Salernitana, l’importanza della panchina lunga. Padova rimasto in Veneto

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Dalla sfida tra Salernitana e Padova, valevole per la 3/a giornata di Serie B 2018/2019, si attendevano nuove indicazioni su che campionato granata campani e biancoscudati veneti possono affrontare da qui in avanti. Indicazioni puntualmente arrivate e che pendono in chiave positiva nettamente dalla parte della formazione di casa, vittoriosa con un secco 3-0.

La sintesi della sfida dell’Arechi sta tutta in quel “Ci stiamo divertendo” intonato dalla Curva Sud Siberiano, il settore più caldo e appassionato del tifo della Salernitana. E i sostenitori della Bersagliera hanno pienamente ragione, perché era da tempo che l’impianto salernitano non ospitava una prestazione della Salernitana convincente in questo modo. Un successo limpido e mai in discussione, nel quale hanno colpito in particolare tre fattori. In primis, la duttilità tattica della Salernitana. Colantuono ha lavorato sul 3-5-2 per tutto il ritiro, per poi ricorrere al 4-3-1-2 nel secondo tempo di Lecce e nell’amichevole giocata durante la sosta domenica scorsa contro la Sarnese, formazione di Serie D. Tutto lasciava presupporre l’adozione di questo nuovo spartito tattico ed invece, il tecnico di Anzio smentisce tutti e ripropone il 3-5-2 (sebbene in sala stampa nel post partita abbia affermato che non aveva mai pensato di rinunciare a questo preciso modulo). Dimostrando come questa Salernitana può indossare con disinvoltura più abiti. Poi, lo spirito di sacrificio dei singoli. Bocalon che lotta su ogni pallone per 70 minuti rinunciando spesso alle sue doti da attaccante d’area e Casasola centrale destro impiegato – con ottimi risultati – come esterno sinistro sono solo due esempi di quanto precedentemente scritto. E, ultimo ma non ultimo, una rosa che sembra essere competitiva per 17-18 delle sue unità. Poche formazioni cadette possono permettersi  il lusso di tenere in panchina uno come Lamin Jallow, attaccante che appena entrato ha spaccato la partita con due assist e facendo ammattire la difesa del Padova con la sua velocità. Il tutto tenendo conto che i pezzi da 90 del mercato granata, vale a dire Di Gennaro e Djuric, ancora devono carburare.

Indicazioni invece negative in casa Padova. I biancoscudati, alla prima uscita dal Veneto dato che nelle prime due gare avevano sfidato Verona e Venezia, hanno fatto un deciso passo indietro dal punto di vista del gioco. Forse il motivo è da ricercare nel difetto di esperienza di un gruppo interessante ma sostanzialmente ancora giovane e che in un campo difficile come Salerno ha peccato in personalità. Un elemento che ha sottolineato in sala stampa anche Pierpaolo Bisoli. Il tecnico patavino con onesta intellettuale si è addossato tutte le colpe della sconfitta, affermando che non è stato ancora capace nel far capire ai ragazzi che in alcune occasioni bisogna anche giocare in B in maniera sporca – nel senso positivo del termine – e non solo tramite il gioco. Ma vi è un intero campionato affinché la truppa patavina possa assimilare i dettami del tecnico ex Cesena.

Giuseppe Pucciarelli
Giuseppe Pucciarelli
Nato a Salerno il 3 maggio 1986, laureato in Fisica, ex arbitro di calcio FIGC. “Sportofilo” a 360° con predilezione per calcio e ciclismo, è un acceso e convinto fantacalcista.

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