Rugby League: vi raccontiamo l’altro rugby

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Rugby League, o a XIII, come volete voi. Per semplificare: è (sarebbe) come il rugby, ma si gioca con due giocatori in meno per squadra. In teoria, è parecchio complicato. Nella pratica, si tratta sempre di fare meta. E di farlo, nel league, in modo molto veloce. Spettacolare. Come raccontava Daniela Scalia di SportItalia nell’esclusiva di Dicembre, “si gioca senza “touche” né raggruppamenti, e le mischie sono simulate. Tutto scambi, incroci e impatti ad altissima velocità. Molto facile per il pubblico televisivo, troppo rapido e glamour per i puristi del 15“.

Rugby Leagyue ppLA STORIA. Alla fine del XIX secolo in Inghilterra, viene “fondato” il rugby a XIII. I motivi? Soprattutto economici, data la disputa sul professionismo. Il rugby union (quello che in Italia chiamiamo comunemente rugby, ndr) è passato solo recentemente al professionismo, mentre i cugini del league vantano una storia ultracentenaria su questo versante. In Australia, per esempio, nel 2008 è stato celebrato il centesimo anno di rugby league professionale nel paese, con l’annuncio anche del Team of the Century, insieme a un’imponente e indovinata campagna marketing. Tornando alle origini della scissione, la vulgata dice che nel nord dell’Inghilterra operai e lavoratori delle miniere componevano in grande maggioranza le squadre, mentre nel sud i roster contavano pressoché esclusivamente su persone delle classi più agiate. Per potersi allenare con continuità, dunque, i “nordisti” necessitavano di un compenso come rugbisti, cosa proibita all’epoca dato che la disciplina aveva una dichiarata vena amatoriale. Già dai primi anni Novanta dell’Ottocento, allora, i club presero la consuetudine, seppur in maniera non ufficiale, di pagare alcuni giocatori, perché le assenze dal posto di lavoro dovute ad allenamenti e partite non pesassero sulle loro tasche, con anche sprazzi di mercato nel trasferimento dei migliori elementi. In uno sport amatoriale la cosa veniva mal tollerata e, da più parti, le accuse furono celeri.

L'australiano Cameron Smith
L’australiano Cameron Smith

LO SCISMA. Nel 1895, dirigenti e rappresentanti di 22 club del settentrione promossero allora lo scisma, creando una nuova federazione, per il professionismo. Solo dopo, esattamente nel 1907, il rugby league abbassò a 13 il numero di giocatori per squadra in campo, innestando delle nuove regole.

SPORT VELOCE. Diffuso su più emisferi, il nuovo codice è divenuto col tempo molto popolare e vanta, ad oggi, grande seguito nel nord (ovviamente) dell’Inghilterra, in alcune zone della Francia, in diverse città neozelandesi, oltre che in Australia. Fra i principali campionati, ecco in Europa la Super League inglese, mentre in Australia la lega più seguita è la National Rugby League. Proprio dalla NRL vogliamo partire, aggiornando i lettori periodicamente sui risultati, magari tramite qualche video che mostri le migliori azioni di  questo sport, disciplina spettacolare se ce ne una, attività poco nota in Italia ma capace di accattivare sin dal primo fotogramma l’attenzione dello spettatore. Nel 2013 ci saranno i mondiali, del resto: è bene prepararsi.

La stagione 2013 della NRL avrà inizio con l’All Stars match, il 9 di Febbraio. Emozioni assicurate, a raffica, senza limiti. L’anno passato il titolo è andato ai Melbourne Storm, che in finale hanno battuto i Canterbury-Bankstown Bulldogs 14-4.

http://www.youtube.com/watch?v=mQAQ27-t-r4

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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