Monza, in panchina arriva Brocchi: “Qui per dare serenità. Non sono il ‘cocco’ di Berlusconi”

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A nemmeno un mese dall’inizio dell’era Berlusconi-Galliani, il Monza si ritrova già a dover operare il primo cambio di panchina della storia della nuova proprietà. Dopo un susseguirsi di indiscrezioni nelle ore successive alla sconfitta casalinga di domenica contro il Teramo, la società ha annunciato nella giornata di ieri l’esonero di Marco Zaffaroni, che saluta così il Brianteo dopo due anni e mezzo, in cui il tecnico milanese ha trascinato i biancorossi dalla Serie D a degli impensabili play-off di Serie C la scorsa stagione. Una decisione non semplice per la nuova dirigenza, quasi impopolare se si considera il grande affetto che la piazza ha rivolto subito all’ormai tecnico della prima squadra, ringraziandolo per l’ottimo lavoro svolto in questi anni. Ma i risultati dell’ultimo mese, in evidente controtendenza rispetto all’ottimo inizio di stagione, hanno reso la situazione in classifica del Monza ben più complicata e al di sotto delle aspettative: appena 2 punti conquistati nelle ultime 5 gare.

Troppo poco se si considerano gli ambiziosi obiettivi di Berlusconi e Galliani, che puntano sin da subito a creare una squadra di alta classifica, magari in grado di tentare il tanto agognato salto di categoria già quest’anno. E così, nonostante l’iniziale conferma dello staff, la panchina passa ora nelle mani di un uomo che l’attuale dirigenza conosce molto bene, sia come calciatore che come allenatore: Cristian Brocchi. L’ex tecnico di Milan e Brescia riparte così con una nuova avventura, tornando ad allenare dopo la breve parentesi al Jiangsu Suning come assistente di Fabio Capello, terminata lo scorso marzo. E diventando così la prima vera scommessa targata Berlusconi-Galliani.

Nella sede monzese di Assolombarda, il nuovo allenatore dei biancorossi, accompagnato dall’ad Galliani e il direttore sportivo Antonelli, si è presentato in mattinata per la prima volta alla stampa, riflettendo sull’inizio della sua avventura e sul lavoro che lo attenderà sulla panchina del Monza.

A prendere la parola per primo è stato Galliani, che ha voluto chiarire le ragioni dell’esonero di Zaffaroni per poi introdurre l’arrivo in panchina di Brocchi: “Voglio ringraziare mister Zaffaroni per l’ottimo lavoro svolto in questi anni: grazie a lui questa società ha vinto un campionato di Serie D e la scorsa stagione ha fatto un buon campionato in Serie C. Era anche partito molto bene quest’anno, ma purtroppo i risultati delle ultime 5 gare non sono stati positivi e abbiamo dovuto prendere una decisione. Ci siamo parlati amichevolmente ieri, purtroppo sono cose che accadono nel calcio.”

“Abbiamo deciso allora di affidare la prima squadra a Cristian Brocchi, che ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2020, con un automatico prolungamento al 2021 in caso di promozione in Serie B. Abbiamo confermato tutto lo staff di Zaffaroni, a cui abbiamo deciso di aggiungere Pietro Lietti, da tempo collaboratore tecnico di Cristian: vogliamo ringraziare il Milan per aver accettato la nostra richiesta e averlo svincolato in queste ore per farlo aggregare al nostro staff. Ricostituiamo un team con cui abbiamo lavorato bene già ai tempi delle giovanili del Milan. Voglio chiarire, però, che Brocchi non è stato scelto perchè “cocco” di Berlusconi, come ho letto da più parti. Nel 2013, fui io a offrirgli un posto da allenatore degli allievi del Milan, senza informare il presidente Berlusconi, dopo il suo grave infortunio subito e da lì Cristian ha anche allenato la Primavera, la prima squadra, Brescia e ha assistito Capello al Suning. Tra l’altro, anche Capello ai tempi era considerato “cocco” di Berlusconi, ma è un discorso che non c’entra. Qui si parla di allenatori e questa è stata una scelta del sottoscritto condivisa dal presidente.”

Possibili nuovi arrivi in dirigenza provenienti dagli ambienti del Milan? Al momento nessuno, nè come giocatori, nè come dirigenti. Capello è un amico di lunga data, ma non ci sono possibilità attualmente di un suo ruolo qui al Monza. Mercato? Al momento Fossati si sta allenando con noi, ma a mercato chiuso non si può parlare di acquisti per gennaio. Decideremo assieme a Cristian dove sarà necessario rinforzarci. Dobbiamo anche fare i conti con il regolamento che impone di non avere in rosa più di 14 over 23: con l’arrivo di Iocolano abbiamo occupato anche l’ultima casella disponibile e purtroppo questa regola, che non condivido, ci costringe a dover cedere un giocatore in rosa se vogliamo innesti di over 23. Che ci siamo detti con Berlusconi ieri a pranzo? Ci siamo ricordati dei momenti complicati vissuti nell’86 con il Milan, anche peggiori di quelli attuali qui al Monza perchè c’erano in mezzo anche questioni di giustizia. Ma da quel momento di difficoltà è cominciata la nostra cavalcata: sappiamo che dopo la turbolenza, arriva sempre il sereno, speriamo sia così anche qui.”

Ha parlato anche il direttore sportivo Antonelli, che ha riflettuto sui cambiamenti dell’ultimo periodo, senza però negare la sua riconoscenza nei confronti di Zaffaroni: “Sapevamo già che la squadra, dopo l’ottimo campionato dello scorso anno, avrebbe potuto incontrare qualche difficoltà nel ripetersi. L’ho fatto presente a tutti, alligni e misteri in primis. Con l’ingresso del gruppo Fininvet, probabilmente si sono alzate le pressioni e questo potrebbe aver creato qualche problema in più a qualche ragazzo. Bisogna continuare comunque a lavorare con questo gruppo, perchè i ragazzi lavorano con massima disponibilità e hanno ottime capacità tecniche: bisognerà lavorare sulla testa e ridare fiducia allo spogliatoio. Voglio ringraziare ancora una volta Zaffaroni, mi auguro di avere con Brocchi lo stesso rapporto: io sarò a disposizione 24 ore su 24”

La parola, infine, è passata al nuovo allenatore Cristian Brocchi: “Sono davvero contento di essere qui, per me è bello ricevere un simile attestato di stima da Galliani e dal Presidente Berlusconi. Questa è un’opportunità importante. Avevamo già lavorato bene in passato ed è evidente che ho lasciato qualcosa anche sul piano lavorativo e non solo affettivo. Sono fortunato a poter lavorare con una società così seria, non è così scontato nel calcio d’oggi avere una dirigenza che ti permett di lavorare con serenità in campo, permettendoti di pensare solo a portare tranquillità all’ambiente e sviluppare le proprie idee di gioco. So quali sono i pensieri e gli obiettivi della società: voglio proporre qualcosa di importante per riportare il Monza in posizioni ottimali di classifica e ambire a traguardi importanti”

In questo Monza c’è solo un problema mentale-psicologico o anche tecnico?
“Questo sarò in grado di capirlo solo dopo aver visto la squadra da vicino, per capire le difficoltà di questo periodo. Sicuramente ciò che è accaduto in queste settimane può aver influenzato, ma per me è importante che i ragazzi si liberino di questo peso: se avranno bisogno di fare l’abitudine con questi nuovi obiettivi e clima, starà a me riportare la giusta serenità nello spogliatoio. La squadra secondo me è ottima, ha delle qualità interessanti: devono solo trovare la tranquillità giusta, dimostrando le proprie capacità e cercando di migliorarsi sempre di più”

Lei ha giocato in Serie C, ma non ci ha mai allenato: che idea si è fatto del campionato?
“In realtà, lo conosco bene perchè sono un amante del calcio e ho visto partite di tutte le categorie. Sicuramente parliamo di un campionato non semplice, perchè sale di categoria solo una squadra e sono diverse le squadre con questa ambizione: dovremo essere bravi a metterci la voglia giusta, la cosa bella saràproprio quella di fare meglio delle altre squadre con le nostre stesse ambizioni. E la qualità per poterci riuscire ci sono tutte.”

Domenica capello era allo stadio ad assistere alla sfida contro il Teramo: ci ha parlato?
“Ci siamo visti a San Siro al derby, mi ha raccontato com’era andata la partita e mi ha dato le sue idee e punti di vista: è stato piacevole parlare con lui, sa cosa dirmi perchè ci conosciamo bene da tempo. Mi tengo stretto i suoi consigli per avere l’approccio migliore possibile a questa squadra”

Da quale modulo ripartità?
“Non ho in mente un modulo preciso da cui partire. Mi piacerebbe capire le caratteristiche dei giocatori in allenamento, solo così conosci davvero i giocatori e i loro pregi e difetti. Mi è sempre piaciuto giocare con i due attaccanti, l’ho sempre fatto, ma ho cambiato anche a seconda della partita che mi trovavo di fronte.”

Come si spiega il crollo di prestazioni della squadra dopo la gara contro la Triestina? Che idea si è fatto della sua nuova squadra?
“Ho visto diverse partite, mi è piaciuta la voglia di giocare di questi ragazzi: mi piacciono le squadre che giocano con coraggio senza buttare via la palla quando non serve, con la padronanza giusta nell’affrontare le proprie avversarie. Non mi sono mai piaciute le squadre che si chiudono dietro e colpiscono in contropiede. Sarà che da giocatore mi sono divertito di più quando in carriera mi hanno fatto giocare un calcio più offensivo.

Che cosa si è detto con il presidente Berlusconi?
“C’è stata una chiamata ieri. Sono contento di poterci lavorare ancora assieme: non è questione di essere i “cocchi”, nella vita e nel lavoro bisogna parlare anche di meriti. Credo di aver guadagnato la stima loro e il fatto che mi abbiano richiamato è la conferma che oltre all’aspetto affettivo c’è anche un rispetto lavorativo.”

D’Errico lo conosce? Hai idea di come sfruttarlo e inserirlo? È come risolvere il problema del gol?
“Lo conosco bene, l’ho visto giocare anche in diverse posizioni. Prima di decidere dove farlo giocare, voglio vederlo con i miei occhi, perchè certe cose le percepisci solo quando le vedi. Ho già in mente diverse soluzioni, ho qualche allenamento di tempo prima di partita di Fano per capire se questi pensieri sono qualcosa di reale. In questa rosa C ‘è un numero di giocatori con qualità offensive che ancora non hanno espresso a pieno: è un attacco che può fare più gol e sarà una di quelle cose che cercheremo di ottimizzare per sbloccare dei giocatori.

Domenica la squadra è stata duramente criticata dai tifosi: che rapporto vuole creare con loro?
“Sono sempre stato un giocatore di temperamento e mi esaltavo con l’aiuto dei tifosi. Spero che siano sempre al nostro fianco, perchè i giocatori hanno voglia di fare sempre bene, ma con il supporto dei tifosi è tutto più bello. Sarà importante dare il massimo sempre, questo è quello che i tifosi apprezzano sempre.”

 

 

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

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