Grazie Pep, ci si rivede!

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Nella sala conferenze dello stadio “Camp Nou” di Barcellona si è appena conclusa al conferenza stampa di addio di Pep Guardiola da allenatore del Barça. Alla presenza del capitano Puyol e di tutti i giocatori spagnoli della rosa, del presidente Sandro Rosell e del direttore sportivo Andoni Zubizarreta, l’ormai ex tecnico dei blaugrana ha comunicato alla stampa le sue decisioni.

Non è una situazione semplice per me come potete immaginare, cercherò di spiegarvi comunque come mi sento e cosa provo. Mi dispiace per l’incertezza di queste settimane e aver causato problemi alle persone che mi circondano, mi dispiace se qualcuno ha messo in dubbio la mia professionalità. Prima di essere stato allenatore sono stato giocatore del Barcellona. Questa è casa mia, quattro anni rappresentano però un’eternità – spiega l’ex calciatore di Roma e Brescia – Ad ottobre e anche a dicembre avevo già parlato col presidente e con la dirigenza. Avevo già parlato della mia possibile volontà di andare via a fine stagione, non potevo farlo prima, c’erano ancora tante competizioni importanti e tante partita da vincere. Ho voluto decidere con tranquillità, decidere con calma il mio futuro. Sinceramente non avrei mai voluto creare problemi all’ambiente blaugrana“.

Sono passati quattro anni, abbiamo lavorato tanto, sapevo che la mia tappa come allenatore del Barcellona si andava a concludere. Per rimanere qui bisogna essere al 100 % e lavorare al massimo tutti i giorni e tutto l’anno. L’allenatore deve essere forte e contagiare squadra e ambiente. La squadra attraverso la guida tecnica dimostra in partita il proprio carattere. Tutti sanno la stima che provo nei calciatori che ho allenato. Sono soddisfatto dei risultati che abbiamo ottenuto insieme, i giocatori rappresentano il cuore della squadra e io sono stato un privilegiato, cioè felice di aver allenatore questi giocatori. Ho cercato di farlo con la massima gioia e il massimo impegno. Ringrazio tutti e nessuno può capire cosa significa raggiungere certi risultati con determinate giocate – continua il coach – Ho sempre provato ad incoraggiare i giocatori e avere con loro un rapporto molto stretto. Posso dire che vado via solo per una questione di stanchezza, sono stanco, questo era il momento giusto, ma vado via con la sensazione di aver fatto bene, molto bene, di essere orgoglioso di aver fatto parte della forza e della vitalità di questo incredibile club. Sono stato onesto con me stesso, il ciclo è finito, il mio ciclo è finito. Non avevo più quel brivido, quell’emozione giusta per continuare ad allenare questa squadra. Dentro di me sapevo già che sarebbe stato l’ultimo anno“.

Ha già pensato quale sarà il suo futuro?Non lo so ancora, non credo di aver voglia subito di allenare. Non c’è prova più grande che allenare il Barcellona, non ho bisogno di prove e quindi andare ad allenare all’estero. Arriverà un giorno dove penserò “Cazzo voglio tornare ad allenare” e allora tornerò in panchina. Non c’è solo il calcio, ci sono altre cose, la vita è molto piena e ora voglio dedicarmi un pò alla mia vita. Auguro comunque il meglio a Tito, il club è pronto per lui e lui è pronto per fare l’allenatore, persona con grandi capacità, preparata, i giocatori lo conoscono, conoscono il suo profilo e la sua esperienza. Ci sono delle idee che abbiamo in comune e i giocatori sanno con chi lavoreranno“.

Come hanno reagito i giocaotori a questa sua decisione?La squadra mi ha trattato malissimo – ironizza Guardiola – Sono dispiaciuti ma sono pronti, sono dei professionisti e sanno con chi lavoreranno. Spesso si parla tanto di nuovi allenatori, di cambi, di rivoluzioni, ma loro sanno che fino a quando sarò qua darò il massimo e loro daranno il massimo per il futuro“.

Che cosa ne pensa del suo successore Villanova?E’ una persona capace che già conosce tutti i calciatori. Tito avrà la forza necessaria per raccogliere questa sfida e portare avanti il progetto del Barcellona. Se avessi avuto dubbi ne avrei parlato ma sono sicuro che è la scelta giusta per tutti. Scelta importante e coerente per la dirigenza del club, si continuerà sulla stessa strada. Ho iniziato cinque anni fa con il Barcellona B e poi con la prima squadra e in questo senso so cosa significa vivere con questa realtà“.

La parola è poi passato al patron Sandro Rosell: “Pep è un amico del Barcellona, inutile ripetere i ringraziamenti e l’affetto che abbiamo nei suoi confronti, lo ringraziamo per sempre per come ha saputo gestire i giocatori e la squadra. Per sempre verrà ricordato come il sistema di Pep e, soprattutto, l’immagine vera del Barcellona che ha saputo diffondere nel mondo. Non c’è solo il titolo sul campo ma c’è anche l’orgoglio che conta più di qualsiasi altro trofeo. Cercheremo di gestire al meglio l’eredità che ci lascia Guardiola. A proposito della direzione tecnica, al 99 % la guida tecnica passerà a Tito Villanova. Dobbiamo ancora definire alcuni ruoli ma non cambierà molto rispetto al passato. Sicuramente dovremo cercare di migliorare e puntare su quei dettagli che potrebbero migliorarci ulteriormente“.

Per finire ha parlato anche il direttore sportivo dei blaugrana, Andoni Zubizarreta: “Non avrei mai voluto trovarmi in questa conferenza stampa. E’ una decisione di Pep, tutto questo era cominciato con un “faremo bene” e alla fine possiamo dire che è andata ancora meglio. Pep ha reso grandi i valori del Barça, i valori sono diventati azioni e poi valori e azioni sono diventati fatti reali. E’ un’eredità che lui ci lascia, è una sfida che raccoglieremo e da questo punto vogliamo ricominciare. Quando Pep ha cominciato a paventarci questa possibilità, abbiamo dovuto iniziare a guardarci intorno. L’importante è l’idea e il principio che ci distingue dalle altre squadre. Cercare di capire il successore di Pep, ed è stato molto difficile, abbiamo valutato differenti strade, carattere, stile, idea, tranquillità, serenità, conoscere il club Barcellona, è una realtà complessa e abbiamo fatto ricadere la scelta su Tito Villanova. Perché Tito? Perché rappresenta tutti, l’idea, la preparazione, l’analisi. Noi mettiamo molto nella preparazione delle partite, ma ci vuole dell’altro sotto il profilo personale e Tito è l’uomo giusto. Vogliamo continuare su questa strada e con questo tipo di profilo. Abbiamo sempre detto che quando abbiamo bisogno di un giocatore guardiamo in casa, guardiamo la “cantera” ed è da qui che nascono i nostri progetti e se vale per i calciatori deve valere anche per l’allenatore. Questa scelta comprenderà dei rischi ma come disse Pep una volta, ci si allaccia le cinture e si parte“.

Marco Iannotta
Marco Iannotta
Giornalista pubblicista nato a Moncalieri il 9/7/86, vive a Formia (LT). Vicedirettore di MondoPallone, telecronista, opinionista e co-conduttore del programma #FuoriGGioco. Adora il calcio estero e la NBA.

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