Una fascia da onorare

-

Ci risiamo: a un anno di distanza, potrebbero aprirsi nuovamente le selezioni per la fascia di capitano in casa Milan. L’attuale leader dei rossoneri, Leonardo Bonucci, sembra intenzionato a cambiare aria dopo un solo anno di militanza. Un amore esploso e ridimensionatosi con la stessa velocità: dall’inebriante entusiasmo per il suo arrivo (che avrebbe dovuto spostare gli equilibri) alla quasi indifferenza di gran parte del tifo per un’eventuale partenza. Il grosso problema in questa vicenda sono state le smisurate aspettative: i dirigenti del Milan erano convinti di aver dato solidità difensiva e personalità all’intera rosa con un solo acquisto, mentre Bonucci era convinto di riuscire a portare subito in alto la squadra, trasmettendo la mentalità vincente che si portava dietro dalla Juventus.

Affidandogli la fascia da capitano, la dirigenza rossonera ha voluto farne l’immagine di un nuovo corso, convinta che il ragazzo avesse le spalle talmente larghe da reggere senza problemi il peso di quell’enorme responsabilità. Una scelta azzardata, che ha premiato lo spessore dell’atleta piuttosto che la militanza e l’attaccamento ai colori sociali. Ma anche Bonucci, che ha dimostrato nel corso della carriera di avere gli attributi (si pensi al rigore che lui stesso decise di calciare contro la Germania a Euro 2016), ha saputo sostenere tale peso, divenendo l’emblema del Milan agonizzante visto nel girone d’andata. Il ruolo di capitano lo si guadagna sul campo e ancor prima nello spogliatoio, mentre Bonucci ha offerto prestazioni sconcertanti accompagnate da continui (divenuti col tempo grossolani) messaggi di sprono sui social, come a voler dimostrare il proprio peso all’interno della rosa. Le parole, se non accompagnate dai fatti, sono spesso un pericolosissimo boomerang: i sostenitori rossoneri si sono spazientiti, salvo poi riacquistare fiducia in tutta la squadra grazie all’avvento di Gattuso.

Il tecnico calabrese ha fatto capire che Bonucci potrebbe partire in questa sessione di mercato: su di lui si sono informate squadre del calibro del PSG e del Manchester United, che puntano decisamente in alto in vista della prossima stagione. Gattuso ha anche riferito che Bonucci vuole vincere subito, sottolineando come questo sia anche l’obiettivo del Milan. Pare chiaro, oramai, che Bonucci si sia pentito amaramente di essersi trasferito a Milanello (figurarsi ora che la Juventus è la candidata numero uno al successo in Champions League) e che non abbia la giusta dose di pazienza per ingoiare altri bocconi amari nella speranza di riportare il Milan, nel giro di qualche stagione, nel gotha del calcio europeo. Il fatto che il difensore abbia questi tentennamenti non può che metterlo in cattiva luce agli occhi dei propri tifosi: un capitano che vola altrove nei momenti di difficoltà dimostra di non avere poi un così profondo attaccamento per i colori rossoneri, conditio sine qua non per indossare quella fascia. Una fascia passata per le braccia di grandi bandiere come Rivera, Baresi e Maldini, onorata a fondo da altri esponenti del milanismo come lo stesso Gattuso, ma svuotata di significato nell’ultimo lustro, indossata qua e là un po’ da chiunque.

Non più tardi di un anno fa eravamo intenti ad affrontare lo stesso argomento: avevamo anticipato le intenzioni della società immaginando l’assegnazione della fascia a Bonucci ma la nostra convinzione era che non fosse la soluzione più corretta. A nostro avviso il capitano avrebbe dovuto essere un giocatore come Bonaventura: serio, con un basso profilo fuori dal rettangolo di gioco e trascinatore in campo. In caso di cessione di Bonucci, la fascia non potrà essere assegnata con superficialità: con Donnarumma che nel giro di due anni si è bruciato quasi ogni possibilità, gli unici profili adeguati sembrano quello di Jack e di Romagnoli. Il difensore classe 1995 è uno dei pilastri più saldi della squadra, e ha recentemente rinnovato la propria intenzione di continuare a vestire la casacca rossonera, apponendo la firma su un contratto che lo legherà alla società di via Aldo Rossi fino al 2022. Il momento della definitiva consacrazione potrebbe essere giunto: svincolato dall’ingombrante presenza del compagno di reparto, Romagnoli potrebbe fare un ulteriore salto di qualità a livello di leadership e peso nello spogliatoio, magari diventando con merito e sacrificio il simbolo della tanto agognata rinascita rossonera.

Stefano Tomat
Stefano Tomat
Nasce nel 1987 a Udine, gioca a calcio da quando ha 6 anni. Laureato in Relazioni Pubbliche e Comunicazione Integrata per le Imprese e le Organizzazioni.

MondoPallone Racconta… Vardy e i bomber carneadi d’Inghilterra

Si è detto tutto e di più, in questa prima metà della stagione, sull'exploit straordinario del Leicester City guidato dall'italiano Claudio Ranieri. E sulle...
error: Content is protected !!