NFL – MSChoice: il Re di Londra

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No, non preoccupatevi, Elisabetta è ancora viva. Carlo o William aspetteranno ancora per salire al trono, ma nella capitale inglese da domenica c’è un nuovo Re. E il suo nome ci può convincere che tutti possiamo essere Re, senza volerlo o quantomeno senza aspettarcelo.

Blake Bortles infatti non è il miglior quarterback in NFL. A dirla tutta, non è nemmeno tra i primi dieci. Anzi, prima di domenica era senza dubbio il QB ad aver giocato peggio dall’inizio della stagione. Steve Smith, inviato di Yahoo, prima della partita aveva anche aggiunto che fino a che i Jaguars non avessero cambiato regista, un vero miglioramento non ci sarebbe mai stato.

Termine adatto “cambiamento”: a Jacksonville, nella Florida delle tasse inesistenti, la squadra del nord dello stato gode di una brutta nomea. Una sorta di cimitero degli elefanti, dove i giocatori già titolati vanno a prendere il loro miglior contratto della vita senza doversi impegnare più di tanto in campo.
Anche gli ultimi buoni draft non avevano cambiato nulla, e le prestazione della squadra non erano migliorate. Ogni anno, proprio al draft, i Jaguars scelgono molto presto (Donte Fowler e Leonard Fournette giocano infatti a Jacksonville dopo essere stati scelti nei primi 5 posti nel 2016 e 2017) perché il loro record è sempre negativo. Gli allenatori vanno e vengono e la situazione sinceramente non ci sembra poter cambiare dal giorno alla notte in tempi brevi.

Quattro anni fa arrivò Bortles: dopo una prima stagione promettente e acerba, ha deluso nelle ultime due. Come già detto, disastroso anche l’inizio di 2017. Bortles non sembra avere scampo: perderà il posto.
Capita però nel Mondo eterogeneo della NFL odierna che colui che sarebbe una comparsa possa diventare l’idolo di una casa posticcia a migliaia di chilometri dalla Florida.
Con la vittoria contro i Baltimore Ravens di domenica (44-7) il prodotto di UCF è però al terzo consecutivo successo a Londra, dove i Jags giocano una partita ogni anno. Dopo aver dominato quella che era stata la migliore difesa in NFL nelle prime due settimana egli è indubbiamente il nuovo Re di Londra.
La sua squadra ha una media di punti segnati superiore ai 30 nelle partite in Inghilterra, con un Bortles preciso, affidabile, coraggioso anche nel chiudere i down con le corse. Esiste un pessimo Bortles americano e uno fantastico inglese.
Ma quali sono le ragioni di un inspiegabile fioritura nella umida capitale semi-europea?

Le trasferte europee per una squadra NFL sono proibitive: 57 giocatori da muovere, alimentari, attrezzature, jet-lag. La partita ormai si gioca alle 9.30 ora della costa est americana, orario del tutto desueto. Infatti la settimana successiva alla trasferta ci si riposa (non è una regola ma spesso si sceglie di fare così).
Spesso gli impianti per gli allenamenti sono di livello inferiore rispetto a quelli a stelle e strisce e l’adattamento richiede più di una trasferta per essere assimilato. Insomma è una brutta trasferta, da evitare.

In tutto questo i Jaguars sguazzano. Vengono ogni anno, stanno sempre nello stesso albergo e utilizzano sempre lo stesso impianto per gli allenamenti. Non si trasferiranno mai in pianta stabile – come da scellerato piano iniziale – ma sono di casa.
Comprensibile dunque che la migliore difesa della NFL arriva in terra d’Albione, giochi assonnata, prenda 44 punti da una delle peggiori compagini NFL e torni a Baltimore con la sola voglia di dimenticare la Union Jack al più presto.

Pensate che pure Marcedes Lewis, mai stato un tight end decisivo, domenica ha sovrastato i Ravens, con 3 touchdown dopo non aver mai nemmeno ricevuto un pallone nei due incontri precedenti. Un baronetto di Sua Maestà.
Rimanga bene nelle teste di chi legge: per noi le International Series sono vita. Ci avvicinano al football, ci fanno passare grandi giornate all’insegna del nostro sport preferito. Solo, quando ci sono in campo i Jags, non chiedeteci di prenderla come una partita normale.

Perché il Re di Londra dominerà a Wembley, fino a quando non sarà più degno di indossare una maglia NFL.
E manca pochissimo.

Dario Alfredo Michielini
Dario Alfredo Michielini
È convinto la vita sia una brutta imitazione di una bella partita di football. Telecronista, editorialista, allenatore. Vive di passioni quindi probabilmente morirà in miseria. Gioca a golf con pessimi risultati; ma d'altra parte, chi può affermare il contrario?

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