L’ora di diventare grandi

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Con l’imminente serie di Test Match da giocare tra Sicilia, Veneto e Toscana, l’Italia del rugby si gode un momento finalmente sereno.
Scrivo finalmente perché non siamo stati bene, di recente. Troppe sconfitte e un 6 Nazioni da Cucchiaio di Legno, unito – peggio – al White Wash, cioè all’en plein di sconfitte nel torneo. Si dice spesso, a ragione, che nel rugby sfidi sempre le squadre forti, ma prima o poi forti ci si dovrà pure diventare: a Conor O’Shea l’onere e l’onore di raddrizzare quest’Italia rugbistica da vorrei ma non posso. Esperienza, capacità e intraprendenza non gli mancano.

Dicevo che, alla fine, si sta sereni.
Treviso e Zebre, franchigie italiane impegnate nel Pro 14 (ex Pro 12) stanno facendo molto bene e si tuffano, da questo weekend in poi, sulle massime competizioni continentali. Avere club competitivi sulla scena (ex) ‘celtica’ ed europea è fondamentale nella crescita (anche) della Nazionale; i giocatori devono abituarsi ai ritmi e alle tendenze del gioco ai massimi livelli, divenire capaci di giocate ben scelte, giuste e rapide. Solo migliorando le nostre franchigie e in generale la loro competitività di weekend in weekend potranno, una volta di fronte ai colleghi delle altre 5 nazionali top dell’Emisfero Nord, performare.
Treviso e Zebre sono la punta di un movimento da ristrutturare e in ristrutturazione, e dai loro progressi passano quelli, individuali e collettivi, dell’Italia tutta.

Diversi azzurri, informa l’Ufficio Relazioni Media federale, sono in testa alle statistiche individuali del Pro 14 e questo non può che incoraggiare: Dean Budd (Benetton) e Olivero Fabiani (Zebre) sono tra i migliori placcatori del campionato, così come Braam Steyn e Luca Bigi.
Benissimo anche il Tre quarti centro Tommaso Castello nell’indice dei portatori di palla, così come Matteo Minozzi e lo stesso Steyn. E l’elenco si allunga nelle varie categorie.
Soprattutto: i club italiani non sono ultimi nelle loro Conference.

Vero allora – in un mondo ovale che dovrebbe smetterla di piangersi addosso e finalmente (cercare di) trovare il centesimo per fare la lira – che una rondine non fa primavera ma i segnali arrivati sinora sono incoraggianti. E su questo bisogna lavorare, proprio oggi che, con l’inizio di Champions e Challenge Cup, si inizia a fare sul serio. Finalmente.

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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