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Serie A: ultimo atto prima della pausa. Analisi dei protagonisti

Il Natale incombe, non siamo come gli inglesi e perciò abbiamo bisogno di  godercelo a casa nostra, assieme alla famiglia. Ovviamente i calciatori, i quali pur essendo dei privilegiati appartengono comunque alla categoria degli esseri umani, non fanno eccezione: prepariamoci quindi all’ultimo atto dell’anno solare e di una prima parte di stagione davvero interessante.Lo spezzatino stavolta sarà un po’ meno indigesto, visto che quest’oggi si disputeranno due sole partite e le restanti otto avranno luogo nella giornata di domani. In proposito c’è da dire che la suddivisione dei match in più fasce, giornaliere e orarie, da un lato soddisfa le esigenze degli affamati di calcio fornendo loro la possibilità di divertirsi quotidianamente, mentre dall’altro snobba la passione dei tifosi che riempiono lo stadio e danno senso a questo magnifico sport, pur ormai detronizzati dalla regina Tv. Può un lavoratore essere presente alle 18 di un normale martedì?

Il recupero della prima giornata avrà inizio con Siena – Fiorentina, sentito derby toscano ma soprattutto gara delicatissima per entrambe: nessuno può permettersi di sbagliare onde evitare di aprire ufficialmente crisi profonde. Gli uomini di Sannino attraversano un periodo di appannamento dopo l’eccellente avvio di campionato; la flessione, però, si è registrata soprattutto per quanto riguarda il profilo dei risultati, le prestazioni non sono mai mancate. Forse ha ragione il tecnico bianconero quando afferma che la gente ha perso di vista la realtà complice il grande inizio, ma un punto nelle ultime sei partite è comunque un  magro bottino e bisogna invertire la tendenza. Ben altro discorso merita la vicenda Fiorentina, una compagine senza attributi, senza un vero leader, perché capitan Gamberini e il vice Pasqual sono ottimi calciatori ma non possiedono la stoffa del condottiero; perché Montolivo non è più parte del progetto viola e trascinatore non lo è mai stato. Un allenatore come Delio Rossi è una garanzia e infatti qualche miglioramento si è già registrato: Vargas sta carburando e Gilardino si è sbloccato, alcuni giovani come Salifu e Nastasic hanno dimostrato di essere già pronti, ma serve ben altro per ritornare ai vertici del calcio italiano. I Della Valle dovranno fare tesoro di questa esperienza e puntare in futuro su un mix tra i giovani promettenti che già vestono il viola e degli uomini carismatici. L’importante è che siano motivati e attaccati alla maglia, Delio Rossi farà il resto.

Udinese – Juventus è il big match degno per la chiusura invernale: Guidolin e Conte stanno raccogliendo i frutti di un lavoro geniale. I friulani sono ormai una realtà stabile del nostro campionato, è ingeneroso parlare di rivelazione ogni anno. Quando una società lavora alla grande e può annoverare tra le proprie fila talent scout che scovano i migliori giovani in circolazione, un tecnico fenomenale mai considerato il giusto ed un campionissimo come Totò Di Natale, i risultati agiscono come semplice conseguenza. A Torino, invece, è ritornato il sole dopo un purgatorio che sembrava infinito, dopo una serie di acquisti sbagliati e progetti inconcludenti. Non c’è dubbio nel giudicare i cardini di tale rinascita, ossia Antonio Conte e Andrea Pirlo; il primo ha saputo trasmettere all’intero ambiente la juventinità, la fame di vittoria che caratterizzava lo squadrone di Lippi del quale proprio Conte era uno dei simboli. Non importa se l’avversario sulla carta è più forte, se giochi nella Juventus devi vincere: questo l’insegnamento dell’ex capitano. Sul piano tecnico, la differenza tra i bianconeri e le altre risiede nelle completezza di soluzioni di gioco su cui a Torino possono contare, vale a dire la possibilità di alternare il possesso palla alla verticalizzazione in maniera indifferente. Lichsteiner, il Chiellini ritornato terzino, Pepe, Marchiso, Vidal, Vucinic, Matri, tanto per citare coloro i quali hanno disputato più gare, attaccano la profondità come pochi e allo stesso tempo garantiscono doti tecniche importanti. Il tutto è orchestrato e legato da quel fuoriclasse assoluto che è Andrea Pirlo, un calciatore così la Juventus non lo possedeva da anni e il salto di qualità grazie a lui è avvenuto anche sul piano mentale.

Il Milan? E’ ancora la migliore, non sappiamo se sarà la più forte ma certamente nessuno può disporre dell’organico rossonero. Una squadra ormai collaudata dal bravo Allegri, il tricolore resterà a Milano se le rivali non andranno a mille. Tra queste, almeno al momento, possiamo citare la Lazio di Edy Reja, un altro a cui si possono tributare soltanto applausi per la continuità che ha saputo infondere al suo lavoro e per aver plasmato uno scacchiere in cui modulo e protagonisti sono intercambiabili a seconda delle circostanze. Il Napoli sembra aver abbandonato sogni di gloria, complici le forche caudine attraverso cui ti costringe a passare la Champions, una competizione che logora chi non è abituato ad affrontarla. Ma il problema non può essere solo questo: anche domenica scorsa Mazzarri, invece delle solite recriminazioni rivolte alla malasorte, poteva riprendere i suoi difensori, artefici di una pessima gara, o i due centrocampisti che sono stati surclassati dal centrocampo della Roma. Forse esiste ancora qualcosa da correggere nel suo Napoli e il tecnico livornese dovrebbe dare uno sguardo alla sua panchina oppure gettarsi sul mercato di gennaio invece che fare del vittimismo. Con la sua bravura può ancora condurre i partenopei a giocarsi il terzo posto.

Roma e Inter risalgono lentamente pur tra mille problemi, seppur diversi, e mostrano tutto il loro orgoglio. Luis Enrique non si è italianizzato, termine che poco gradisce, piuttosto si è adattato al calcio in cui lavora, qualità fondamentale per un aspirante grande allenatore. I terzini adesso sono terzini, Osvaldo e Lamela sgobbano come matti e aiutano i compagni nella fase di non possesso, Totti è rientrato e si è ripreso il ruolo di perno assoluto, trascinatore di un gruppo che con lui acquista fiducia e consapevolezza. Con il capitano in campo una sola sconfitta, senza di lui cinque in sette gare; non si può stare sempre a ribadire l’importanza di questo straordinario campione, gli imbecilli cuociano pure nel loro brodo. Equilibrio e spettacolo in attacco: il nuovo cocktail della Roma può essere vincente. Solo Claudio Ranieri poteva essere in grado di ottenere risultati con una squadra spenta e spremuta, l’Inter si regge sull’orgoglio dei suoi campioni, sull’entusiasmo di qualche giovane e sulla forza del suo allenatore, ma è da rifondare. Il buon Claudio, non a caso, ha apertamente invitato Moratti a ritornare sul mercato a gennaio e noi siamo sicuri che il numero uno di Via Durini accontenterà il suo tecnico perché se lo merita. Chiudiamo facendo i complimenti a Pioli e Arrigoni, bravi a rivitalizzare due compagini, il Bologna e il Cesena, partite molto male e adesso nuovamente in carreggiata con tanta convinzione. Bravo pure Malesani perché 21 punti, con un Genoa costruito malissimo dal presidente Preziosi, sono un bottino enorme; l’ex artefice del Parma dei miracoli appare in netta ripresa dopo una serie di annate deludenti. Il mago dei giocattoli ha promesso un attaccante per gennaio e spera di acquisirne uno tra Milito, Borriello e Maxi Lopez. Premesse ottime per tornare a fabbricare il Genoa che meriterebbero gli splendidi tifosi rossoblu. Un saluto a Devis Mangia, su cui scommettiamo per il futuro, ed un augurio a Bortolo Mutti che dovrà convivere con Zamparini ma possiede l’esperienza e la serenità mentale giusta per non farsi abbattere dal ciclonico presidente rosanero. Per l’ultima dell’anno vi rivolgiamo un appello: fateci divertire e poi godetevi il panettone!

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