Vuelta a España 2017, la più bel…ricca di sempre

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72/a edizione, 3297,7 chilometri, 21 tappe, 1 cronometro a squadre, 1 cronometro individuale, 11 tappe di montagna con 8 arrivi in salita (perché abbiamo escluso dal computo il traguardo sullo strappo di Alcossebre), 4 tappe per velocisti e 3 per fughe da lontano. Questi i numeri della Vuelta a España 2017. Edizione che la rendono senz’ombra di dubbio la più ricca e spettacolare di sempre, dal punto di vista di chi la dovrà semplicemente guardare e commentare e non pedalare, ovviamente.

Partenza quest’oggi da Nimes (Francia) con una cronometro a squadre e 2/a tappa anch’essa transalpina con arrivo ad Aude per velocisti. Arrivo in terra straniera anche l’indomani ad Andorra la Vella. Sarà la prima frazione di montagna con due colli da scalare nel finale, dei quali uno di 1/a categoria. Velocisti di scena a Tarragona che precede il già citato insidioso arrivo sullo strappo di Alcossebre. Poi le frazioni di Sagunt e Cuenca chiamano chi ha voglia di fuga ed è già distante in classifica generale. Poi è il turno dei big con la prima manita da brividi di questa Vuelta. Il 26 e 27 agosto uno-due con gli arrivi in cima rispettivamente prima al Xorret de Catì e al Cumbre del Sol. Primo giorno di riposo e poi un terzetto mica male. Traguardo a Elpozo con nel finale il Collado Bernajo, arrivo in cima all’Observatorio Astronomico de Calar Alto e arrivo ad Antequera con nel finale da scalare il Puerto del Torcal. Cinque giorni che scremeranno (e di molto) l’elenco dei pretendenti al successo finale in questa Vuelta a España 2017. La volata di Tomares (tra i pochissimi velocisti rimasti a questo punto ancora in gara) precede la doppietta delle Sierre. 2 settembre, arrivo in cima alla Sierra Pandera. 3 settembre, traguardo lassù sulla Sierra Nevada. Due giorni durissimi dove chi non sarà in condizione dirà addio ai sogni di gloria. Riposo e poi si riparte con la cronometro individuale di 42 chilometri di Logroño. Unica alternativa agli scalatori prevista in questa Vuelta. Perché poi, tanto per gradire, altri due traguardi in quota a Los Machucos prima e al Monastero de Santo Torbo de Liébana poi. Giusto il tempo di far scatenare gli uomini fuori classifica nel cercare la fuga vincente verso Gijon, che i giochi di questa Vuelta a España 2017 saranno decisi dal Mostro. Sì, avete capito bene. L’ottavo e ultimo arrivo in quota di questa Vuelta sarà sul Gigante delle Asturie, l’Alto de Angliru, 12,6 chilometri con pendenza media del 9,9% e un tratto di 500 metri, la Cueña Les Cabres, con punte al 23,6%. Da qui uscirà il vincitore della Vuelta, che celebrerà il successo l’indomani nella solita passerella finale di Madrid.

Come accade da qualche anno a questa parte, la Vuelta è una vera e propria “resa dei conti” tra gli uomini di classifica provenienti dal Giro d’Italia e quelli che invece arrivano dal Tour de France. Un “derby” sempre entusiasmante e che promette di esserlo anche quest’anno. Dalla Corsa Rosa provengono  Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida), Domenico Pozzovivo (Ag2R – La Mondiale), Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin), Bob Jungels (Quick-Step Floors), Steven Kruijswijk (Lotto NL – Jumbo) e Adam Yates (Orica-Scott). Di contro, la Grande Boucle “risponde” con il vincitore Chris Froome (Sky), che cerca una doppietta mai accaduta da quando la corsa spagnola è stata spostata da marzo a fine agosto. L’inglese è “accompagnato” dal nostro Fabio Aru (Astana), Romain Bardet (Ag2R – La Mondiale), Simon Yates (Orica-Scott) e da un Alberto Contador (Trek-Segafredo) all’ultima recita della sua strepitosa carriera. Accanto a questi nomi, vanno inseriti anche coloro che hanno partecipato sia al Giro che al Tour ma senza (o quasi) lasciare segni e che quindi cercano rivincite in questa Vuelta. Si pensi a Tejay Van Garderen (BMC), Esteban Chaves (Orica-Scott) e a Rafal Majka (Bora-Hansgrohe).

Insomma, un parterre che definire di prim’ordine appare persino riduttivo. In pratica, a parte Quintana e Dumoulin, ci sono tutti. Ecco perché non è esagerato parlare di Vuelta a España più ricca di sempre. Per sapere se sarà la più bella…beh, appuntamento al 10 settembre a Madrid.

Giuseppe Pucciarelli
Giuseppe Pucciarelli
Nato a Salerno il 3 maggio 1986, laureato in Fisica, ex arbitro di calcio FIGC. “Sportofilo” a 360° con predilezione per calcio e ciclismo, è un acceso e convinto fantacalcista.

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