La Lazio non trova le risposte dopo il derby. Eintracht straripante, e un 4-1 che fa male

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Doveva essere la serata del rilancio, la notte europea ideale per “dimenticare in fretta il derby”. Queste le parole della vigilia di mister Inzaghi, che di certo si aspettava una serata difficile in terra tedesca, ma forse non in queste proporzioni. Si è trasformata ben presto in un’agonia interminabile dal colore nero, come le maglie dell’Eintracht Francoforte, simili a frecce impazzite inarrestabili per l’undici biancoceleste; e tante, forse troppe, tinte di colore rosso, come i cartellini sventolati in faccia prima a Basta, poi a Correa (l’espulsione in questo caso è sembrata eccessiva), che hanno reso impossibile prima del dovuto quella che sin da subito si era incanalata a essere una brutta serata.

La Lazio esce dalla Commerzbank-Arena con quattro reti sul groppone, due espulsi a referto, un derby tutt’altro che messo alle spalle, e soprattutto un percorso europeo ora fortemente condizionato; con l’Eintracht saldamente in testa, gli uomini di Inzaghi se la vedranno, per approdare ai sedicesimi, quasi sicuramente con il Marsiglia degli ex romanisti, per un testa a testa fatto di quattro partite restanti, due scontri diretti e tanti gol da mettere a segno. Dai francesi, quantomeno, arriva l’unico accenno di buona notizia, grazie al pareggio riacciuffato allo scadere dall’Apoel Limassol con Strootman e compagnia costretti ad accontentarsi del 2-2.

Che la gara fosse sentita e allo stesso tempo voluta lo si era visto già dall’undici schierato in campo: non il “solito turnover italiano” cui siamo abituati in Europa League, ma una squadra titolare con quasi tutti gli effettivi della formazione tipo e qualche turnazione forse dovuta più a condizioni psico-fisiche che altro; il tecnico biancoceleste sapeva di giocarsi tanto, sia per la qualificazione, sia per il momento psicologico della sua squadra, anche perché proprio nell’aspetto mentale il tecnico stesso aveva trovato la mancanza decisiva della stracittadina di sabato. Ma la partita dei capitolini è terminata dopo poco più di mezz’ora: se infatti Parolo era riuscito a mettere una pezza iniziale all’immediato svantaggio generato dalla rete di da Costa, il 2-1 di Kostić è stata l’ennesima dimostrazione del momento difficile laziale, frutto dell’ormai consueto regalo confezionato a livello difensivo e che ha fatto da premessa alle ulteriori problematiche dei minuti successivi. Sul finire di tempo infatti, un ingenuo Basta (lui forse sì rientrante tra i giocatori del turnover), già ammonito stende un avversario in ripartenza. Andare negli spogliatoi sotto di un gol e di un uomo non è il massimo; e infatti al rientro, il gol del 3-1 di Jović e un’altra espulsione – forse eccessiva – ai danni di Correa, mette la parola fine all’incontro, con una Lazio costretta piuttosto a non prenderle ulteriormente più che a darle. Sul finale di gara il 4-1, con la doppietta personale messa a referto da da Costa.

Il primo pensiero che viene in mente a caldo, al fischio finale, è il peccato di non aver fatto il pieno per il calcio italiano, dopo così tanti anni: la Lazio è infatti l’unica squadra sconfitta di questa tre giorni europea (tra Champions ed Europa League) tanto fortunata per i colori nostrani. Ma a freddo, e soprattutto dopo quanto visto in campo, va detto che questo Eintracht è tutto fuorché la sorpresa di questo girone; una squadra, quella tedesca, che ha saputo dare continuità al risultato ottenuto “inaspettatamente” in Francia due settimane fa, e soprattutto che ha ben messo in evidenza tutte le lacune di una Lazio che in una settimana ha steccato due importantissimi impegni stagionali, anche e soprattutto per demeriti e mancanze personali.

Nel post gara Simone Inzaghi non ha cercato alibi, anche se la menzione sugli episodi era quasi obbligatoria; la convinzione di potersela giocare alla pari, fino alla fine, senza espulsioni, per il tecnico capitolino c’era. C’è da dire che limitare la prestazione dei tedeschi (apparsi davvero in palla, dando vita a una partita dal ritmo davvero interessante e tenuto con difficoltà dalla Lazio) agli episodi arbitrali, sarebbe davvero troppo riduttivo. Certo è che questa ottima prestazione ha trovato troppo terreno fertile in casa Lazio. Gli errori sono stati ancora numerosi, evidenti, e mister Inzaghi dovrà trovare la “cura” per eliminarli, in tempi brevi. Troppe le scelte sbagliate, soprattutto nei momenti decisivi, sia a livello di reparti, sia nelle azioni fondamentali. Ora, per la Lazio, testa al campionato e a una lanciatissima Fiorentina: forse non il miglior avversario da affrontare per rialzarsi.

 

 

Damiano D'Agostini
Damiano D'Agostini
Classe 1992, studia giurisprudenza ed è istruttore di scuola calcio. Tifoso del Milan, legato al Borussia Dortmund e al Cagliari. Appassionato di MotoGP, ama il tennis femminile e la musica di Lindsey Stirling.

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