Modrić sta per mettere fine al dominio Messi-Ronaldo

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“Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”, scriveva nei suoi gialli Agatha Christie. E l’impressione generale è che stavolta il terreno sia davvero fertile, mai nell’ultimo decennio come ora, per un momento storico per il calcio moderno: la serie incontrastata del dominio di Cristiano Ronaldo e Lionel Messi come vincitori del Pallone d’Oro sembra essere arrivata al capolinea. Dieci anni di premi, due soli vincitori, cinque volte a testa: il titolo individuale più ambito al mondo è stato per un decennio una questione privata tra il portoghese e la pulce argentina, due campioni dalle vite così diverse, divisi per tanto tempo dalla rivalità tutta spagnola tra Real Madrid e Barcellona e ancora oggi oggetto di discussione nei dibattiti tra i rispettivi sostenitori. Ma stavolta, in diversi potrebbero trovarsi d’accordo su un punto: nessuno dei due sembrerebbe meritare il Pallone d’Oro. Non di più, soprattutto, di quel Luka Modrić che si prepara a mettere fine a un’era di dominio dei due campioni.

È il croato, campione d’Europa con il Real Madrid e vice campione del Mondo con la sua Nazionale, ad essere ora considerato come il candidato principale per la vittoria del riconoscimento assegnato da France Football. Gli indizi, appunto, sembrano esserci tutti: miglior centrocampista e giocatore UEFA, Pallone d’Oro dei Mondiali e, da ieri serata anche miglior giocatore per la FIFA solo in quest’annata. E l’ultimo di questi premi, arrivato proprio ieri sera a Londra e vinto negli ultimi due anni dal futuro Pallone d’Oro, è arrivato con un distacco così netto (+10%) dal suo inseguitore Cristiano Ronaldo da rendere ancora più chiara la previsione su chi sarà a salire, con ogni probabilità, sul palco della cerimonia francese di dicembre per ritirare il riconoscimento come miglior calciatore del mondo.

Ieri sera il portoghese e Messi, tra l’altro, non erano nemmeno presenti tra il pubblico. Una scelta giustificata con la necessità di preparare la gara contro il Bologna di mercoledì per il primo, motivi familiari per l’argentino. Ma CR7 era stato già assente in occasione dei sorteggi di Champions League e alla cerimonia UEFA degli scorsi mesi e la mancata presenza alla cerimonia londinese ha confermato le poche speranze che l’ex Real Madrid ripone nella possibilità di vincere il trofeo e salire da solo in vetta alla classifica dell’albo del Pallone d’Oro. Un’eventuale sconfitta non sarebbe un dramma, almeno a sentire le sue parole, anche perché il portoghese è sempre stato abituato a trasformare le delusioni in nuova motivazione per fare ancora meglio. Ma, probabilmente, la consapevolezza che strappare il titolo all’ex compagno di squadra sia ormai impossibile ha preso il sopravvento, rendendo la presenza alle cerimonie niente di più che un’occasione per essere immortalato nella propria delusione dalle telecamere di tutto il mondo.

A fare la differenza sarà il ricordo di Russia 2018, complessivamente deludente per Cristiano Ronaldo e Messi (entrambi fermati agli ottavi di finale, ndr), da incorniciare per Modrić, trasformatosi nel faro del centrocampo di una Nazionale bella da vedere e ricca di così tanti e irripetibili pezzi pregiati come la Croazia. Era l’anno dell’ora o mai più per il talento di Zara, che a 33 anni, nell’ultima fase di massima maturità della propria carriera, si è ritrovato a poter giocare in due squadre dall’enorme talento e forse uniche nella loro storia. Un’annata speciale che sembrava destinata a non arrivare più, ma che merita ben di più di un mero riconoscimento sul podio dei più forti del mondo. Ora per Modrić manca l’ultima tappa per concludere alla perfezione la miglior stagione della sua carriera: quel Pallone d’Oro che, per una volta, non sarà più una questione privata tra Ronaldo e Messi.

 

 

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

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