Si riaccendono i parquet del calcio a 5 con un’assenza di lusso

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In principio era il calcetto, giocato all’aperto sull’erba sintetica e principalmente nella regione Lazio. Poi arrivò il tempo effettivo, l’obbligo di giocare dentro ai palazzetti e abbandonare definitivamente quel verde artificiale. Da calcetto si iniziò a chiamarlo calcio a 5 e si espanse in tutta Italia concentrandosi soprattutto in Veneto e in Abruzzo. Ai giorni nostri c’è ancora chi lo chiama calcio a 5, ma c’è anche chi preferisce denominarlo futsal per dargli quel tocco di internazionalità per una disciplina che si è evoluta con il tempo ed è diventata sempre più veloce.

Sabato ha preso il via la 36/a edizione del Campionato italiano, la 30/a con il nome di Serie A. Parte ufficialmente la caccia al titolo dell’Acqua&Sapone, ma ai nastri di partenza non ci sarà una protagonista eccellente. Dopo sei scudetti conquistati e la finale persa lo scorso anno, la Luparense ha deciso di calare il sipario sulla propria storia e salutare il massimo campionato nazionale. Il presidente Zarattini ha scelto di dedicarsi per intero al fratello maggiore, il calcio a 11, ma rimarrà comunque una Futsal Luparense iscritta in Serie D. Quella dello scudetto sembra quasi una maledizione; chi raggiunge il titolo poi scompare dalle scene nel giro di pochi anni. L’Arzignano fu travolto da vicende giudiziarie, il Montesilvano, capace di vincere anche il titolo europeo, e la Marca si sciolsero nel giro di pochi anni, l’Asti rinunciò a difendere il titolo per protesta ripartendo dalla D, infine il Pescara con la vicenda scommesse e il suo ritiro lo scorso anno.

Un movimento che sembra non avere pace e fatica ad avere continuità con le proprie protagoniste. In tante si sono succedute sul podio, però nessuno sembra avere la capacità di restare a lungo ad alti livelli. Spesso alla base ci sono motivi economici per uno sport rimasto dilettantistico e ancora attaccato al fratello maggiore del calcio a 11 per quanto concerne istituzioni. Anche avere visibilità mediatica sembra essere un’impresa e questo stona per uno sport praticato molto a livello amatoriale. Anche la nazionale sembra accusare queste difficoltà e dopo la vittoria europea del 2014 sono arrivate solo profonde delusioni. Il sogno è raggiungere i livelli della Spagna dove il futsal è quasi un’istituzione e i palazzetti sono pieni; per il momento la nostra realtà appare ben lontana dal movimento spagnolo.

Sabato intanto è stato il tempo dei primi 40′ della corsa al titolo. L’Acqua&Sapone si è presentato con una brillante vittoria interna nel derby con il Civitella. Ha risposto il Napoli con il successo in terra veneta, mentre il Came Dosson ha pareggiato in Sicilia. Da tenere d’occhio invece il Maritime Augusta, una società che ha speso molto per portare la città di Augusta ai massimi livelli e nella prima giornata è passata a Eboli con un gol di Zanchetta.

Elia Modugno
Elia Modugno
Nasce a Roma il 30 maggio 1979 mentre il Nottingham Forest di Brian Clough vinceva la sua prima Coppa Campioni. Radiocronista sui campi dell’Eccellenza laziale, adora il calcio minore ed il futsal.

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Sfrontato, vincente, preparato, antipatico, fascinoso, linguacciuto... Su di lui sono stati spesi fiumi di inchiostro perchè non è un allenatore come gli altri. Forse...
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