Un libero che ha vinto tutto quello che poteva sia in maglia bianconera che in quella azzurra. Tutte le coppe per club, sette scudetti e anche una Coppa del Mondo nel 1982. Ma un campione non si ricorda solamente per quello che ha vinto ma anche per il suo contributo per la squadra.
Mai un espulsione perchè chi arrivava per primo sulla palla era sempre lui. Un uomo rispettato da compagni e, soprattutto, dagli avversari. Non aveva bisogno di alzare la voce per diventare un leader della squadra. Solamente rispetto e una difesa eccezionale come la sua. Sarà difficile nel calcio di oggi trovare una leggenda come lui. E’ questo il motivo più grande per cui oggi sono qui, insieme agli altri tifosi, juventini e non, a ricordare quel maledetto giorno, in cui Scirea, andato a studiare gli avversari del Górnik Zabrze per il primo turno della coppa UEFA 1989-90, pronto a tornare a Torino e poi accompagnato da un autista locale, un’interprete e il dirigente del club polacco, trovò inevitabilmente la fine, dopo un esplosione causata dal tamponamento di un furgone. Le taniche di benzina conservate nel bagagliaio dell’auto in cui si trovava furono fatali per tutti, tranne per il dirigente, uscito in tempo dal veicolo. Ora purtroppo possiamo solamente ricordare quel famoso numero 6!