Vittorie in zona Cesarini, risultati a sorpresa e il solito Messi: bentornata Champions League

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In un vecchio spot televisivo, quando l’overdose di calcio televisivo che oggi ci sommerge era difficile anche solo da ipotizzare, i mercoledì di Coppe europee erano ribattezzati “mercoledì da Leoni“. Se non è stato un martedì “da Leoni”, quello che ha alzato il sipario sull’edizione 2018/19 della Champions League, ha comunque richiesto coronarie forti per tanti tifosi in giro per l’Europa: chiedere, ad esempio, ai tifosi di Liverpool e Inter vittoriose in zona Cesarini, a quelli del Napoli inchiodato su un frustrante 0-0 dalla Stella Rossa a Belgrado o ancora a quelli del Borussia Dortmund, vittorioso a Bruges grazie a un vero e proprio gollonzo.

La nota più lieta per il calcio tricolore viene da Milano, dove l’Inter di Luciano Spalletti si ritrova sul più bello, e nella maniera più folle che si possa pensare centra un successo fondamentale sul Tottenham, in stile “Pazza Inter”. A Milano, paradossalmente, la sfida contro gli Spurs rischia di essere decisiva pur essendo quella inaugurale per i nerazzurri, che in caso di mancato successo sui londinesi sarebbero chiamati a una vera e propria impresa per centrare il passaggio del turno. Se un pari avrebbe già reso difficile (in linea teorica) il cammino europeo dei nerazzurri, figuriamoci una sconfitta: tale era il verdetto del campo fino a una manciata di minuti dal termine per i meneghini, che per tutta la prima frazione giocano alla pari con il Tottenham una gara avara di emozioni, ma sono beffati in avvio di ripresa da una conclusione fortunosa di Eriksen che, deviata, si infila alle spalle di Handanovič. Trovato il vantaggio gli Spurs legittimano i tre punti, ma sono improvvisamente vittime di un Inter che ritrova il cuore dei tempi migliori e del solito destino infausto che contraddistingue i bianchi di Londra, abituati a beffe più o meno clamorose: a Milano il risultato finale del clamoroso lo ha davvero, perchè Icardi all’85′ trova l’inusuale destro da lontano che vale l’1-1, mentre al 92′ Vecino di testa regala all’Inter un successo che, pur non decrementando la difficoltà del raggruppamento, permette ai ragazzi di Spalletti di iniziare nel migliore dei modi il proprio percorso europeo, con prossima tappa prevista al Philips Stadion di Eindhoven. Sorridono i nerazzurri, mentre deve mangiarsi i gomiti Pochettino, che come spesso accaduto (l’ultima volta contro la Juventus negli Ottavi della scorsa Champions) dimostra di aver allestito una squadra fantastica, che spesso si scioglie nei momenti cruciali.

All’euforia nerazzurra, purtroppo, non si accompagnano i tre punti per il Napoli: gli azzurri nell’infuocato Marakana di Belgrado tengono in pugno le redini dell’incontro per tutta la durata dell’incontro (o quasi), ma non sfondano il muro di una Stella Rossa che, pur concedendo più di un’occasione al Napoli, può festeggiare grazie allo 0-0 finale un grande ritorno in Champions League. Pur non brillando con continuità il Napoli di occasioni ne crea tante, non riuscendo però a capitalizzarne nemmeno una; Insigne (fermato dalla traversa), Callejón (sulla linea), Mertens e Milik vanno solo vicini a sbloccare il risultato, in favore di un Napoli che si conferma ancora alla ricerca della sua identità definitiva, come testimonia il 4-4-2 cucito ai partenopei da un Ancelotti chiamato a rimettersi in gioco nella sfida forse più difficile, ma per questo stimolante, accettata negli ultimi anni. A Napoli, tra un paio di settimane, arriva il Liverpool vice-campione d’Europa e, per quella data, gli azzurri dovranno essere giocoforza più convincenti dato l’importanza che i due punti persi in Serbia conferiscono alla gara contro i Reds.

I due punti persi, appunto, fanno più male perché concessi a un’avversaria più che alla portata del Napoli, che li dovrà ora recuperare contro le avversarie più quotate del Girone, Liverpool e Paris Saint-Germain. Nella sfida tra calibri pesanti di Anfield, il Liverpool domina ma getta la vittoria al vento, salvo poi ottenerla di nuovo in dote dalla sorte e da una disattenzione letale dei transalpini: i ragazzi di Klopp prendono per la collottola gli avversari sin dalle prime battute martellando sulle fasce come già ci avevano abituati nella scorsa stagione, fino a indovinare l’inevitabile uno-due che sull’asse Sturridge-Milner (su rigore) esaltava apparentemente il netto predominio degli inglesi maturato nella prima mezz’ora. Apparentemente, perché il Paris Saint-Germain trovato il modo di tornare in partita con Meunier; nel secondo tempo i transalpini cercano la rimonta a ritmi troppo blandi e per lunghi tratti della ripresa non riescono ad impensierire un Liverpool che però, più o meno inconsciamente, accetta di abbassare i giri del motore fino a perdere a pochi minuti dalla fine un sanguinoso pallone sulla trequarti innescando l’azione di Neymar che porta al pari di Mbappé. Pari e patta? Nient’affatto, perché Firmino (entrato solo nella ripresa perchè non in perfette condizioni fisiche) decide al minuto 93′ di indovinare la serpentina decisiva, conclusa con una rasoiata che manda definitivamente al tappeto il Paris, e regala un meritato successo a un Liverpool colpito però da qualche amnesia di troppo.

Di false partenze non ne vuole sapere il Barcellona, che schianta il PSV Eindhoven con un 4-0 troppo ingeneroso per i ragazzi di van Bommel, in gara per oltre 80 minuti nonostante un atteggiamento troppo conservativo anche dopo la pennellata di Messi su punizione. I Boerens non spaventano mai davvero i blaugrana, crollando in un finale di gara nel quale il solito Messi si regala il pallone refertando una tripletta. Gli equilibri, con soli 90 minuti nel motore, sembrano essere già definiti nel Girone A (come anticipato dopo i sorteggi): l’Atlético de Madrid espugna in rimonta il Louis II di Montecarlo con i centri di Diego Costa e Giménez, mentre il Borussia Dortmund piega il Club Bruges in trasferta grazie a un fortunoso centro di Pulisic che a pochi minuti dalla fine è centrato dal rinvio della difesa nerazzura generando una carambola che lo trasforma quasi involontariamente in match-winner.

Chiude il programma di serata il gruppo D, quello privo di squadre di prima fascia che però, proprio per l’equilibrio che lo caratterizza, può rivelarsi uno dei più divertenti: nella prima giornata di gare il Galatasaray asfalta 3-0 la Lokomotiv Mosca grazie alle reti di Garry Rodrigues, Derdiyok e İnan, mentre a Gelsenkirchen uno Schalke in crisi di risultati in Campionato trova con Embolo il vantaggio contro il Porto di Conceição (che sciupa con l’ex-interista Telles un rigore sullo 0-0), ma Otavinho referta l’1-1 nel finale. Stasera Juventus e Roma, in casa di Valencia e Real Madrid, aprono il loro interrail europeo, con la speranza di costringerci a parlare di un altro “mercoledì da Leoni“.

Michael Anthony D'Costa
Michael Anthony D'Costa
Nato a Roma nel 1989, si avvicina al calcio grazie all’arte sciorinata sui campi da Zidane. Nostalgico del “calcio di una volta”, non ama il tiki-taka, i corner corti e il portiere-libero.

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