A Basilea, un Lugano a due facce

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Dal nostro inviato a Basilea (CH).

Quella di ieri, a Basilea, è stata, da parte del Lugano una partita a due volti. Nella prima frazione, la squadra ticinese è apparsa stanca e in balia di un avversaria apparsa più dinamica e, soprattutto, superiore dal punto di vista fisico. In mezzo al campo, sotto questo aspetto, si è sentita la mancanza di uno come Vécsei: tuttavia l’ungherese, come del resto Gerndt (inizialmente in panchina) aveva bisogno di rifiatare.

Diversi giocatori sottotono, dunque; ma soprattutto, una squadra rossoblù capace di accelerare e, sorprendentemente, nettamente superiore nel gioco aereo, vale a dire un gesto tecnico nel quale, ultimamente, i ticinesi sembravano non avere particolari problemi, e con un Bua decisamente in giornata di grazia. La colpa dei renani è stata quella, soprattutto, di non chiudere la partita nella prima frazione quando, bene o male, hanno avuto il possesso del gioco. In ogni caso, a metterci una pezza è stato anche Da Costa, autore di un paio di interventi importanti.

Nella ripresa, si è visto un altro Lugano. il tecnico, resosi conto di non poter giocare in contropiede contro una squadra superiore fisicamente, e capace di chiudere bene gli spazi, ha provato a fare maggior possesso palla, virando sull’organizzazione di gioco: una dimostrazione di coraggio e personalità, dopo quanto visto nella prima frazione. Celestini ha buttato nella mischia Gerndt, che ha avuto il merito di procurarsi il rigore (tutto sommato, generoso) che ha permesso ai bianconeri di trovare il pareggio, dopo che Sulmoni (con la decisiva complicità di van Wolfswinkel) aveva accorciato le distanze poco prima, da azione di calcio d’angolo.

Lo stesso olandese, però, che nel primo tempo aveva fallito, in una situazione analoga, un’occasione abbastanza favorevole, si è trovato invece sulla testa il pallone decisivo a 6′ dal termine, grazie anche a un errore di piazzamento delle torri bianconere (tutte e tre in campo, compreso Janko). Era da un po’ che i sottocenerini non subivano gol di testa da una palla ferma: peccato, anche per l’ingenuità che ha portato al corner, battuto dall’incontenibile Bua.

Nei minuti successivi, infatti, i renani, a difesa della vittoria, hanno dato una chiara dimostrazione di cosa fare in questi casi, spazzando i palloni con energia. Il tutto con così tanta foga che anche Koller, rinviando la sfera uscita in fallo laterale, ha colpito il guardalinee venendo, per questo motivo, espulso dall’arbitro San.

Intendiamoci: la vittoria dei rossoblù è del tutto meritata, per quanto fatto vedere sul campo. Prima del pareggio, infatti, i renani avevano fallito una grandissima opportunità con Frei (peggiore in campo dei suoi) il quale, in area, da posizione centrale, aveva mandato, tutto solo, il pallone sul palo. In altre occasioni, era stata la difesa bianconera a mettere una pezza: ma 25 tiri verso la porta avversaria (contro 9) la dicono lungo, riguardo alla superiorità territoriale (e non solo) dei padroni di casa. Certo: i gol vanno fatti, quando ce n’è l’opportunità. E sbagliarli, non è certamente il modo giusto per vincere le partite. E su questo, Koller dovrà senza dubbio lavorare, se vuole sperare di recuperare il grande divario in classifica con la capolista Young Boys.

In definitiva, un passo indietro, con un tempo regalato agli avversari, come accadeva con la precedente gestione. Certo, questa volta c’era la scusante dei tempi supplementari di mercoledì sera, e dei campi pesanti dove sono stati costretti a giocare i ticinesi, in questi ultimi giorni. Celestini, però, a domanda precisa, è stato chiaro: “Questione di testa, di atteggiamento. La squadra ha corso di più nella ripresa: fosse stato un problema fisico, sarebbe accaduto il contrario. Probabilmente, dobbiamo trovare più convinzione in noi stessi: ci sta perdere a Basilea, ovviamente. Ma, per com’erano andate le cose, un punto potevamo portarlo a casa.”

Il concetto è stato sottolineato anche da Piccinocchi“C’è amarezza, più per il primo tempo che abbiamo fatto, che per il gol subito alla fine. Ci abbiamo creduto poco, facevamo le cose a metà, loro hanno fatto delle belle giocate. L’avevamo raddrizzata, l’abbiamo persa per un’altra giocata loro, ma è il calcio. Sul gol del 3-2 abbiamo concesso il calcio d’angolo per un’ingenuità, ma ci può stare. Ci portiamo a casa il buono di questa partita: la classifica è corta, siamo tutte lì, e molto dipende da noi. Dobbiamo credere nei nostri mezzi senza nasconderci, anche se ci è mancata un po’ di brillantezza. Però, nella ripresa, le energie per provare a raddrizzarla le abbiamo trovate.”  

Più che altro, a questo è giro è stata la difesa a commettere qualche errore di troppo. Brucia soprattutto la rete decisiva: con Marić, Čovilo e Janko in campo contemporaneamente, consentire a van Wolfswinkel di colpire, praticamente indisturbato, da quella posizione, è stato veramente imperdonabile. Tuttavia, i contemporanei risultati negativi delle squadre dietro ai bianconeri in classifica consentono, comunque, di non preoccuparsi troppo. Sabato sera, a Cornaredo, arriverà il Lucerna, e ci sarà la possibilità di recuperare in classifica.

La sconfitta, secondo Fabio Celestini, può comunque essere archiviata tra le lezioni che servono a crescere. La sensazione è che il tecnico voglia arrivare alla pausa in una posizione di classifica tranquilla e, da lì, costruire la propria versione di squadra, dandole un’impostazione di gioco corrispondente ai propri desideri. Da qua a metà dicembre, i bianconeri affronteranno il Lucerna a Cornaredo, poi lo Young Boys in trasferta, Xamax e Sion in Ticino e chiuderanno al Letzigrund contro lo Zurigo. Soprattutto le tre partite casalinghe appaiono alla portata dell’undici sottocenerino: quindi, l’ultimo mese e mezzo prima della sosta invernale potrebbe portare punti e soddisfazioni a Renzetti e ai tifosi.

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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