Scappa la Juve, vittoriosa e travolgente a Pescara (6-1 sulla squadra di Stroppa). Frena l’Inter, sconfitta per 3 a 2 a Bergamo, campo su cui era caduto anche il Napoli, che invece vince a Marassi contro il Genoa. Superano la prova di maturità la Fiorentina, che strapazza un piccolo Milan a San Siro, e la Lazio, che fa suo il derby capitolino contro la Roma.
Parliamo proprio dell’Inter, che perde a Bergamo dopo 10 vittorie consecutive e dopo 10 vittorie di fila in trasferta. Persi 2/3 della difesa titolare, Stramaccioni è dovuto virare sulla difesa a 4, con il ritorno di Silvestre da titolare in campionato. I risultati, figli di davvero poca confidenza con questo schieramento, si sono visti. Denis, Bonaventura e Maxi
Non sembra voler aspettare per esplodere nemmeno la Fiorentina di Montella, sempre più vicina al chiamarsi “grande squadra”. Il piccolo Milan di ieri non è sembrato un ostacolo insormontabile, ma vincere a “San Siro” non è mai un impresa da poco, specie se ti manca la punta di diamante Jovetic. I viola l’hanno vinta giocando al calcio, con Borja Valero e Pizarro splendidi direttori d’orchestra e Aquilani in veste di “vendicatore”, al primo gol con la Fiorentina e proprio contro la sua ex squadra. La macchina di Montella è di quelle che sembrano perfette, che girano a memoria, con tutti gli ingranaggi messi al punto giusto. Non si può dire lo stesso, invece, per il Milan di Allegri, apparso sempre più
Chi invece entra sempre in campo con l’atteggiamento giusto è Edinson Cavani, che guida il Napoli alla vittoria a Genova, dopo essere stato sotto per ben due volte nell’arco della gara. Ottima la dimostrazione di carattere della squadra di Mazzarri che, lasciandosi guidare dal carisma e dalla classe del “matador” e di Hamsik, sono riusciti a portare a casa 3 punti fondamentali per la corsa alle prime posizioni. Questa volta le cosiddette riserve non steccano e, anzi, aiutano gli azzurri a risollevarsi nel periodo più cupo di questa stagione. Per dimostrazione, citofonare “Mesto”, al primo gol con i partenopei proprio contro la sua ex squadra. Un po’ di ossigeno per Mazzarri, che vede sempre più vicina la Fiorentina alle sue spalle, ma che ora può tornare a leggere bene il numero di targa dell’Inter di Stramaccioni.
Due passi dietro i viola, però, sale la Lazio di Petkovic, che vince il derby capitolino al primo colpo battendo uno Zeman che, forse, ha tanto di suo nella sconfitta di ieri. Partendo dai biancocelesti, la “possanza fisica” del loro tecnico (citando Lotito), si vede anche in campo. La Lazio è squadra tosta, con due fuoriclasse e tanti ottimi giocatori che sanno giocare a pallone. Bella quando si può, cinica quando si deve. Ingredienti perfetti per arrivare alla vittoria. Puntando l’obiettivo sulla Roma, possiamo elencare quattro episodi significativi della sconfitta dei giallorossi: 1) gol di
Se due indizi fanno una prova, qua siamo di fronte a una certezza di colpevolezza. Forse è giunto il tempo di ammetterlo. Ci ha creduto, ci ha provato ma non ci è riuscito. Zeman ha fallito.