Lugano, campanello d’allarme: ora, fortunatamente, la pausa

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Dal nostro inviato a Lugano (CH)

Ci sono sconfitte che aiutano a crescere, e altre che lasciano il segno. È ovviamente presto per capire: di sicuro, vista la pausa per le nazionali, ci sarà tempo per analizzare ed elaborare queste battute d’arresto, anche se, alla ripresa, i ticinesi se la vedranno nientemeno che con lo Young Boys a Berna, e sul sintetico.

Di sicuro, però, nella capitale, il campo avrà il vantaggio di non essere pesante e al limite dell’impraticabilità, come Cornaredo nella ripresa di ieri. Certo, i 4 gol incassati non sono stati responsabilità delle condizioni del terreno di gioco: tuttavia, è un dato di fatto che una squadra tecnica e con giocatori rapidi e fisicamente leggeri, come quella ticinese, soffra in queste situazioni. Tra l’altro, l’assenza di Gerndt nell’undici iniziale ha pesato non poco, nell’economia complessiva di gioco della squadra sottocenerina.

Mario Piccinocchi, da noi sentito a fine partita, era ovviamente rammaricato: “Abbiamo pagato degli errori individuali: queste sconfitte, con questi risultati, sono belle sberle, non si può negarlo. Ci è mancato qualcosa a livello di concentrazione e determinazione. Andiamo avanti a lavorare, con fiducia: nel calcio il risultato è importante, ma dobbiamo andare oltre, mantenere la calma. Abbiamo due settimane per riprendere le energie, cercheremo di lavorare nel miglior modo possibile.”

Due parole sul Lucerna. Questa volta, a differenza della partita casalinga con lo Zurigo, gli svizzero centrali si sono affidati all’esperienza, con Grether in retroguardia e Cristian Schneuwly in mezzo al campo. Un undici più omogeneo, che è riuscito, tutto sommato, a contenere le offensive dei padroni di casa, nella prima frazione.

Equilibrato, concreto e con due attaccanti di razza: nel primo gol, Vargas ha fatto tutto benissimo. Nella ripresa, grazie a una situazione di punteggio favorevole, il tecnico Weiler ha inserito il nigeriano Ekele: un gol e un assist in poco più di mezz’ora. Sappiamo che ci leggono diversi procuratori e addetti ai lavori della Penisola: consigliamo loro, quindi, di fare un giro in Svizzera centrale.

Tornando ai bianconeri, 7 reti in due partite sono tante. Certo, ci sono tutte le attenuanti del caso: tre legni colpiti, due azioni dubbie in area ospite (che potevano magari essere punite col calcio di rigore), e una serie di situazioni che, a detta anche del portiere ospite “Ci sono andate tutte bene”. 

Errori individuali, dunque. E un collettivo che, pur avendo fatto delle cose buone, ha dimostrato di avere qualche elemento fisicamente sotto tono. La sosta arriva al momento giusto, e permetterà, probabilmente, di recuperare diversi elementi dal punto di vista della condizione atletica. Le ultime prestazioni hanno infatti dimostrato che non è solo una questione di schemi ma, soprattutto, di interpreti.

Celestini, ieri, a domanda precisa, ha infatti ammesso che le sostituzioni, questa volta, non hanno potuto incidere: del resto, la situazione era abbastanza compromessa, con Gerndt entrato in campo sullo 0-3. Fondamentale, purtroppo, l’errore di Da Costa sul secondo gol, all’inizio della ripresa: però è anche vero che nessun difensore è arrivato sulla sfera, sfuggita dalle mani del portiere, prima di Christian Schneuwly, che è un buon giocatore, ma certamente non un rapace d’area.

La cose positiva è stata, a nostro parere, la capacità, con gli ingressi di Čovilo e Janko, di cambiare sistema di gioco: i ticinesi, infatti, hanno iniziato a bombardare di palloni alti l’area avversaria. Purtroppo, nessun pallone è entrato: e, nel recupero, il palo colpito più l’errore di Janko, sulla respinta, sono stati un po’ la fotografia dell’incontro. L’austriaco ha il morale sotto le scarpe (ci stava, sull’1-4): recuperarlo mentalmente e fisicamente sarà una delle missioni di Fabio Celestini. Appuntamento a Berna, tra due settimane.

 

 

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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