Rugby, Test Match – È partita l’operazione Giappone

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Natwest Sei Nazioni 2018, round 2, Dublino, Aviva Stadium 10/02/2018, Irlanda v Italia, una carica di Leonardo Ghiraldini sostenuto da Pasquali.
Per gentile concessione Media Bin FIR

Al lavoro l’Italrugby, che dopo il deludente 6 Nazioni cercherà vita nuova dal tour estivo in Giappone. Un viaggio, quello verso la terra del sol levante, non banale e decisamente importante a livello commerciale, tecnico e sportivo: i Cherry Blossoms occupano attualmente l’11/o posto in classifica nel Ranking World Rugby e sono un avversario adeguato per il livello degli azzurri.

In un’ottima di crescita, è infatti importante infatti confrontarsi sia con nazionali superiori che con quelle del tuo stesso livello, per mettere a punto quelle tattiche e quegli approcci che saranno un domani utili nel 6 Nazioni e soprattutto in Coppa del Mondo, che si giocherà proprio in Giappone e nella quale il XV di Conor O’Shea affronterà Nuova Zelanda, Sudafrica, la vincente del playoff di qualificazione Africa 1 e una ripescata; i giapponesi, inseriti nella Pool A, sfideranno invece Irlanda e Scozia oltre alla Russia e alla vincente del playoff. In particolare la sfida a irlandesi e scozzesi rende interessante questa serie con l’Italia, data l’abitudine dei nostri al ritmo e al gameplay del 6 Nazioni.

Per gentile concessione Media Bin FIR

Negli ultimi decenni il rugby giapponese è cresciuto a vista d’occhio, grazie a investimenti su club, stadi, infrastrutture e tecnici (spesso stranieri) ma anche per via di una strategia commerciale che ha raramente badato al caso. Ad oggi una franchigia di questo paese, i Sunwolves (サンウルブズ Sanurubuzu) milita nel Super Rugby, il campionato per le squadre espressione dell’élite del rugby union di Nuova Zelanda, Australia, Sudafrica con le recenti aggiunte di Argentina (Jaguares) e appunto del Giappone.

Sotto i Sunwolves opera la Top League, campionato che assegna il titolo di campione nazionale attualmente detenuto dai Suntory Sungoliath, club con sede a Fuchū, Tokyo. La maggior parte dei rugbisti che militano in questa lega risultano dipendenti delle grandi industrie proprietarie delle squadre. L’affluenza media di 5.339 spettatori (23,416 per la finale) registrata dall’ultimo campionato certifica l’interesse crescente del grande pubblico per questa disciplina, in un territorio storicamente dominato da sport come baseball e calcio.

Lo scorso autunno negli end-of-year rugby union internationals, il XV di coach Jamie Joseph ha affrontato l’AustraliaYokohama (30-63, davanti a 43.621 persone), nel giorno dell’esordio di Asaeli Ai Valu, Kazuki Himeno, Fetuani Lautaimi, Sione Teaupa e Wimpie van der Walt a livello di test rugby; prestigioso il successo 39-6 colto su Tonga a Tolosa (doppia meta di Lemeki, marcature di Mafi, LeitchFukuoka, calci di Tamura), così come il pareggio 23-23 con la Francia il 25 novembre a Nanterre. Un exploit, quello della U Arena, paragonabile allo storico 32-34 inflitto agli Springboks sudafricani nella Rugby World Cup 2015, la prova che quel bellissimo Mondiale non è stato un fuoco di paglia ma anzi la base d’entusiasmo su cui costruire nuove imprese.

Del Giappone ha parlato il Presidente della Federazione Italiana Rugby Alfredo Gavazzi, nelle pagine di presentazione della Media Guide del tour: “il calendario 2018 porta la nostra nazionale in Giappone – un Paese e una cultura, sportiva e non, che ho imparato ad apprezzare nel mio percorso di imprenditore nell’ambito della robotica industriale – per un incontro non ufficiale e due test-match contro i Cherry Blossoms. Conosciamo le difficoltà e le insidie di questa lunga trasferta: la
storia recente parla di un Giappone in crescita, capace di superare come noi il Sudafrica, ma anche di fermare sul pareggio la francia lo scorso novembre. […]. L’ultimo scontro diretto, nel 2014 a tokyo, è coinciso con la prima vittoria giapponese a nostre spese ed oggi il Giappone ci precede nel ranking internazionale. Per questo le tre settimane che la nazionale passerà lì sono tanto importanti, perché la squadra – tutti noi, non solo gli atleti e i tecnici – sarà chiamata a tradurre in successi il duro lavoro svolto in questi due anni”
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Venendo all’Italia, il ct ha diramato la lista dei giocatori che partiranno il 24 maggio dall’Aeroporto Internazionale “Milano Malpensa”. Dalla lista manca capitan Sergio Parisse dopo una lunga e logorante stagione internazionale e di club; l’ultima novità è l’inserimento ventunenne pilone del Patarò Calvisano, Giosuè Zilocchi al posto del tallonatore delle Zebre Oliviero Fabiani, che non ha recuperato da una distrazione muscolare.

Foto Media Bin FIR

Queste le parole di Tadashi Okamura, n. 1 della Japan Rugby Football Union sulla Nazionale: “È per noi un grande piacere accogliere la nazionale italiana, che torna in Giappone dopo cinque anni per i Lipovitan D Challenge Cup test-match di Ooita e Kobe. il nostro più caloroso saluto va a tutta la comitiva, ad ogni giocatore e dirigente. Gli azzurri sono una potenza del rugby ed hanno peso parte a tutte le edizioni della Coppa del mondo, sin da quella inaugurale in Nuova Zelanda nel 1987, con 11 vittorie all’attivo. hanno affrontato il Giappone sei volte, vincendone cinque e perdendone solo una, quella del giugno 2014 allo stadio Prince Chichibu Memorial. la loro storia è lunga, visto che il loro primo test-match con la Spagna risale al 1929, e il loro tradizionale stile di gioco, caratterizzato da potenti fasi statiche e una robusta difesa, si è perpetuato sino ad oggi con un significativo progresso. Sono entrati nell’attuale Sei nazioni nel 2000 e hanno sconfitto diverse volte le Home Unions e la Francia. il loro gioco nelle fasi statiche, la loro rocciosa difesa e la capacità dei loro tre-quarti di attaccare da qualsiasi situazione hanno sempre attratto gli appassionati di tutto il mondo“.

Programma:

25 maggio – Aeroporto di Milano-Malpensa
Partenza per il Giappone

2 giugno – Nagano (no-cap match)
Yamaha Jubilo v Selezione Italiana

9 giugno – Oita (test-match)
Giappone v Italia

16 giugno – Kobe (test-match)
Giappone v Italia



 

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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