La profezia di Cesare

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Alla fine aveva ragione lui. Come sempre. Martedi’ sera abbiamo assistito a una prova convincente della nazionale italiana nello stadio che maggiormente rappresenta l’Italia intera: il Giuseppe Meazza di Milano. Peccato che la ‘Scala’ del calcio, pur con tenori e baritoni di lusso, questa volta abbia tradito le attese e fosse deserta o quasi. Solo 37 mila tagliandi staccati, in uno stadio che può arrivare a contenerne piu’ del doppio, rappresentano un mezzo fiasco.

E’ stato uno spettacolo desolante, e Prandelli lo aveva fatto notare gia’ in tempi non sospetti, appena finito Euro 2012. Cesare aveva messo tutti in guardia affermando che, gli italiani, seguono la nazionale soltanto nelle fasi finali delle grandi manifestazioni; fregandosene quindi che, per arrivare a sollevare trofei prestigiosi, serve comunque passare dalle qualificazioni.

E’ bastato un inizio non scintillante di Pirlo e compagni per far calare l’entusiasmo dei tifosi ai minimi storici, dopo aver ottenuto un’insperata medaglia d’argento in terra ucraina. Perchè questa nazionale non riesce piu’ ad attirare le grandi masse allo stadio? Eppure dopo il brutto pareggio di Sofia, sono arrivate solo vittorie. Non condite dal bel gioco, questo senza ombra di dubbio, ma alla fine nel calcio, soprattutto in quello italiano, quello che conta davvero è vincere. L’Italia è prima nel girone, non dimentichiamolo, anche se la concorrenza non è certamente delle piu’ agguerrite.

La risposta degli undici azzurri scesi in campo, però, è stata formidabile. Eccetto qualche sbandata iniziale, dovuta a dir la verita’ piu’ ai meriti danesi, l’Italia ha macinato quel gioco che non si era visto nè in Bulgaria, nè in Armenia, nè tanto meno contro Malta. Montolivo sembra finalmente aver trovato posizione e ruolo all’interno della nazionale, e questo potrebbe essere d’aiuto anche ad Allegri. Pirlo non ha ancora raggiunto i livelli eccezionali della scorsa stagione, e ad ottobre un senso può averlo, ma rispetto a un mese fa viaggia comunque su pianeti ben differenti, mentre in attacco l’Italia sembra aver finalmente trovato il suo condottiero: Mario Balotelli.

Anche l’atteggiamento è stato deciso piu’ che mai: la strada sembrava in discesa dopo il 2-0, ma prima il gol ospite e poi l’espulsione di Osvaldo avevano creato piu’ di qualche dubbio nella testa dei ‘pochi’ tifosi presenti a San Siro. L’unione fa la forza e i nostri, martedi’ sera, sono stati piu’ uniti che mai, trascinati da uno spettacolare Balotelli, uno che vive di contraddizioni. Sino ad ora, complice qualche problema fisico, si era visto piu’ sui giornali di gossip che sulle cronache sportive, ma la prestazione sfoderata ieri sera, soprattutto dopo l’espulsione di Osvaldo, è stata da leader e da vero uomo reparto. E tecnicamente ‘Mad Mario’ può sicuramente essere il trascinatore di questa squadra.

Al di la’ del gol, è stato stupefacente il suo atteggiamento. Strano a dirsi, ma ha effettuato alcuni recuperi difensivi che penso abbiano stupito tutti all’interno dello stadio, dimostrando maturità e spirito di servizio alle esigenze della squadra ad oggi mai viste. Eppure a San Siro lo conoscono fin troppo bene, ma la versione 2.0 di Balotelli deve aver fatto ricredere in tanti. Una partita non può essere abbastanza per snocciolare un’analisi definita, ma è comunque un punto di partenza. Indipendemente dai goal, dalle proteste con gli arbitri e dalle polemiche in campo, il Balotelli che si toglieva la maglia, rovinando la splendida vittoria nerazzurra contro il Barcellona, è ormai soltanto un vago ricordo.

La cura Mancini deve avergli fatto bene, ma a noi interessa che Prandelli possa finalmente affidargli le chiavi della ‘fuoriserie’ Italia. E se in quanto a profezie, il nostro Cesare ha dimostrato di vederci fin troppo lungo, speriamo che “Super Mario” possa riaccendere gli entusiasmi dei tifosi italici; Milano stavolta ha fatto una pessima figura nei confronti degli azzurri, allora tanto vale scegliere in futuro stadi piu’ piccoli e soprattutto piu’ caldi.

Alessandro Lelli
Alessandro Lelli
Nato a Genova nel maggio 1992; è un appassionato di calcio, basket NBA e pallavolo (sport che ha praticato per molti anni). Frequenta la facoltà di Scienze Politiche, indirizzo amministrativo e gestionale.

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