Rugby, c’è chi è costretto a lasciare: Andrea Manici si ritira a soli 28 anni

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Foto Media Bin FIR | Andrea Manici in ITALIA v FRANCE, Rugby World Cup 2015, London, Twickenham stadium, 19/9/2015, picture credits: Massimiliano Pratelli/ FOTOSPORTIT
Foto Media Bin FIR | Andrea Manici in ITALIA v FRANCE, Rugby World Cup 2015, London, Twickenham stadium, 19/9/2015, picture credits: Massimiliano Pratelli/ FOTOSPORTIT

Il tallonatore delle Zebre e della nazionale italiana Andrea Manici ha lasciato il rugby giocato. Il giocatore classe 1990, 16 caps internazionali con la maglia dell’Italia, ha annunciato il ritiro a causa del mancato recupero da un serio infortunio.
L’ex n. 2 dei Crociati, prodotto dell’Amatori Parma, non si è mai ripreso dal decorso post-operatorio per la ricostruzione del crociato nell’inverno del 2016.

Un addio allo sport giocato precoce rispetto alla media degli sportivi professionisti, sicuramente doloroso per un atleta brillante con l’ItalRugby tra giugno 2013 e ottobre 2015.

Non è facile lasciare così presto uno sport che mi ha dato moltissimo. Il rugby – racconta l’azzurro mi ha insegnato a non arrendermi, ma anche a capire quando è il momento di prendere la giusta decisione. Questo per me è quel momento. Dover lasciare il rugby, la franchigia della mia città e rinunciare per sempre alla maglia azzurra è molto duro, ma negli ultimi mesi ho dovuto scendere a patti con questa idea. Voglio ringraziare le Zebre Rugby Club e la Federazione Italiana Rugby per essermi stati vicino in questi ultimi, difficili anni e per non aver smesso di credere in me e in un mio possibile recupero. Soprattutto, voglio ringraziare la mia famiglia e mia moglie per avermi supportato giorno dopo giorno.

Ora sguardo al futuro, nonostante la delusione del ritiro precoce: “Ho avuto la fortuna di vivere alcuni momenti indimenticabili con la maglia della Nazionale: penso alla vittoria di Edinburgo del 2015 e alla partecipazione ai Mondiali inglesi del 2015. In questi due anni ho iniziato a riflettere sul dopo carriera, e mi piacerebbe poter mettere al servizio del movimento le esperienze che ho acquisito come giocatore, trasmettere le mie conoscenze ai più giovani, pensare comunque ad un futuro nel nostro sport. Avrei voluto poter contribuire di più sul campo alla crescita delle Zebre Rugby Club ma sono felice di lasciare una Società con un progetto, uno staff di valore ed un gruppo dalle qualità umane e sportive di primordine. Porterò sempre con me meravigliosi ricordi dei miei anni in bianconero e con la maglia azzurra“.

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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