Russia 2018 – Si parte! Ma dove eravamo rimasti?

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Ci siamo, oggi comincia il Mondiale, la ventunesima edizione dal 1930, la sesta a trentadue squadre. Il palcoscenico è la Russia, la squadra di casa aprirà i giochi sfidando l’Arabia Saudita allo Stadio Luzhniki. Dunque, dove eravamo rimasti? Eravamo allo stadio Maracanà di Rio de Janeiro, al minuto 113: André Schürrle, subentrato alla mezz’ora per un infortunio occorso a Kramer (che per amnesia dimenticherà, poi, di aver giocato una finale), fugge via sulla sinistra e crossa al centro, dove c’è Mario Götze (altro subentrato, al posto di Miroslav Klose) che stoppa la sfera con il petto e di sinistro, al volo, supera Romero e mette dentro il pallone che vale una Coppa del Mondo, la quarta nella storia per i tedeschi. Raggiunta l’Italia nel palmarès, alle spalle del solitario Brasile, in vetta con 5 titoli. Götze, nato nel 1990 e figlio di quella Germania che aveva abbattuto il muro, ma che ancora non aveva raggiunto l’unificazione nazionale (sarebbe avvenuta l’anno dopo, nel 1991), componente di una nuova generazione multi-etnica, forgiata dal lavoro sapiente di Joachim Löw, a caccia in Russia del record di Vittorio Pozzo: vincere il secondo mondiale di fila.

Della Germania di quattro anni fa, per assurdo, non si ricorderà la vittoria finale, seppur giunta in extremis contro un’Argentina che aveva un seguito enorme di tifosi a Rio De Janeiro e che pure aveva avuto importanti palle gol durante la gara, per far sua la coppa. E che invece ha pianto e tanto. Quella Germania passerà alla storia per aver inflitto ai padroni di casa del Brasile la sconfitta più atroce della sua storia, superiore perfino al Maracanazo del 1950. Il 7-1 rifilato da Muller e compagni al Mineirao di Belo Horizonte ha spaccato il cuore dei brasiliani, che ora cercano gloria e vendetta sulla Piazza Rossa.

Nel football europeo il 2014 è segnato dalla “Decima”, la conquista della decima Coppa dei Campioni/Champions League da parte del Real Madrid guidato dall’italiano Carlo Ancelotti. A Lisbona, Sergio Ramos riprende all’ultimo respiro i cugini rivali dell’Atletico (avanti con Godìn) e, nei supplementari, Gareth Bale segna la rete decisiva, dando il là alle glorie personali di Marcelo e Cristiano Ronaldo. In Europa League, è Torino ad ospitare la finale con il nuovo Juventus Stadium, ma i bianconeri non ci arrivano, si ferma nel turno precedente contro il Benfica. La coppa, ai rigori, se la prende il Siviglia, chiudendo la dominazione spagnola nelle coppe. In Italia, è la Juve di Conte a centrare Scudetto e record di punti (102), ma in estate arriveranno le dimissioni a sorpresa dell’allenatore, rimpiazzato poi da Massimiliano Allegri.

Sullo scenario politico, italiano e internazionale, molti furono i cambiamenti in quell’anno. Dopo le dimissioni da Primo Ministro di Enrico Letta, l’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, unico nella storia ad essere eletto per un secondo mandato, conferì l’incarico di formare un nuovo governo a Matteo Renzi, che a 37 anni è diventato il Premier più giovane della storia dello Stato italiano. Nel mondo, invece, sale alla ribalta quell’anno un altro leader destinato a far parlare molto di sè. In Corea del Nord Kim Jong-un, unico candidato in lista, viene eletto dai deputati con il 100% dei voti. Incredibile e curioso come, quattro anni dopo, nell’imminenza di un altro mondiale, abbia l’onore della cronaca per il primo storico incontro, con stretta di mano, con il Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, aprendo un’era di comunicazione e collaborazione che sfiata le tensioni sul nucleare fin qui accumulate.

La Costa Concordia lascia l’isola del Giglio, dopo un naufragio e un’operazione di recupero durati anni. Arriverà al porto di Genova tre giorni più tardi.

Tra i casi di cronaca, ricordiamo la diffusione, a febbraio, del nuovo identikit di Matteo Messina Denaro, uno dei latitanti più pericolosi d’Italia e l’arresto del presunto assassino di Yara Gambirasio, l’adolescente uccisa a Brembate di Sopra in provincia di Bergamo il 26 novembre 2010. Il fermato si chiama Massimo Giuseppe Bossetti, è un muratore della zona ed è stato individuato grazie al dna trovato sugli slip della vittima.

Il 2014, grazie al decisivo intervento mediatore di Papa Francesco, è anche l’anno in cui il Presidente USA Barack Obama e quello cubano, Raul Castro, annunciano l’intenzione di porre fine all’embargo contro Cuba dopo 55 anni.

Passando a universi più leggeri, sulla scena musicale il 2014 pone sotto i riflettori Conchita Wurst, nome d’arte della drag queen e cantante austriaca transgender Thomas Neuwirth. Vince in Danimarca la 59°edizione dell’Eurovision Song Contest con il brano “Rise like a Phoenix”, stupendo tutti per la sua voce e per il suo particolare look, in cui abbina una barba maschile ad una capigliatura, un trucco e un vestiario totalmente femminili. Il suo successo, seppur con mille contrasti, le varrà, tra i mille onore, anche due ospitate in programmi tv italiani: prima Sanremo, poi Ballando Con le Stelle.

Tra i singoli, spopola nell’estate italiana la hit di Enrique Iglesias “Bailando”, ma si ballano e si cantano anche “Happy” di Pharrell Williams e “Jubel” di Klingande. Tra gli artisti italiani, Fedez e Francesca Michielin scaldano gli amori estivi con il loro duetto nel brano “Magnifico”. I Coldplay, infine, illuminano le arene e gli stadi di tutto il mondo con i loro concerti al suono di “A Sky Full Of Stars”.

Nel cinema sono due le opere italiane degne di citazione. Il primo è Checco Zalone, interprete comico dell’italiano medio come nessuno nei suoi film. Il suo “Sole A Catinelle” sbaraglia la concorrenza al box office italiano nella stagione 2013/2014, battendo anche kolossal come “The Wolf Of Wall Street” (film per cui ci si aspetta uno scontato premio Oscar all’interpretazione di Leonardo Di Caprio, ma che, per l’ennesima volta, verrà disattesa). La seconda è quella di un regista esordiente, Sidney Sibilia, che mette in scena il primo atto della sua trilogia dei ricercatori universitari banditi di “Smetto Quando Voglio”. Una sorta di “Breaking Bad” in salsa comedy, cui faranno seguito gli altri due capitoli “Smetto Quando Voglio – Masterclass” e “Smetto Quando Voglio – Ad honorem”. Il successo nelle sale, e di critica, è immediato e sostanzioso. A 63 anni si toglie la vita l’attore americano Robin Williams, il mondo intero ne piange la tragica scomparsa.

In ambito letterario, ci sono due lasciti dolorosi nel 2014. La scomparsa del premio Nobel colombiano Gabriel Garcia Marquez, un gigante della scrittura, autore di capolavori, tra cui “Cent’anni di solitudine”, “L’amore ai tempi del colera” e “Cronaca di una morte annunciata”. Molto più in piccolo, ma non meno importante per l’Italia, la scomparsa di Giorgio Faletti, artista a 360°, comico da cabaret nella prima fase della sua carriera (ricorderemo per sempre il poliziotto Vito Catozzo di Drive In), cantautore a Sanremo e, infine, scrittore di romanzi gialli. “Singor Tenente” gli regala il secondo posto al Festival della Canzone italiana nel 1994 e “Io Uccido” è la sua opera prima che ha venduto più di 4 milioni di copie.

Un anno importante per i credenti di religione cattolica il 2014. A Roma arrivano migliaia di fedeli per assistere alla canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. In Piazza San Pietro ad assistere alle celebrazioni c’è anche il Papa emerito Benedetto XVI. Verrà ricordata come la giornata dei quattro papi.

Il 2014 è, infine, l’anno che ha portato la nostra Samantha Cristoforetti nello spazio, prima donna italiana astronauta. Con la missione ISS Expedition 42/Expedition 43 Futura ha conseguito il record europeo di permanenza nello spazio in un singolo volo (199 giorni).Che la sua eccellenza possa essere di buon auspicio oggi per il calcio italiano e per la Nazionale di Roberto Mancini, che dalla polvere di San Siro risorga e decolli fino alle stelle, tornando a regalare altre notti magiche agli italiani.

Eravamo rimasti qui, dunque, oggi ripartiamo dallo stadio Luzhniki di Mosca, in attesa di sapere chi sarà o chi saranno i prossimi eroi che incideranno il proprio nome nell’oro e porteranno il proprio Paese sulla vetta al mondo. Perlomeno quello del calcio.

Roberto Tortora
Roberto Tortora
Laureato in Scienze della Comunicazione, a Salerno. Master in Giornalismo IULM, a Milano; Giornalista professionista.

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