NFL – MSChoice: primo e secondo assoluto

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Nell’incredulità generale, l’anno passato i Philadelphia Eagles e i Los Angeles Rams hanno attuato una strategia molto decisa per migliorarsi. Sacrificando gran parte delle loro scelte allora attuali e futuri, scelsero alla 1 assoluta Jared Goff e alla 2 Carson Wentz, due quarterback.

La principale critica mossa alle due franchigie fu quella per cui i due giocatori non valessero la pena. Goff era considerato molto lontano, a esempio, da Jameis Winston e Marcus Mariota, andati 1 e 2 l’anno precedente, e con qualche tara tecnica e caratteriale di troppo, tra cui un braccio poco potente e la tendenza a muoversi troppo nella tasca. Wentz aveva giocato cinque anni in una università di second’ordine, North Dakota State University, e mai era stato sullo stesso campo della maggior parte dei prospetti che vennero scelti proprio nel 2016, cosa che lo rendeva un giocatore estremamente imprevedibile a livello professionistico.

La prima stagione dei due aveva confermato i dubbi.
Goff era sembrato poco evoluto, sbagliando spesso scelta e contribuendo evidentemente alla triste prima stagione dei Rams al ritorno in California.
A Philadelphia, dopo un inizio sicuramente buono, Wentz era incappato nel rookie wall, cioè quel malessere che tutte le matricole patiscono quando la stagione NFL si prolunga più di quella collegiale. Gli Eagles erano sprofondati e avevano mancato i Playoff nettamente e meritatamente. Carson, dopo il promettente inizio, aveva perso in precisione e bravura nelle decisioni alimentando le critiche.

Cosa è successo, quindi, tra quei tempi e oggi, giornata in cui si celebra la prima volta nella storia NFL in cui due QB scelti alla uno e due assoluta hanno lanciato quattro TD su passaggio nella stessa giornata?
Cominciando dalla California, i Rams sono migliorati in attacco e in difesa. Sean McVay, giovanissimo head coach, ha trovato una dimensione a Todd Gurley, aumentando le possibilità per il runningback al terzo anno e sfruttando così le sue notevoli capacità a tutto campo. In difesa l’arrivo di Wade Phillips, competente e esperto coordinatore, ha dato la scintilla finale a un reparto già competitivo. 6-2 è il record di Los Angeles, prima in NFC West e reduce dalla vittoria 51-17 sui Giants.

Passando in Pennsylvania, semplicemente gli Eagles non hanno avuto troppi infortuni, come successo la scorsa stagione. Ciò ha determinato una incredibile crescita in difesa ma soprattutto in linea offensiva, impressionante su corse e passaggi. Con molto tempo a disposizione su ogni singola giocata, Carson Wentz ha sviluppato una serie di lanci infallibili, che hanno determinato il 51-23 contro Denver, che in teoria è una delle difese migliori in NFL. Alshon Jeffery, LeGarrette Blount e ora Jay Ajayi garantiscono al prodotto di NDSU una serie di armi invidiabile, in cui è compreso anche il feeling con i suoi tight end, sempre cruciale per un giovane QB. A 8-1, Phila domina la NFC East, ha un piede ai Playoff e punta sicura alla prima piazza nella sua conference.

A proposito di Playoff, in questo momento Eagles e Rams sono prima e seconda in NFC, ignorando i tie breaker. Esistono quindi possibilità di vedere Goff e Wentz uno contro l’altro quando una vittoria vorrà dire accesso al Super Bowl. Un successo che, come abbiamo visto, non risiede totalmente nelle loro mani, ma che testimonia quanto la loro scelta sia stata azzeccata per le loro squadre.
In pratica, non c’è davvero nulla di male nel sacrificare molte scelte per andare a prendere un QB sopravvalutato. Bisogna però essere sicuri di poterlo circondare di personale competente; i risultati arrivano in tempo breve, ma solo se la programmazione tecnico-tattica è svolta a dovere. In poche parole noi, chi vi scrive per primo, abbiamo poco da criticare la scelta singola fatta sul giocatore, ma bisogna avere la visione d’insieme per valutare una scelta. Ripeto questa parola per differenziarla da “giocatore”, in sede di draft l’argomento più dibattuto.

Jared Goff e Carson Wentz non sono Peyton Manning o Andrew Luck o Michael Vick: da primi assoluti non possono da soli far svoltare una squadra. Ma se aiutati decisamente sì, e lo stanno dimostrando. Ricordiamocele al prossimo draft.

Dario Alfredo Michielini
Dario Alfredo Michielini
È convinto la vita sia una brutta imitazione di una bella partita di football. Telecronista, editorialista, allenatore. Vive di passioni quindi probabilmente morirà in miseria. Gioca a golf con pessimi risultati; ma d'altra parte, chi può affermare il contrario?

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