La Svezia chiude il suo mondiale con una sconfitta netta, e un bilancio positivo

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Sconfitta, dunque, per la Svezia contro l’Inghilterra: un risultato ampiamente previsto, viste anche le quote delle principali agenzie di scommesse. Tuttavia, per la prima volta in questo Mondiale, la compagine Blågul è uscita battuta anche nel gioco, a differenza, per esempio, della partita contro la Germania, dove era rimasta a galla, venendo superata all’ultimo respiro.

Cos’è successo alla Svezia? Intanto, come vi avevamo annunciato in fase di presentazione dell’incontro, la nazionale dei Tre Leoni ha affrontato gli avversari con una disposizione tattica che ha loro consentito di creare qualche problema alla fortezza difensiva scandinava, con gli esterni a giocare larghi. Oltretutto, il grande lavoro sulle fasce ha fatto si che gli inglesi si trovassero in superiorità numerica in difesa e in attacco. Non solo: i britannici sono stati anche in grado di contrastare, come da tradizione, gli svedesi sul loro punto forte, il gioco aereo. La miglior tecnica individuale ha fatto il resto.

La Svezia, questa volta, non è riuscita a dipanare la matassa. Gli scandinavi sono stati battuti sul ritmo: il loro stile di gioco, a linee strette, molto dispendioso, li ha messi in difficoltà dal punto di vista della tenuta atletica. Inoltre, si è sentita, questa volta, la mancanza di un bomber. Nella ripresa, sullo 0-2, i Blågul hanno avuto alcune ottime possibilità per andare in gol e riaprire l’incontro, ma le hanno fallite tutte. Berg, che pure non ha fatto male complessivamente, chiude il torneo senza essere mai andato a segno una sola volta: a fermarlo, oggi, sullo 0-1, anche il portiere avversario, con un grande intervento.

Le statistiche dicono inoltre che l’Inghilterra ha avuto il 56% di possesso palla, ha ottenuto 6 calci d’angolo contro uno, fatto 12 conclusioni verso la porta (contro le 7 degli avversari, che ne hanno però messe nello specchio della porta 3, a differenza delle 2 britanniche).

Precisione dei passaggi simile per entrambe le compagini (74% contro 79%); tuttavia, gli svedesi hanno effettuato 380 passaggi, contro i 526 degli avversari, che hanno recuperato 46 palloni, 10 in più degli scandinavi. Cifre nude, che però possono aiutare a capire meglio come siano andate le cose in campo.

Una Svezia in difficoltà, insomma. Probabilmente, erano diverse le motivazioni: l’Inghilterra sente la possibilità di raggiungere un grande traguardo (non arriva nei primi 4 dal 1990, e non vince dal 1966), mentre gli svedesi, in fondo, sono andati oltre le aspettative. E nelle parole di Andersson, a fine partita, non ci sono recriminazioni, pur dando una lettura della partita diversa dalla nostra: (FIFA): “Non sono dell’idea che qualcosa non abbia funzionato oggi. Abbiamo affrontato un grande avversario, senza fare la nostra migliore prestazione. Il nostro margine è basso, ed è difficile creare opportunità contro una squadra che si è schierata con cinque difensori. L’Inghilterra è stata la squadra più forte oggi. A volte ciò non perdi la partita perché hai sbagliato qualcosa, ma solo perché l’avversario è migliore.”

Nell’altro spogliatoio, Maguire, uno degli eroi di questa partita, ha invece dichiarato (FIFA): “Abbiamo l’impressione di aver dominato e controllato la partita. Tuttavia, eravamo troppo agitati nei minuti finali. Sapevamo che il nostro lavoro avrebbe pagato. Tutti sono stati molto importanti e anche i ce Jesse Lingard per Dele Alli, sono qualcosa su cui abbiamo lavorato in allenamento. Quindi congratulazioni allo staff e ai giocatori per averlo eseguito così bene.” Il giocatore ha così consumato la sua vendetta contro la Svezia, che aveva annunciato un paio d’anni fa via Twitter, dopo un acquisto fatto in un negozio della celebre catena di mobili scandinava.

Ora, non resta che guardare, stasera, l’ultimo quarto di finale, tra Croazia e Russia, e attendere il verdetto: mercoledì gli inglesi saranno ancora in campo, e potranno scrivere un’importante pagina di storia. La Svezia torna a casa, con qualche certezza in più: vedremo cosa accadrà nelle qualificazioni agli europei del 2020.

 

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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