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Kombouare si sfoga: “Non sono inferiore a Ancelotti”

Che il suo improvviso esonero dal PSG non gli fosse andato a genio lo si era capito fin da subito. Ora, a un mese circa dal suo allontanamento dalla panchina dei rossoblù parigini, parla per la prima volta Antoine Kombouare, il tecnico silurato da Leonardo per lasciar spazio all’arrivo di Carlo Ancelotti alla corte del club transalpino.

Parole amare per un allontanamento inatteso e, forse, ingiustificato, visto che al momento del suo licenziamento durante la sosta natalizia, la squadra aveva chiuso l’anno al primo posto della Ligue 1, l’equivalente della nostra serie A. Kombouare aveva accettato la decisione della dirigenza del club da signore, senza fare eclatanti polemiche: immaginate cosa sarebbe accaduto se al posto dell’ex tecnico del Valenciennes ci fosse stato sua antipatia Mourinho!

Ora però, il mister quarantottenne ha deciso di rompere il silenzio di queste settimane e sfogare la sua frustrazione. In un’intervista al francese “Le Parisien”, Kombouare dice “Non mi sento inferiore a lui; mi sentirò offeso fino alla fine dei miei giorni”. Chiaro riferimento al suo successore Ancelotti, voluto in primis dal d.s. del club parigino, il brasiliano Leonardo.

Il tecnico aggiunge: “ho voltato pagina. Non potevo accettare di essere stato esonerato nonostante fossi primo in campionato ma dall’altro lato capivo che gli sceicchi del Qatar volevano un allenatore rinomato”- questa la filosofia dell’ex mister, che continua – “lo capisco ma non l’accetto, perché avevo voglia di andare fino in fondo. Sarei rimasto male se fossi stato sostituito da Makelele, per esempio, ma in questo caso è toccato ad Ancelotti. Attenzione, non dico che sono meno forte di lui, ma posso capire”.

Alla delusione del Kombouare allenatore, si aggiunge quella del Kombouare uomo:“Il morale è buono. Il mio primo sentimento è stata la delusione, ma al tempo stesso il sollievo. Fino alla fine dei miei giorni sentirò quest’offesa e mi dirò che sono stato privato di qualcosa. Ero preparato al fatto che mi avrebbero sostituito con qualcuno non più forte di me, ma che avesse vinto qualcosa”.

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