Lugano, una vittoria di cuore e gambe

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Importantissima vittoria, ieri, sera, per il Lugano, a Sion, sul campo di una concorrente diretta nella lotta per non retrocedere, e dove i ticinesi non avevano mai fatto bottino pieno dal loro ritorno nella massima serie.

Tre punti, insomma, che valgono doppio, nella logica degli scontri diretti, e considerando che, in palio, ce ne sono ancora solo 18 per entrambe le compagini. Non è stata una grande partita: ma la cosa era nelle previsioni.

Tuttavia, i sottocenerini l’hanno interpretata bene, chiudendo gli spazi agli avversari (che non hanno mai centrato lo specchio della porta in tutti i 90′), e colpendo su una palla ferma, utilizzando così le caratteristiche migliori di Janko, soprannominato “Il Cobra” per la sua capacità di essere letale nei 16 metri avversari.

La prestazione dell’undici bianconero, in ogni caso, è stata più che sufficiente in praticamente tutti gli elementi. Soddisfatto, ovviamente, il tecnico andaluso dei bianconeri(FC Lugano): “I giocatori hanno fatto benissimo ciò che avevo loro chiesto di fare, prima della partita. Ci siamo difesi bene e, nella ripresa, abbiamo provato qualcosa anche davanti.”

“Loro non hanno mai centrato la porta, e non era certo una cosa scontata, considerato che il Sion, in media, indirizza 15/20 tiri a incontro verso le porte avversarie. In partite così tattiche, le palle ferme sono importantissime; e, infatti, le abbiamo preparate con molta attenzione. Mi complimento coi ragazzi per il carattere, la mentalità e l’attitudine che hanno fatto vedere stasera. Ora andiamo a Zurigo, contro il Grasshopper, per giocarcela.”

Abascal, che ha dovuto fare a meno, nell’undici iniziale, di Junior e Piccinocchi, acciaccati dopo la sfida di sabato sera contro il Thun (ed entrambi tenuti prudentemente in panchina), ha disposto la squadra in modo molto prudente, con un 3-4-2-1 che diventava un abbottonatissimo 5-4-1 quando i vallesani provavano a premere nella metà campo avversaria.

Tuttavia, ieri sera, soprattutto nel secondo tempo, i ticinesi non hanno disdegnato anche la fase offensiva, grazie alle sgroppate di Črnigoj da una parte, e del redivivo Mihajlović (nella foto; ottima prestazione, la sua) dall’altra, che hanno creato qualche apprensione alla retroguardia avversaria.

L’unico appunto che ci sentiamo di fare è la sostituzione di Mariani (il quale, infatti, non ha gradito) con Vécsei, che ha portato al conseguente abbassamento di baricentro della squadra bianconera.

Sabato sera la mossa era costata cara; ieri, tutto sommato, complice anche l’espulsione per doppia ammonizione di Sabbatini (l’uruguagio, che si trovava in diffida, salterà la partita di Zurigo, e rientrerà in squadra ancora da diffidato), la presenza dell’ungherese ha dato alla retroguardia muscoli e presenza importanti, in una fase della partita che si è improvvisamente arroventata.

Tuttavia, al momento del cambio, in parità numerica e con un gol di vantaggio, con il Sion che lasciava spazi, Mariani dava più garanzie offensive, secondo noi. In ogni caso, la mossa non ha provocato conseguenze negative: bene così, per i ticinesi.

Per il resto, indovinata la scelta di ridare spazio a Mihajlović, che ha ripagato il tecnico, come scrivevamo sopra, con un’ottima prestazione, nonché quella di puntare molto sulle palle inattive: con uno come Janko davanti, ogni calcio d’angolo, o di punizione nella tre quarti aversaria, si trasformava in un pericolo potenziale per gli avversari. E non è un caso che il gol sia venuto proprio da un corner.

Ora, Zurigo. Le Cavallette si trovano dietro in classifica, e nel pieno di una crisi tecnica che l’allontanamento di Yakin non ha risolto. Sarà una partita molto difficile, dove sarà importante, per prima cosa, non perdere: non solo per muovere la classifica, ma per lasciare invariate le distanze con un’altra avversaria diretta.

La salvezza, con 18 punti in palio e 4 di vantaggio sulla linea, è ovviamente un obbiettivo raggiungibile: tuttavia, bisognerà mantenere la calma e, soprattutto, cercare di fare punti a ogni partita.

A parte la trasferta di Berna (che, però, potrebbe avvenire con i gialloneri già matematicamente campioni, e concentrati sulla finale di Coppa), tutte le altre partite sono alla portata della squadra bianconera la quale, finora, ha battuto, almeno una volta, tutte le altre compagini (con l’eccezione della sola capolista). Insomma, un finale di campionato al cardiopalma, come da tradizione di questo torneo.

 

 

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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