Lugano, il problema è soprattutto di testa

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Al fischio finale di Zurigo-Lugano, sono subito partiti i processi. Sul banco degli imputati, una squadra che, fino a poche settimane fa, veniva indicata come una delle favorite per la corsa ai posti che valgono l’Europa. Ieri sera, invece, i primi minuti dei ticinesi sono stati, a detta di Pierluigi Tami (nella foto), al microfono di Andrea Mangia della RSI, “Indecorosi.”

Ma vediamo cos’ha detto l’allenatore bianconero“Nei primi venti minuti non è che lo Zurigo sia stato più bravo: la realtà è che non abbiamo giocato noi. Se vai a guardare le azioni dei gol, non ci sono giustificazioni: vedi mancanza di concentrazione, di cattiveria agonistica. Sono valori che nel calcio non possono venire meno: è inutile dopo parlare di tattiche, di sostituzioni. Adesso arriva una partita estremamente importante (con il Lucerna a Cornaredo – ndr), e servirà cambiare atteggiamento.”

“Ci possono essere tante spiegazioni, bisognerà parlarne con la squadra, e trarre delle conseguenze. Il cambio di atteggiamento dovrà esserci da subito, domenica sarà una partita importante: con questa classifica, basta davvero poco per ritrovarsi a lottare per non retrocedere. È vero che abbiamo visto qualcosa di buono nel prosieguo dell’incontro, ma le partite durano 90′ minuti, e i nostri primi 20′ sono stati indecorosi. Problema portiere? Stasera Da Costa non c’era, non è colpa sua questa sconfitta. Sui gol Joel non ha colpe particolari: il portiere non è l’alibi per questa prestazione.”

Sabbatini è più indulgente: sempre al collega Mangia ha dichiarato che lo Zurigo è stato bravo, e che servirà recuperare lo spirito del Lugano delle scorse settimane. Secondo il capitano, l’avere anche affrontato squadre importanti, che capitalizzano gli errori degli avversari, ha inciso parecchio sugli ultimi risultati. Di diverso avviso Fulvio Sulmoni, ascoltato da Luca Sciarini di Ticinonews: “Adesso bisogna fare tutti un passo indietro: abbiamo commesso degli errori che non si dovevano fare. L’atteggiamento è sbagliato: bisogna mettersi in testa che non siamo ancora arrivati da nessuna parte.” 

Probabilmente, il punto è proprio questo: evidentemente, manca in qualcuno la consapevolezza che la continuità di prestazioni e risultati è il vero termometro della maturità di un gruppo. Aver vinto tre partite consecutive ha fatto forse pensare a qualcuno di avere raggiunto un traguardo (vedi la chioma bionda di qualche giocatore, esibita dopo la vittoria casalinga con il GCZ). In realtà, con decine di punti ancora in palio, neppure la salvezza è un traguardo matematicamente raggiunto: l’arrivo a Cornaredo del Lucerna, domenica prossima, potrebbe essere il volano per dare un concreto segnale in questo senso. E tutti, a questo punto, si augurano di vedere la squadra vista in febbraio.

Probabilmente, le parole di Sulmoni, uno dei giocatori più esperti dello spogliatoio e, per di più, ticinese, sono il vero segnale della situazione. Premesso questo, dovrà anche essere Tami a trovare i giusti stimoli: il tecnico, dopo aver parlato con la televisione, con i colleghi della carta stampata, in zona mista, è stato molto più esplicito, come riferisce Ticinonews: “Guardando la panchina, mi sono accorto che avrei dovuto fare molti più cambi: putroppo, il regolamento ne consente solo tre. Domenica, a Cornaredo, con il Lucerna, non sarà una partita, ma una battaglia. In campo entrerà chi se lo merita: si sappia che questa non sarà una settimana facile, per nessuno”. 

Il Tami di ieri sera al Letzi, ci riferisce chi l’ha visto, era lo stesso del dopo partita di Lugano-Basilea: non un buon segnale, per i giocatori. A questo punto, vedremo se i risultati di una settimana dura e impegnativa saranno quelli visti nel mese seguito a quella grave sconfitta. 10 gol subiti in tre partite sono il termometro di una febbre alta, soprattutto per una squadra che non aveva subito gol per 4 incontri di seguito. Domenica ci saranno clima e avversario giusti per rivedere il Lugano che abbiamo conosciuto: servirà, a questo punto, anche il pubblico.

 

   

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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