Napoli, passi avanti contro il Borussia anche con le “seconde linee”

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Smaltita la delusione per la pesante sconfitta subita a Dublino qualche giorno fa contro il Liverpool, il Napoli riprende immediatamente la propria corsa verso la nuova stagione e, nella seconda tappa del proprio tour europeo, ritrova anche la vittoria con una prestazione decisamente più convincente. Finisce 3-1 in favore dei partenopei la sfida contro il Borussia Dortmund, firmato dalle reti di Milik, Maksimović e Callejón per gli azzurri e di Phillip per i gialloneri. Un altro test sulla carta piuttosto impegnativo per i partenopei, scesi in campo contro una squadra probabilmente non più ai livelli della sua generazione d’oro con Klopp in panchina, ma che può comunque continuare a vantare una discreta esperienza a livello internazionale.

Per Carlo Ancelotti, però, è stata soprattutto l’occasione per mettere alla prova una formazione quasi totalmente diversa rispetto a quella di Dublino, lanciando dal 1′ molti giocatori che, almeno inizialmente, dovrebbero cominciare la stagione come “seconde linee” (Maksimović, Chiriches, Diawara, Rog, Ounas e Verdi). Seppur con un avversario certamente meno devastante rispetto all’esplosivo Liverpool, i partenopei hanno mostrato qualche piccolo passo in avanti, cercando di impostare la partita secondo uno stile molto più vicino al nuovo allenatore. Perché del bel gioco sarriano, fatto di pressing alto, continui passaggi e scambi in velocità per il momento non si vede quasi più nulla, salvo a sprazzi e su iniziativa di alcuni dei titolari dello scorso anno che possono già contare su una buona intesa tra loro. Piuttosto, quella vista a San Gallo è stata una squadra più attenta in fase di copertura, decisa a chiudere al massimo gli spazi per rendere sterile il possesso palla avversario e poi ripartire in velocità per colpire: un gioco, insomma, che potrebbe far storcere il naso a chi ha apprezzato profondamente il Napoli degli scorsi anni, ma che contro i tedeschi si è rivelato efficace.

I miglioramenti più evidenti sono arrivati dalla difesa, dove la coppia centrale Maksimović-Chiriches (con il primo andato anche in rete di testa su un bel calcio d’angolo di Verdi) ha offerto qualche sicurezza in più in chiusura, rimanendo bassa ma senza concedere troppi spazi a giocatori potenzialmente molto pericolosi come Pulisic e Phillip. Molto meglio anche Karnezis, che contro il Liverpool aveva mostrato preoccupanti segnali di fragilità e insicurezza: lo stile degli interventi non è sempre pulito, ma il greco si è dimostrato complessivamente attento, soprattutto nella ripresa, quando i gialloneri hanno cominciato a spingere con più insistenza per cambiare il risultato.

Giocate interessanti sono arrivate anche dal reparto offensivo, stavolta meno isolato dal gioco e maggiormente in grado di interpretare il lavoro richiesto da Ancelotti. Buona prestazione da parte di Verdi, che si conferma un giocatore di notevole duttilità, capace di spostarsi di posizione in avanti con naturalità (in diverse occasioni si è ritrovato a palleggiare con Ounas sulla fascia sinistra) e con un piede molto interessante soprattutto nei calci piazzati (suo l’assist per il raddoppio di Maksimović). Anche meglio Milik, che allontana ulteriormente i fantasmi di un possibile colpo in attacco nel finale di mercato prima con un gran sinistro dalla distanza con cui sblocca la gara e poi con il tanto lavoro a supporto dei compagni richiesto dal tecnico. Infine, abbastanza bene anche Ounas, sempre molto interessante quando decide di affidarsi ai suoi strappi, ma forse ancora un po’ troppo incostante in certe fasi della gara. Certo, l’ingresso in campo nel finale di Insigne e Callejón ha permesso ai partenopei di ritrovare delle geometrie totalmente differenti, a tratti ben più devastanti. Ma la prestazione delle “seconde linee” fa comunque ben sperare in vista della nuova annata.

Qualche nota stonata arriva invece da centrocampo, su cui Ancelotti dovrà ancora lavorare nelle prossime settimane. Gli aspetti più interessanti si sono visti in fase di pressing e di accompagnamento della difesa in copertura, con Allan, Rog e Diawara che ci hanno messo la solita corsa e grinta (per gli ultimi due, a volte anche quasi troppa) per limitare le sortite offensive del Borussia Dortmund. Manca, però, un salto di qualità in fase di costruzione, visti i tanti palloni persi, a volte molto velenosi, soprattutto dal centrocampista croato. Ma quel compito spetterà probabilmente ai più “tecnici” Hamšík, Zielinski e Ruiz e per questo motivo bisognerà attendere con ogni probabilità le prossime gare per cominciare a vedere più chiaramente il giusto equilibrio tra qualità e fisicità in mezzo al campo.

Intanto, una parte della dirigenza resta rivolta al mercato: ufficiale l’arrivo di Malcuit, che sostituirà Maggio come alternativa a Hysaj sulla destra. Tiene ancora banco la questione portiere: per Ochoa la trattativa non riesce a concludersi, con lo Standard Liegi che non sta dando grandi segnali di apertura. L’ultima idea è David Ospina dell’Arsenal: una soluzione piuttosto interessante per trovare esperienza tra i pali e favorire anche la crescita del giovane Meret. Ma i Gunners hanno già fatto capire di voler cedere il colombiano, chiuso dall’arrivo di Leno, solo a titolo definitivo e in Turchia ci sarebbero il forte interessamento del Besiktas: due aspetti che potrebbero complicare il potenziale affare degli azzurri.

 

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

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