Bundesliga: l’ideale per giocare, ma non per vincere

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Giunti a dicembre è tempo di fare un bilancio di quanto raccolto in Europa dalle squadre tedesche in questa stagione. Senza troppi giri di parole, possiamo dire che i risultati sono stati pessimi. Già ad agosto Hoffenheim e Friburgo vennero eliminate nei preliminari, rispettivamente dal Liverpool in Champions League e dal semi-sconosciuto Domžale in Europa League. Il declino è poi continuato col passare dei mesi, col solo Bayern Monaco capace di superare la fase a gironi. Borussia Dortmund e RB Lipsia hanno chiuse terze nei loro giorni di Champions League e giocheranno i sedicesimi di finale di Europa League contro Atalanta e Napoli. Proprio nella seconda manifestazione continentale si è materializzato il totale disastro tedesco, con Hoffenheim, Hertha Berlino e Colonia eliminate in gironi non certo insormontabili. Già a dicembre la campagna internazionale tedesca è la peggiore degli ultimi dieci anni del calcio teutonico. Per risalire a una situazione analoga bisogna infatti tornare al 2008, quando però il Werder Brema arrivò poi alla finale di Coppa Uefa. Si è parlato negli anni di quanto le squadre italiane abbiamo spesso snobbato l’Europa League, ma la Germania non ha una squadra ai quarti di finale dal 2010 mentre in questo lasso di tempo Juventus, Fiorentina e Napoli hanno raggiunto la semifinale.

Joachim Löw non è rimasto indifferente agli ultimi risultati delle squadre tedesche, dicendosi estremamente preoccupato delle tante sconfitte subite in campo europeo e del fatto che nel nuovo millennio gli unici due titoli conquistati siano le due Champions League vinte dal Bayern Monaco nel 2000 e nel 2013. E proprio a settembre di quest’anno la Bundesliga è stata scavalcata dalla Serie A al terzo posto del ranking UEFA, cosa che non accadeva dal 2011/2012.

Il fatto “curioso” è che all’interno dei suoi confini la Bundesliga non è probabilmente mai andata meglio di adesso. È infatti costruita su un modello sostenibile che consente un calciomercato remunerativo per tutte le squadre senza che vi siano spese folli. Questo assicura stabilità finanziaria a tutte le squadre, grazie anche al nuovo contratto per i diritti televisivi (valido fino al 2020) che porterà più di un miliardo di euro nella casse delle società. Diritti che vengono ridistribuiti anche in base a quanto le squadre fanno giocare calciatori provenienti dal vivaio. Gli stadi poi, tutti costruiti da poco o recentemente rinnovati, sono sempre pieni e infatti la Bundesliga ha la maggior percentuale di riempimento degli impianti di tutti i maggiori campionati europei. Anche il tifo sta vivendo un momento di grande fervore, come denotano i settori ospiti quasi sempre tutti esauriti in ogni giornata di campionato e le spettacolari coreografie che si vedono sempre più spesso sugli spalti.

Tutto questo svanisce però in termini di risultati quando ci si sposta in giro per l’Europa. Se le sconfitte in Champions League possono essere comprensibili (per esempio quest’anno il RB Lipsia era all’esordio assoluto e il Borussia Dortmund sta vivendo un momento complicato), il vero campanello d’allarme come detto arriva dall’Europa League. Il Friburgo è stato clamorosamente eliminati in estate nei preliminari dagli sloveni del Domžale, mentre Hoffenheim, Colonia e Hertha Berlino si sono fermate ai gironi. La squadra di Nagelsmann ha chiuso ultima in un girone con Braga, Ludogorets e Istanbul Başakşehir. Dare priorità al campionato in questo caso non è stata una gran scelta, visto anche lo splendido percorso fatto dalla squadra per giocare la seconda manifestazione continentale. Disastroso anche il percorso dell’Hertha Berlino, arrivato alle spalle di Athletic Bilbao, Östersund e Zorya. Leggermente diverso il discorso per il Colonia, ultimissimo in campionato e paradossalmente rimasto in corsa per la qualificazione fino all’ultima giornata.

In Germania il 50% delle proprietà debba far riferimento ad azionariato popolate impedisce l’ingresso di capitali stranieri e questo, che è anche un ben per certi casi, fa sì che per esempio la forza del Bayern Monaco resti inattaccabile. Nelle ultime venti stagioni i bavaresi hanno vinto la Bundesliga quattordici volte, di cui cinque negli ultimi anni (la sesta arriverà sicuramente al termine di questa stagione). Il Borussia Dortmund, che ha vissuto con Klopp il suo momento più alto tra il 2011 e il 2012, è stato poi costretto a ridimensionarsi cedendo i suoi giocatori migliori (spesso proprio al Bayern). Questo fa sì che ogni anno a metà campionato la lotta per i titolo abbia di fato già perso tutto l’interesse.

Molte matricole hanno centrato la qualificazione in Europa negli ultimi anni (Hannover, Mainz, Friburgo, Augsburg per citarne alcune), dimostrandosi però poi non pronte a reggere l’urto sia per mancanza di abitudine sia per aver ceduto in estate i loro giocatori migliori.

Concludendo il discorso, sicuramente la Bundesliga è il campionato migliore per fare un calcio “giusto” dal punto di vista morale: gli stadi, nuovo e confortevoli, sono sempre pieni; il modello economico è sostenibile e sono praticamente inesistenti squadre con debiti; continuano a “uscire” allenatori giovani e preparati con idee accattivanti e capaci di mettere in mostra un gioco divertente (Nagelsmann e Tedesco per esempio). Questo però, Bayern escluso, è valido solo a livello nazionale, come se il modello funzionasse perfettamente dentro una bolla ma scoppiasse poi fuori dai confini. Proprio in questi termini il fenomeno RB Lipsia rappresenta l’eccezione alla regola. La squadra di proprietà della Red Bull ha infatti compiuto una rapida scalata per approdare prima nella massima serie e poi in Champions League. Le campagne acquisti, pur non hanno particolari limiti di spese, sono fatte seguendo una politica che prevede il mettere sotto contratto solo giocatori Under 23.

Il fatto che la Red Bull abbia “aggirato” il regolamento per prendere in mano completamente la squadra ha fatto infuriare i tifosi delle altre squadre, ma proprio questo “terremoto” potrebbe dare una scossa vincente a un modello tanto perfetto quanto “stagnante”.

La Bundesliga infatti è un campionato bellissimo da vedere, con partite spesso spettacolari, ricche di gol e di emozioni. Al tempo stesso però necessità di un approccio più vincente a livello continentale per tornare a fare risultati senza finire per rinchiudersi in sé stessa.

Riccardo Bozzano
Riccardo Bozzano
Nato a Genova, dove vive attualmente. Ama molti sport tra cui basket, calcio, football americano e tennis. Segue il calcio italiano, europeo e sudamericano, con una forte passione per il campionato argentino.

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