ESCLUSIVA MP – Paolo Foglio: “Scommesse? I furbi non solo nel calcio”

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Altra intervista esclusiva per i lettori di Mondopallone, che questa volta ha raggiunto l’ex difensore, tra le altre, di Atalanta e Siena Paolo Foglio. Ritiratosi dal calcio professionistico nel 2008, quando ha indossato la maglia dell’Albinoleffe, l’ex terzino bergamasco ha rafforzato negli ultimi anni di attività una formazione dilettantistica locale per poi iniziare la carriera di allenatore sempre tra i dilettanti, alla guida del suo Colle Alto (formazione di seconda categoria del piccolo paese di Bagnatica, in provincia di Bergamo), che per due anni è andato vicino al salto di categoria e per due anni si è visto svanire il sogno promozione sul più bello. Ma l’importante è anche divertirsi e lui ci dice che è così.

Mister, partiamo dalla Sua scelta di cominciare a fare l’allenatore partendo dai dilettanti.

Allenare mi è sempre piaciuto, sapevo già di saperlo fare e ho scelto di sposare il progetto Colle Alto perché la società mi ha dato l’opportunità di fare quello che io amo, e poi credo che la gavetta sia sempre una cosa importante per provare ad emergere. La mia squadra? Dispiace perché nonostante le grandi stagioni giocate dai miei ragazzi non siamo riusciti per due volte a salire in Prima categoria”.

In Italia si fatica a dare fiducia ai giovani calciatori, mentre gli allenatori emergenti in questi anni sono molto in voga anche nelle categorie più importanti, pensiamo a Montella o Stramaccioni nella nostra Serie A, che da tecnici delle giovanili sono passati subito nella massima serie. Che ne pensa?

Be’, passare dagli Juniores o dalla Primavera alla prima squadra di un’importante società non è facile, anche perché ti trovi a doverti confrontare con giocatori importanti e navigati. Comunque sono favorevole all’apertura di questi giovani allenatori, ci vuole un po’ di ringiovanimento, anche perché il futuro è proprio la gioventù. Poi comunque questi professionisti hanno dimostrato di essere bravi e preparati”.

C’è per caso qualcuno di questi allenatori che Le piace particolarmente per come opera?

Be’, c’è Montella che apprezzo molto, ho visto spesso il Catania e nonostante non disponesse di una rosa di prim’ordine ha fatto bene. Poi sai, il successo di un allenatore è sempre e comunque appeso ad un filo, e bisogna portare a casa i risultati per rimanere in alto. Comunque l’allenatore che apprezzo di più in assoluto è Cesare Prandelli, che mi ha allenato anche nelle giovanili dell’Atalanta, e poi nel Verona e nel Venezia”.

E Lei invece che tecnico è, dal punto di vista umano e tattico?

Nelle categorie dove alleno i miei giocatori sono gente che ha anche un altro lavoro e quindi bisogna essere malleabili nel gestire i ragazzi, non si può pretendere chissà che. La tattica sinceramente credo lasci il tempo che trova, nel senso che dipende poi dall’organico di cui disponi. Ci si adatta alle caratteristiche della rosa ecco, non ho un modulo fisso da adottare”.

Una parentesi d’obbligo, riguardo agli scandali d’attualità nel nostro calcio. Cosa ne pensa del calcio scommesse? A Lei probabilmente lo tocca particolarmente da bergamasco, visto che l’Atalanta finora è stata la società che ha pagato le spese maggiori.

Io penso che questi scandali facciano parte della vita. Cioè, in tutto il mondo e in tutti gli ambiti della nostra esistenza ci sono persone che tentano sempre di fare i furbi. Nel calcio, nella politica … Anzi, leggendo le dichiarazioni del nostro capo del governo, Mario Monti, credo che prima di fermare il calcio andrebbe fermato qualcos’altro … Io sono fuori dal calcio giocato ormai da quattro anni e non so bene cosa sia successo riguardo a questo scandalo. Comunque sì, mi dispiace anche perché sono implicati calciatori con cui io in passato ho giocato. È una situazione difficile, perché in teoria questi giocatori strapagati non dovrebbero avere simili vizi, perché poi abbiamo visto che se entri non ne esci più così facilmente. Non lo so, se si persevera o c’è qualcosa che non va in loro oppure non saprei … Inoltre trovo strano il fatto che una società di calcio si metta in questi giri strani, non ne avrebbe motivo, e infatti non credo sia giusto che paghino solo per colpa dei loro tesserati. Così come non condivido la penalizzazione dell’Atalanta. Poi, per quanto riguarda i taciti accordi tra due squadre che devono salvarsi e magari, prima della partita, decidono di non farsi male perché basta loro un pareggio, be’, questo c’è sempre stato, ma non si tratta di calcio scommesse, è un’altra cosa”.

Cambiando discorso, da bergamasco e da ex come commenti la parabola discendente dell’Albinoleffe?

L’Albinoleffe non stava andando male all’inizio di questa stagione. Con Mister Fortunato si stavano mantenendo a metà classifica quasi, poi con il suo esonero la squadra non è riuscita a fare più punti. Peccato perché il presidente Andreoletti e il ds Valoti è gente intelligente e brava che ha mantenuto per nove anni la Serie B pur spendendo cifre moderate. Purtroppo nel calcio non va sempre bene. Poi magari ha inciso anche lo scandalo scommesse che ha messo in mezzo gente della società. Anche se non ci sono colpe reali, questo può essere un fattore che incide sulla serenità all’interno di una società”.

Parlando invece di Nazionale, chi vedi favorito per gli Europei? E dell’Italia chi può fare la differenza?

Sicuramente favorita rimane la Spagna, ma credo molto nell’Italia. Il percorso di qualificazione degli azzurri è stato soddisfacente e hanno dimostrato un buon calcio. Il giocatore in più? Direi Balotelli, senza dubbio. Se solo mettesse la testa a posto una volta per tutte …

Un’ultima domanda. Una tua ambizione professionale nel futuro? Magari fra qualche anno ti candidi per il dopo Colantuono all’Atalanta?

Ma no (ride, ndr), io mi diverto ad allenare. Certo, ho delle ambizioni e mi piacerebbe salire di qualche categoria, anche non ai vertici. Dopo tutto comunque ho ancora trentasei anni e c’è tempo. Per adesso ho sempre fatto bene ma richieste zero (ride, ndr). Al giorno d’oggi è difficile per noi allenatori, perché ci sono tanti corsi di abilitazione che sfornano altrettanti tecnici, troppi per i pochi posti nelle varie squadre. Guardo la realtà, ci sono molto allenatori in giro senza una squadra, io almeno ce l’ho!”.

Gianluca Grasso
Gianluca Grasso
Nato a Catania il 10 giugno 1987, si è laureato in Scienze della Comunicazione a Bergamo, dove ha cominciato l’attività pubblicistica collaborando con Bergamo&Sport, Bergamosportnews.it e Itasportpress.it. Segue con passione il calcio a tutti i livelli.

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