politica, l'heavy metal e il whiskey.

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