La cura Rocha funziona: un bel Panathinaikos batte il PAOK

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Il Panathinaikos ha in tasca esattamente il doppio delle vittorie del PAOK nel sentito derby tra le due città più importanti di Grecia, ma mai come oggi i verdi sono arrivati al fatidico giorno con così tanti dubbi. La gestione Rocha promette di cambiare la mentalità e l’approccio alle partite, pur senza sconvolgere completamente la formazione.
L’allenatore argentino cambia il 4-3-3 di Ferreira con un 4-2-3-1 molto offensivo e flessibile: Mavrias, Quincy e Sissoko supportano Toché e si danno il cambio sulle fasce, riposandosi a vicenda. Zeca e Vitolo sono l’intoccabile coppia mediana.
Donis, invece, non tocca il suo 4-4-2 con l’amato rombo: Garcia è infortunato e si rivedono Lazar, Kace e Robert con Fotakis a supporto del mitico duetto SalpingidisAthanasiadis.

IL POPOLO ANTI-FERREIRA SE LA RIDE. Sul piano delle occasioni, la partita è equilibrata: Toché è un riferimento offensivo puntuale, mentre dall’altro lato Athanasiadis non manca agli appuntamenti col pallone. Il vero squilibrio lo fa il gioco: il Panathinaikos fa restare a bocca aperta, specialmente chi, come noi, ha seguito molte gare dei trifogli.
La velocità la fa da padrona, come ai vecchi tempi; Quincy sembra rifiorito: corre, salta l’uomo e dribbla; in difesa si lavora bene, anche se è proprio lì che qualcosa manca; ma è la figura di Ibrahim Sissoko che è importante analizzare: non essendo più un’ala pura (come nel 4-3-3 quadrato di Ferreira), il giovanissimo ivoriano può cedere il posto a Mavrias e ritagliarsi uno spazio come regista, tracciando millimetricamente fantastici filtranti, tramite i quali Toché viene prima chiuso da Jacobo e poi (al 45′) messo giù da Katsikas, ma l’arbitro sorvola. Nei primi 45 minuti il cambio di allenatore ha fatto vedere inaspettati frutti.
Dall’altra parte, la difesa bianco-nera è attenta (Khumalo è in forma), ma il centrocampo non sembra aiutarla più di tanto. Le occasioni arrivano perlopiù dalle fasce e Karnezis deve compiere due magnifici interventi. Il secondo tempo sarebbe tutto da vivere, anche se si dimezzasse la velocità e la frenesia: meravigliosa partita, per ora.

ARRIVANO I MERITATI GOL. Nella seconda metà di gara, i ritmi calano, ma lo spettacolo rimane di alto livello. Dopo alcuni pericoli tessalonicesi, è il Pana ad andare in vantaggio: dopo una lunga azione, Zeca effettua una triangolazione di prima con Toché (che tiene addosso a sé due uomini) e insacca con una precisa rasoiata. Quanto cinico può essere il destino: il primo gol della nuova gestione Rocha lo firma uno dei più accaniti sostenitori di Ferreira. La partita prosegue e il Panathinaikos si fa più guardingo, mordendo in contropiede. Il PAOK non si perde d’animo, ma la sua manovra è abbastanza sterile. All’84’, Quincy scambia con Vitolo in area e viene steso da Giannou: è calcio di rigore. Sul dischetto va il numero 6 spagnolo che non sbaglia, trafiggendo il connazionale Jacobo che, in seguito, dà di matto e viene espulso. Ecco un altro preoccupante accumulo di tensione da parte dei bianconeri, dopo lo scellerato gesto di Lazar, che tirò una bottiglia ai tifosi del Panionios. Il PAOK vede sfumare i sogni di gloria: ora l’Olympiakos è davvero lontano e sembra non volersi fermare. Per i verdi, invece, si rimaterializza l’Europa e, mantenendo questo gioco, sicuramente potranno crederci.

 

PANATHINAIKOS – PAOK SALONICCO2-0 (0-0).
Panathinaikos (4-2-3-1): Karnezis; Seitaridis, Vyntra, Velazquez, Spyropoulos; Vitolo, Zeca; Mavrias (65′ Fornaroli), Quincy, Sissoko (87′ Marinos); Toché (79′ Petropoulos). A disp.: Lagos, Kotsolis, Chouchoumis, Triandafillopoulos. All.: Rocha.
PAOK Salonicco (4-4-2): Jacobo; Etto (46′ Konstantinidis), Khumalo, Katsikas, Stafylidis; Lazar (56′ Lino), Robert (65′ Giannou), Kace, Fotakis; Salpingidis, Athanasiadis. A disp.: Panagiotoudis, Lino, Vivian, Kitsiou, Glykos, Giannou. All.: Donis.
Arbitro: Stavros Tritsonis.
Marcatori: 51′ Zeca, 84′ rig. Vitolo.
Note: allenatori: Vyntra (P), Katsikas, Giannou (PAOK). Espulsioni: 85′ Jacobo (PAOK).

Francesco Piacentini
Francesco Piacentini
Pavese classe '91, laureato in scienze politiche, per lui lo sport è uno specchio su cui si riflette la storia di un popolo. Stregato dal calcio inglese e greco, ama la politica, l'heavy metal e il whiskey.

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