Uno slam sempre più povero

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Chi vincerà questi US Open? La risposta è senza dubbio difficile e ogni pronostico viene azzerato partita dopo partita. Oltre alle assenze di Djokovic, Wawrinka, Nishikori e Raonic già annunciate prima del torneo, il forfait di Murray (del quale parleremo più approfonditamente poco sotto) a tabellone già stilato ha fatto nuovamente saltare il banco. E, a rincarare la dose, gli acciacchi di Federer inquietano il pubblico.

Tornando a Andy Murray, la sua scelta di non partecipare allo slam americano è avvenuta solo il sabato antecedente l’inizio del torneo con il tabellone fatto e le conseguenti teste di serie già divise. Il suo problema all’anca era noto ormai da diverso tempo, ma lo scozzese ha fatto di tutto per esserci. La sofferta decisione ha però lasciato molti perplessi: perché aspettare che il tabellone fosse compilato? In questo modo il fato ha voluto che Nadal e Federer si trovino nello stesso lato e lo squilibrio con la parte bassa è davvero notevole con il solo Čilić, numero cinque, che pare potersi avvicinare al trofeo (già vinto qui per altro nel 2014).

Con l’inizio degli incontri però la situazione è peggiorata ulteriormente con varie teste di serie uscite già nei primi due turni a fronte di alcuni giovani interessanti in cerca di gloria. Gasquet e Fognini, non di primo grido, hanno salutato lo US Open al primo turno cedendo malamente rispettivamente a Mayer e Travaglia. La sorpresa più eclatante della prima fase è stata senza dubbio l’uscita di scena di Nick Kyrgios, numero quattordici, che in quattro set ha dovuto lasciare strada a Millman, di certo avversario non irresistibile.

Il secondo turno ha continuato sulla falsa riga del precedente e, anzi, ha pure fatto peggio: se l’eliminazione di Berdych non ha del clamoroso contro Dolgopolov, la sconfitta di Dimitrov contro Rublev ha lasciato tutti stupiti. Il bulgaro, accreditato come possibile outsider, ha stoppato la sua corsa newyorkese a cospetto di un Rublev in formato Next Gen Finals. Ma non è finita qua: l’interessantissima sfida tra giovani talenti che vedeva opposti Alexander Zverev e Borna Ćorić ha visto prevalere il secondo estromettendo così dallo US Open la testa di serie numero quattro del seeding.

Per fortuna del pubblico sono ancora in corsa Rafa Nadal e Roger Federer, ma le buone notizie sono finte qui; lo spagnolo deve ancora trovare il giusto feeling e ha lasciato per strada i due set iniziali contro Lajović e Daniel. La situazione per lo svizzero invece è ancora più allarmante: contro TiafoeYouzhny ha dovuto sempre lottare fino al quinto set e il suo stato di forma (la schiena non è ancora a posto) è sempre più preoccupante. Tutti noi ci aspettiamo la sfida in semifinale tra i due che potrebbe valere anche da spareggio per la prima posizione mondiale, ma continuando così sarà veramente dura poter ammirare del buon tennis.

Il tennis attuale sta infatti vivendo un periodo di cambio generazionale e, tra un infortunio e l’altro, emerge qualche giovane che prova a dire la sua tra i top ten. Se Alexander Zverev è ormai stabilmente ai vertici delle classifiche e ha già vinto due ATP Masters 1000 come Roma e Montréal, i vari Shapovalov, Rublev e Ćorić sono sempre più in rampa di lancio.

Il tennis sta cambiando: pochi monopoli e duopoli (Nadal-Federer o Djokovic-Murray degli ultimi anni) e tante possibilità per più tennisti di vincere uno slam. Viva l’incertezza, ma speriamo di salvaguardare anche il livello altissimo che i Fab Four ci hanno fatto vedere.

Rodella Alessandro
Rodella Alessandro
Nato a Brescia nel marzo del 1992, ama lo sport in generale, soprattutto calcio, tennis e motori. Pratica i primi due a livello amatoriale senza grandi risultati. Appena può, ama seguire gli sport "dal vivo".

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