Wenger saluta l’Arsenal: le reazioni dal mondo del calcio

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La notizia dell’addio di Wenger all’Arsenal al termine della stagione ha ormai fatto il giro del mondo: veder finire una vera e propria era del calcio moderno durata ben 22 anni non poteva lasciar indifferenti tifosi, sportivi e dirigenti provenienti da ogni angolo del pianeta, sorpresi da un annuncio arrivato all’improvviso, senza alcun segnale da parte dell’allenatore francese. Chi ha potuto conoscere davvero l’alsaziano, vuoi come giocatore, come collega o come rivale in campo, però, oggi non può che fare il proprio tributo a un tecnico che ha insegnato un nuovo modo di giocare, influenzando indirettamente anche quello di altri allenatori, pur mantenendo un’integrità e un senso di rispetto appartenenti a un calcio ormai passato.

Lo ricordano in questo senso soprattutto i suoi attuali giocatori e quelli passati, molti dei quali devono una parte dei loro successi agli insegnamenti e alla fiducia offerti da Wenger: sono le storie di campioni passati alla storia come Lehmann, Henry o Bergkamp. E quasi tutti sentono di poter mettere l’alsaziano sullo stesso piano di un’altra leggenda dei Gunners, l’ex allenatore Chapman.

Per Mertesacker: “Mi sento molto triste ed emozionato per questa notizia. Ci sono state tante sfide, tanti alti e bassi, ma il modo in cui ha affrontato momenti difficili mi ha insegnato molto del suo carattere e di come credere nelle persone, come metterle al posto giusto per vincere.”

Thierry Henry: “Sarebbe fantastico se Arsène salutasse con la vittoria di un trofeo. La sua eredità che lascia è intoccabile. Anche gli allenatori e tifosi di altre squadre parlano di come Arsène ha cambiato l’Arsenal.”

Jack Wilshere: “Sempre un gentiluomo, è stato come un padre nei momenti più duri della mia carriera. Ha sempre creduto in me anche quando la maggior parte delle persone gli andavano contro. Grazie per tutto, mister. Ora è tutto nelle nostre mani.”

David Seaman: “Ha cambiato il nostro modo di giocare, il modo in cui mangiavamo, la routine nel modo di allenarsi. Era saggio abbastanza da non toccare la difesa a quattro e conquistare grandi successi con il Double e la stagione degli Invincibili.”

Robin van Persie: “Grazie Arsène per la tua fiducia: sei un uomo davvero speciale e un grande allenatore. Uno dei migliori di sempre.”

Gary Neville: “Wenger costruì le migliori squadre contro cui ho giocato nel calcio inglese. La squadra del ’98 era straordinaria. Proponeva un calcio che ci ha costretto a cambiare il modo in cui giocavamo contro di loro. Ora merita il più incredibile saluto nelle prossime settimane.”

Cesc Fàbregas: “Non mi sarei mai aspettato questa notizia, ma ha mostrato la grande dignità e classe di un uomo. Non dimenticherò mai la sua guida, il supporto e gli insegnamenti ricevuti.”

Aaron Ramsey: “È stato un onore giocare per te e vincere trofei con te. Hai avuto una grande influenza nella mia vita dentro e fuori dal campo nel trasformarmi da ragazzino a uomo. Sono così felice di vedere che tutti stanno mostrando gratitudine e rispetto oggi perché lo meriti. Grazie mister.”

Lukas Podolski: “22 anni nella stessa squadra è un traguardo eccezionale. È stato un piacere imparare da te, un grande allenatore, vero e un gentiluomo dentro e fuori dal campo. Una leggenda dell’Arsenal che mancherà a tutti noi Gunners.”

John Hartson: “Il calcio inglese e la Premier League gli devono molto. Lo stretching prima delle partite e degli allenamenti, il jogging per 20 minuti prima di cominciare non erano mai stati fatti prima. Arsène ha portato tutte queste nuove idee e ha avuto una notevole influenza sugli allenatori stranieri arrivati in Premier League.”

Ma a ricordarlo ci sono anche grandi allenatori di oggi e del passato, che per anni lo hanno affrontato sui campi di calcio.

Sir Alex Ferguson: “Sono felice che abbia annunciato il suo addio in questo momento della stagione, così da poter ricevere il tributo che merita. Senza dubbio, è uno dei più grandi allenatori della Premier League e sono orgoglioso di essere stato un rivale, un collega e un amico di un uomo così grande. In un’epoca in cui gli allenatori durano al massimo una o due stagioni, restare così tanto alla guida dello stesso club è un traguardo fantastico. Il fatto che abbia dedicato 22 anni della sua vita al lavoro che ama è una grande prova del suo talento, professionalità e determinazione.”

Antonio Conte: “Merita grande rispetto non solo da parte dei tifosi dell’Arsenal, ma da tutto il mondo del calcio. Stiamo parlando di uno dei migliori allenatori al mondo. È molto difficile trovare un altro allenatore in grado di stare così tanto tempo nella stessa società.”

Jürgen Klopp: “Sono piuttosto sorpreso da questa notizia. È una sua decisione e va rispettata. Ha avuto e ha ancora oggi una grande influenza nel calcio. Ha avuto una carriera fantastica, una personalità fuori dal comune e vincente. Forse negli ultimi mesi non tutti erano felici, ma negli anni ’90/2000 era lui il protagonista. È sempre stato un modello per me e senza di lui sarà tutto diverso.”

Pep Guardiola: “Ha tutto il mio rispetto. La Premier League ha bisogno di personalità come Wenger. Sono tutti grati per quello che ha fatto: gli auguro il meglio e spero continui a rimanere nel mondo del calcio perché persone così sono necessarie. È stato un onore giocare contro di lui.”

Unai Emery: “Non si può parlare dell’Arsenal, della Premier League e del mestiere di allenatore senza citare Wenger. Un vero modello, grazie Arsène.”

Jupp Heynckes: “Ha avuto una carriera fantastica tra Francia e Inghilterra. Ha ottenuto grandi successi, offrendo il calcio più bello di tutti. Non so se voglia continuare ad allenare, non riesco a immaginarlo e non credo ne abbia bisogno, ha già avuto una grande carriera. Ha influenzato il calcio inglese in maniera positiva, con la sua filosofia, il suo gioco, il suo modo di guidare una squadra. Purtroppo arriva un tempo in politica, nello sport e, soprattutto quando sei più anziano, sei costretto a dire basta.”

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

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