Lugano, primo serio campanello d’allarme

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Intendiamoci: a Lugano è presto per parlare di crisi, con 33 partite ancora da disputare, e una stagione che terminerà a primavera. Però, ieri la grande assente è stata la prestazione. E, se il risultato tutto sommato è secondario (soprattutto di questi tempi), la qualità del gioco assume la sua importanza.

I bianconeri, ieri, hanno giocato la peggior partita della stagione. Troppi uomini spaesati, diversi ancora fuori forma, e alcuni che, forse, per ora sono sopravvalutati. La facilità, per esempio, con la quale Schürpf, in area, si è liberato con una finta di Yao, fa pensare che forse l’ivoriano, al centro della difesa, sia fuori ruolo, contrariamente a quanto pensa Abascal.

Altro giocatore in difficoltà, nell’ambizioso progetto di gioco del tecnico spagnolo, è Gerndt, che deva giocare più in copertura che in profondità. Junior ieri era in giornata storta (peggiore in campo dei suoi, e non solo per il rigore sbagliato), Janko deve evidentemente recuperare il lavoro di preparazione che ha perso per l’infortunio. Riguardo al brasiliano, si dice che sia distratto da sirene di mercato: il ds Manna, a tale proposito, ai giornalisti di Ticinonews presenti allo stadio, ha fatto alcune affermazioni sibilline. Affaire à suivre, come si dice da queste parti.

Davanti, solo Ceesay ha fatto bene, anche se non è stato troppo preciso e insidioso nelle conclusioni. In mezzo, Abedini ha provato a sostituire Piccinocchi (e non era facile), ma il Sabbatini di questo periodo è l’ombra del giocatore che abbiamo ammirato in altri momenti. Dietro, al sempre spumeggiante Masciangelo ha fatto eco un buon Daprelà, che però non è mai apparso in fase di costruzione (forse timoroso di lasciare scoperta la retroguardia).

Insomma, tante cose che non vanno, anche se, a far vedere il bicchiere mezzo pieno, c’è la speranza che alcunio degli elementi sotto tono crescano. Gli interrogativi più grandi riguardano il modulo di gioco (piuttosto ambizioso, con la squadra che gioca alta e si espone al contropiede avversario). Non si può tenere il pallone per tutti i 90′: quando ce l’hanno gli avversari, bisogna fare in modo che non creino difficoltà alla difesa. In quanto a Baumann, anche ieri è apparso non sempre puntuale.

Dietro, infatti, ci sono problemi seri. Con Golemić in partenza (sembrerebbe per Crotone) e Sulmoni infortunato, il reparto è in difficoltà, nonostante Daprelà centrale sia una bella scoperta. Mihajlović ieri era in difficoltà, ma è un giocatore di buon livello, e potrà migliorare. Insomma, niente crisi (per ora), ma un campanello d’allarme da non sottovalutare. Sabato sera, contro il GCZ, a Cornaredo, bisognerà vincere, per fare un tranquillo ferragosto di Coppa svizzera a Dietikon.

E il mister? Ecco le sue principali dichiarazioni a fine partita (FC Lugano): “Siamo partiti bene, però abbiamo sbagliato troppi passaggi filtranti. Male la fascia sinistra, in fase di loro possesso. Chiuso male il primo tempo, in svantaggio dopo aver sbagliato un rigore che ci poteva far finire avanti nel punteggio. Nella ripresa, abbiamo preso un gol da palla inattiva. Abbaimo riaperto l’incontro, sbagliato di tutto e preso un gol in contropiede in una situazuione di 2 contro uno. Serve maggiore cattiveria davanti, e più concentrazione dietro, perché il nostro stile di gioco non ci permette di concedere queste situazioni agli avversari.”

“Davanti, Gerndt e Juiniro non hanno sfruttato gli spazi, e hanno perso i duelli uno contro uno. Nella ripresa sono passato al 3-4-1-2: abbiamo creato parecchie occasioni, Ceesay e Janko hanno fatto bene. Gli errori ci possono stare. Se dico che voglio cambiare qualcuno, non è per punirlo, ma è la logica conseguenza per chi non è al meglio, o commette errori in partita.” 

“Golemić mancherà? Ce lo dirà il campo. Abbiamo Yao, è un ’96, può diventare un calciatore importante. La società e noi ne siamo consapevoli, lavoriamo per farlo crescere, lui e gli altri. Ovvio che tutti coloro ai quali viene data una possibilità, dovranno sfruttarla.”

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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