Domina, si addormenta, ma alla fine esulta: la prima Juve di Ronaldo ringrazia Bernardeschi

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Dopo tre mesi di calcio “parlato”, cui fortunatamente il Mondiale di Russia per una mesata ha fatto un pò da contraltare, è finalmente tornato a rotolare il pallone in Serie A; dal 10 luglio scorso, poi, l’attesa per la ripresa del Campionato nostrano è diventata bollente in virtù del “colpo del secolo” griffato Juve, capace di portare in Italia nientemeno che Cristiano Ronaldo.

Ebbene, proprio l’esordio di Cristiano Ronaldo era sicuramente il topic di maggior interesse per molti, divisi tra chi sostiene che l’asso portoghese sia destinato a ripetersi in Serie A agli spaventosi valori di fatturato realizzativo registrati con la camiseta blanca e chi, al contrario (e forse anche “orgogliosamente” attaccato alla bandiera del tattico e difficilissimo campionato italiano) ne prevede un impatto meno devastante in Italia.

Strana la partita del Marc’Antonio Bentegodi: per circa mezz’ora, pur se con ritmi da partitella del giovedì, la Juventus mette alle corde un Chievo incapace di intendere e volere, schiacciato nella propria metà campo e costretto ad osservare gli avversari fraseggiare (in maniera nemmeno troppo intensa e/o fluida) a loro piacimento dopo il gol arrivato al 2’ con Khedira.  Un dominio territoriale tanto impressionante, quanto però risicato; forse convinti dalla poca consistenza del Chievo di aver i tre punti già in mano i bianconeri si permettono una distrazione, di cui sornioni i gialloblù approfittano trovando il pari con Stepinski con la complicità di Bonucci. Pronti via e nella ripresa un’altra sciocchezza, di Cancelo (ottimo in fase offensiva), regala a un incredulo Chievo rigore e vantaggio griffato Giaccherini; da qui, non senza un pizzico di tensione, i bianconeri iniziano una partita condotta più di pancia che di schemi anche perchè di transizioni offensive, lato Chievo, se ne vedono ben poche. Ironia della sorte a propiziare il pari è il figliol prodigo Bonucci che genera l’autorete di Bani, ma la rimonta ai Campioni d’Italia riesce solamente al 93’ con Bernardeschi.

E la partita di Ronaldo? Partenza timida quella dell’asso lusitano, che nei primi minuti di gioco il pallone non lo vede praticamente mai, salvo poi entrare gradualmente in partita con il passare dei minuti nonostante una dimestichezza con la nuova squadra ancora (fisiologicamente) da trovare,  fino a sfoggiare nel secondo tempo le prime vere giocate “da Cristiano Ronaldo” risultando tra i migliori nella Juventus, pur rimanendo a secco; l’impressione è che, rifacendosi alla spaccatura tra gli appassionati di calcio evidenziata sopra, rotto il ghiaccio con il nostro calcio Cristiano Ronaldo non avrà problemi a dimostrare il suo valore anche lungo lo Stivale.

Più interessante, semmai, ragionare sulla Juve in generale: illogico aspettarsi una squadra già fluida nello sviluppo della manovra o brillante da un punto di vista fisico. Con il Chievo però le due reti che hanno complicato i piani di vittoria degli ospiti la Juventus se le è virtualmente “fatte da sola” con delle disattenzioni individuali figlie forse anche di un rilassamento di squadra; con una rosa che apparentemente è ancora superiore alla concorrenza, possibile che il compito di Massimiliano Allegri quest’anno (almeno in Campionato), sia più quello di mantenere alto il livello di tensione della propria squadra evitandole magari di ragionare in maniera esagerata in funzione della Champions League?

Altrettanto interessante il vestito ritagliato dal tecnico livornese per la sua prima Juventus 2018/19, in un armadio a dir la verità colmo di abiti potenzialmente buoni per le differenti occasioni. A Verona, prima di complicarsi la vita, la Juventus si era resa protagonista di un ottimo avvio di gara con un 4-4-2 mascherato: Dybala, partner di Ronaldo in avanti, tornava spesso a metà campo iniziando a cucire l’azione bianconera, mentre il portoghese tendeva di frequente a decentrarsi sulla sinistra. Aldilà quindi di schemi e disegnini su di una lavagna, l’impressione è che Allegri abbia voluto concedere una sorta di libertà offensiva ai tre calciatori più estrosi dei bianconeri, Ronaldo, Dybala e Douglas Costa, con il risultato di riuscire a sorprendere spesso in avvio un Chievo comunque troppo timoroso.

Solo il tempo ci dirà se questo è il vestito che Allegri ha ideato per la sua Juventus (che in panchina quindi potrebbe pescare tra gli altri tra Bernardeschi e Mandžukić), così come se le riflessioni di cui sopra saranno semplicemente da derubricare a fantasie di fine estate; nel dubbio, non ci resta che metterci comodi e, finalmente, goderci uno spettacolo iniziato in una maniera che più emozionante non poteva.

Michael Anthony D'Costa
Michael Anthony D'Costa
Nato a Roma nel 1989, si avvicina al calcio grazie all’arte sciorinata sui campi da Zidane. Nostalgico del “calcio di una volta”, non ama il tiki-taka, i corner corti e il portiere-libero.

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