Lugano: si salvano la determinazione e Bottani

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Dal nostro inviato a San Gallo (CH)

In zona mista, staff e giocatori del Lugano non nascondevano la soddisfazione per lo scampato pericolo, a differenza della delusione e della rabbia di ciò che avveniva dall’altra parte, come vi abbiamo riferito ieri.

“Dovevamo per forza fare un ottimo secondo tempo per raddrizzare la partita, dopo che avevamo fatto male nella prima frazione” ha esordito Abascal parlando coi giornalisti. “Facevamo fatica a ripartire, c’è mancato il primo passaggio in campo aperto, che ci è riuscito solo due volte, con Marić e Sabbatini. Avevo preprato la partita per trovarmi in situazioni due contro due, così è stato. Tuttavia, in queste occasioni, non siamo stati bravi ad alzare la testa, e mettere la palla dove andava messa. Quando le cose vanno così, l’unica cosa da fare è fermarti e decidere di sistemare un po’ il gioco, cosa che abbiamo fatto nella pausa, dove mi sono fatto sentire. Poi, quando non c’è il gioco, ci deve essere il carattere: in questo ambiente, contro questo San Gallo, recuperare due reti non era facile: complimenti a tutta la squadra”.

“L’inserimento di Bottani è andato in quella direzione. Lui è molto rapido, l’ho inserito in un rombo di centrocampo, e lui rende bene con due compagni di punta, schierato in  questo modo, con altri due che lo riforniscono. Avevamo fatto così anche in Coppa, ha funzionato.”

Il vostro cronista ha quindi chiesto al tecnico se la scelta di Da Costa di giocare molti palloni con i piedi fosse stata preparata: “Quando hai di fronte un avversario che pressa molto alto, devi saper uscire da queste situazioni, e possono farlo i difensori e, se serve, il portiere. Lui ha fatto questo molto bene, oltre a essersi ben disimpegnato tra i pali.” 

Tutto è bene ciò che finisce bene, anche se per il San Gallo la massima va invece rovesciata. Le notizie dall’infermeria sono sconfortanti: Nicolas Lüchinger, uscito dopo pochi minuti, lamenta la frattura di una clavicola (3 mesi di prognosi, lo rivedremo in campo dopo la pausa). L’infortunio a Itten, come vi avevamo anticipato ieri, potrebbe invece aver chiuso la stagione del forte centravanti biancoverde. Da quello la rabbia di Zeidler, che avrebbe voluto vedere, da parte dell’arbitro, atteggiamenti più severi, come ci ha poi riferito in sala stampa.

Certo, il punto muove la classifica, e averlo ottenuto in questo stadio fa senz’altro bene. Però, il primo tempo bianconero è stato davvero brutto: merito sicuramente dell’avversario, ma è oggettivo che i centocampisti del Lugano abbiano girato a vuoto. E quando la fonte di gioco (Sabbatini) s’inaridisce, tutto diventa più difficile.

Čovilo ha fatto bene in fase d’interdizione; inoltre, con lui e Marić a saltare nei propri sedici metri, diventa davvero difficile sorprendere i ticinesi sulle palle ferme. Però, in fase di costruzione, manca tantissimo il fosforo di Piccinocchi. Preoccupa anche la scarsa vena di Junior, che in una partita come quella di ieri, con tanto campo disponibile, avrebbe dovuto fare benissimo. Invece, ha sprecato malamente l’unico (questo a sua discolpa) pallone buono ricevuto.

Abascal ha avuto due buone intuizioni: gettare nella mischia Bottani che, pur non essendo ancora al meglio (ha saltato tutta la preparazione estiva per infortunio) ha trovato il gol e dato il suo contributo, e far giocare a Janko gli ultimi minuti, sperando che ci fosse la palla buona da lanciare in area. Così è stato, il giocatore austriaco ha distratto gli avversari, e ha consentito a Gerndt di trovare lo spiraglio giusto per andare a rete. Un premio per lo svedese, autore di una prestazione generosa.

Però, serve qualcosa in più. Ieri era difficile contro il San Gallo, che ha tenuto ritmi spaventosi per almeno 70′, prima di calare vistosamente (abbiamo provato a chiederne la ragioni a Zeidler ma, come vi abbiamo riferito, non era in vena di rispondere, e ne aveva ben donde). Però, bisognerà lavorare molto su Junior, che appare sfiduciato e stanco, oltre che sul centrocampo, che fatica a rifornire le punte.

Tra l’altro, il gioco dello spagnolo prevede moto movimento: e questo, fatalmente, toglie spazio a Janko. Tuttavia, nei pochi minuti giocati, abbiamo notato come i compagni lo cerchino, sapendo che ha i colpi per creare problemi agli avversari. Tuttavia, è oggettivo che non abbia i 90′, così come non possa essere lanciato negli spazi, cosa che invece fanno Gerndt (bene, pur non essendo prima punta) e Junior (meno bene, come abbiamo scritto sopra).

Inoltre, c’è il rebus Bottani. Il Figlio della città ieri ha ritrovato la gioia del gol, e ha creato qualche spazio. A fine partita, parlando con la stampa, al di là dell’ovvia soddisfazione per il risultato e per la prestazione personale, ha chiesto (legittimamente) minuti. Sarebbe giusto dargli spazio, ma bisognerà anche creare un modulo che ne esalti le caratteristiche. In tutto questo, il numero 10 bianconero non è, neppure lui, una prima punta, nonostante Zeman, a suo tempo, dicesse che sarebbe potuto essere un uomo da doppia cifra.

Non facile, quindi, per Abascal, atteso, mercoledì, dalla prova contro lo Xamax, lanterna rossa e alla disperata ricerca di ossigeno. Si giocherà su campo sintetico, ed è facile prevedere una serata complicata per i bianconeri. La situazione di classifica è discreta, ma il grande equilibrio del campionato (YB a parte) rende ogni sfida insidiosa. Servirà fare punti, per muovere la classifica, rimanere in una posizione tranquilla e preparare con calma la sfida casalinga con il Basilea, molto attesa in Ticino (già esaurita da giorni la tribuna centrale di Cornaredo).

Il gruppo è qualitativamente buono, come abbiamo scritto in più occasioni. Però, vanno recuperati alcuni dei protagonisti (Junior su tutti), e va cercata una certa continuità di prestazioni. Inoltre, tra i tanti centrocampisti in rosa, serve trovare valide alternative a Sabbatini e Piccinocchi in fase di costruzione, quando i due sono infortunati, o abbiano bisogno di tirare il fiato. In questo momento, secondo noi, questo è il punto più delicato da risolvere, dopo aver chiuso la falla delle palle ferme. Da rivedere, anche la difesa a tre che, a quanto pare, non convince del tutto il tecnico sivigliano. Staremo a vedere.

 

 

 

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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